expand_lessAPRI WIDGET

Disturbo Bipolare e morbo di Parkinson: due patologie in relazione

Una metanalisi del 2019 ha valutato la possibile associazione del Disturbo Bipolare con una successiva diagnosi di morbo di Parkinson

Di Lucilla Castrucci

Pubblicato il 24 Set. 2020

Diverse ricerche hanno suggerito l’esistenza di un’associazione tra Disturbo Bipolare e malattia di Parkinson. Una metanalisi del 2019 ha analizzato gli studi maggiormente attendibili sull’argomento confermando la veridicità di questa ipotesi.

 

Chi è affetto da Disturbo Bipolare ha un maggior rischio di sviluppare il morbo di Parkinson rispetto alle persone che non soffrono di questo disturbo dell’umore. Gli studi scientifici ipotizzano che l’associazione tra le due patologie potrebbe essere legata ad alterazioni genetiche, processi infiammatori o problemi di trasmissione neuronale, ma occorre attendere una conferma da ulteriori ricerche.

Il Disturbo Bipolare

Il Disturbo Bipolare o maniaco-depressivo è contraddistinto da importanti alterazioni del tono dell’umore che si caratterizzano per l’alternarsi di stati maniacali, cioè episodi di euforia ed eccitazione, con altri di grave depressione. I sintomi correlati all’alterazione dell’umore causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento personale e sociale.

Questo disturbo è una condizione psichiatrica piuttosto diffusa ed è una delle principali cause di disabilità nel mondo nella fascia di età compresa tra 15 e 44 anni. Il Disturbo Bipolare, inoltre, è associato ad un aumento del rischio di suicidio. Secondo le statistiche del National Institute of Mental Health (NIMH ) interessa circa l’1% della popolazione al di sopra dei 18 anni, con una distribuzione uguale tra i due sessi.

L’abuso di alcol o droghe è frequentemente in comorbilità con il disturbo maniaco-depressivo e aggrava significativamente i suoi esiti (Regier DA, Farmer ME, Rae DS, et al.1990). Quello bipolare è un disturbo ad eziologia multifattoriale a cui concorrono fattori genetici, biologici e psicologici. (Giselli Scaini, Samira S., Valvassori Alexandre P. Diaz et al.2020)

Si distinguono varie forme cliniche a seconda dell’alternanza degli stati maniacali e depressivi e della loro durata.

Il morbo di Parkinson

La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che fa parte del gruppo di patologie definite Disturbi del Movimento, tra queste è la più frequente ed ha una evoluzione lenta e progressiva.

E’ una sindrome extrapiramidale caratterizzata da rigidità muscolare che si manifesta con resistenza ai movimenti passivi, tremore che insorge a riposo, che può aumentare in caso di ansia, e bradicinesia che provoca difficoltà a iniziare e a terminare i movimenti. Questi sintomi generano disturbi dell’equilibrio, andatura impacciata e postura curva. Altri sintomi, non motori, possono essere la depressione, i disturbi del sonno, alcune disfunzioni del sistema neurovegetativo ed il dolore diffuso o localizzato (Chaudhuri K R, Schapira A HV 2009).

Nel morbo di Parkinson si ha una degenerazione neuronale della sostanza nigra ( Hirsch EC, 1992). Da un punto di vista biochimico è stata accertata, a livello del sistema nervoso, una riduzione della quantità di dopamina, una minore concentrazione di neuromelanina, una riduzione dell’attività della catena respiratoria mitocondriale e una minore attività dell’alfa-chetoglutarato deidrogenasi (Berendse HW, Booij J, Francot CM et al 2001).

L’eziologia della malattia di Parkinson non è del tutto nota, ma è accettata l’ipotesi di un’origine multifattoriale, in cui interagiscono componenti ambientali e genetiche. Alcuni fattori ambientali e occupazionali possono aumentare il rischio di insorgenza della malattia. Tra questi sono compresi l’esposizione a tossine come i pesticidi, i metalli, altri xenobiotici e i prodotti chimici industriali, lo stile di vita (dieta e fumo), il luogo di residenza (ambiente rurale) e l’attività professionale (lavoro agricolo). Dal punto di vista genetico una storia familiare positiva può aumentare il rischio di insorgenza della malattia. Forme ereditarie della malattia sono causate da mutazioni identificate per i seguenti geni: alfa-sinucleina, parkina, dardarina, DJ-1 (Bardien S, Lesage S, Brice A, Carr J, 2011; Shin Hisahara e Shun Shimohama  2011).

