expand_lessAPRI WIDGET

Paura del buio – CBT vs ACT

Una delle paure più diffuse nei bambini è la paura del buio. Uno studio ha confrontato l'efficacia della CBT e dell'ACT in un gruppo di piccoli partecipanti

Di Tommaso Arosio

Pubblicato il 03 Lug. 2020

Uno studio recente ha paragonato l’efficacia della Terapia Cognitivo-Comportamentale e dell’Acceptance and Commitment Therapy in un campione di bambini con alti livelli di ansia e paura del buio.

 

Anche se parte del normale sviluppo (Muris et al., 2001), approssimativamente il 20% dei bambini soffre di paure notturne e problemi legati al sonno (Gordon et al., 2007), senza prevalenza a livello di genere (Meltzer et al., 2009). Nei bambini di 8-12 anni a cui è stata diagnosticata una fobia specifica, la paura del buio è il tipo di fobia più diffuso (Simon & Bögels, 2009). Chi soffre questo tipo di fobia sperimenta in genere gravi sintomi di paura e ansia prima di andare a letto e durante tutta la notte (Lewis et al., 2015).

La paura del buio è anche associata a un aumento del rischio di futuri problemi di ansia e depressione (Essau et al., 2000; Pine et al., 2001).

La Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) è attualmente considerata il trattamento standard per i disturbi legati alle fobie e all’ansia ed è stata efficacemente utilizzata anche con i bambini (Kendall, 1994; Kendall & Hedtke, 2006; Ollendick et al., 2009; Simon et al., 2011). Negli ultimi anni, l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) è stata proposta come un intervento cognitivo-comportamentale alternativo alla CBT classica per trattare i problemi legati all’ansia (Arch & Craske, 2008; Hayes et al., 2006; Powers et al., 2009). La differenza tra le due è che, mentre la CBT ha come target terapeutico il contenuto delle cognizioni, l’ACT stimola i pazienti ad avere un atteggiamento più favorevole verso i loro pensieri