Alcuni studi suggeriscono come potenziali concause, per lo sviluppo del morbo, alcune patologie infettive come ad esempio specifiche forme di encefalite. In altri studi la malattia di Parkinson è stata associata a lesioni cerebrali, in particolare a traumi emorrargici.

Il Disturbo Bipolare ed il morbo di Parkinson

Una metanalisi del 2019, pubblicata sulla rivista JAMA, ha stabilito la reale esistenza di una relazione tra Disturbo Bipolare e morbo di Parkinson. Gli autori della review hanno valutato la possibile associazione del Disturbo Bipolare con una successiva diagnosi di morbo di Parkinson. I ricercatori hanno analizzato quattro studi di coorte e tre studi trasversali, per un totale di oltre 65.000 pazienti con Disturbo Bipolare. Hanno così accertato che una diagnosi di Disturbo Bipolare è associata ad un aumento di 3,35 volte delle probabilità di una successiva diagnosi di Parkinson.

I pazienti con il follow-up più breve, meno di 9 anni, hanno mostrato un aumento significativamente maggiore delle probabilità di diagnosi della malattia di Parkinson (5,20 volte) rispetto al sottogruppo con un follow-up più lungo, di più di 9 anni (1,75 volte) (Faustini RP, Duarte Gs, Ferreira JJ, et al. 2019).

Sempre nel 2019 è stato pubblicato sulla rivista Neurology uno studio condotto a Taiwan. I ricercatori hanno preso in considerazione i dati di una banca nazionale riguardanti la salute delle persone con diagnosi di Disturbo Bipolare e morbo di Parkinson nel periodo compreso tra il 2001 ed il 2009. Sono stati analizzati 56440 casi e sono stati confrontati con un gruppo di controllo di 225360 persone, a cui non era mai stato diagnosticato il Disturbo Bipolare o il morbo di Parkinson, ma che erano omogenei con il campione per sesso, età ed altri fattori. La ricerca ha rivelato che i soggetti con Disturbo Bipolare hanno sviluppato la malattia di Parkinson con maggiore incidenza (0,7%) e in età più giovane, circa 9 anni di differenza, rispetto al gruppo di controllo. Infine lo studio ha mostrato come i pazienti che hanno subito frequenti ricoveri ospedalieri per il Disturbo Bipolare sono maggiormente esposti al rischio di sviluppare il morbo di Parkinson rispetto a coloro che sono stati ricoverati meno di una volta l’anno (Mao-Hsuan Huang, Chih-Ming Cheng, Kai-Lin Huang et al, 2019)

L’accertamento di un legame tra Disturbo Bipolare e Parkinson ha importanti riflessi sulla pratica clinica, è uno stimolo per la ricerca a chiarire quale sia il legame biologico esistente tra queste due patologie. Impone, infine,  la considerazione della possibile influenza dei farmaci antipsicotici, utilizzati nel trattamento del Disturbo Bipolare, sulla comparsa del morbo di Parkinson.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Disturbo Bipolare e decadimento cognitivo: correlazioni con la demenza
Le difficoltà cognitive nelle persone con Disturbo Bipolare: il possibile legame a lungo termine con la demenza

Il disturbo bipolare, nelle sue diverse tipologie identificate dal DSM-5, è uno dei disturbi dell'umore più gravi. In questo articolo si passano in rassegna gli studi che hanno analizzato le difficoltà cognitive precoci e quelli che stanno cercando di capire se e quale legame ci sia tra DB e sviluppo di demenza

ARTICOLI CORRELATI
Più tristi ma più realisti?

Uno studio del 1979 ha indagato il realismo depressivo (l’associazione tra stati depressivi e maggior realismo) ma uno studio più recente è giunto a risultati differenti

Stress e depressione possono essere trasmessi epigeneticamente dalla coppia genitoriale?

L'epigenetica sta mettendo in luce come le alterazioni biologiche e comportamentali post traumatiche possono essere trasmesse alla prole

WordPress Ads
cancel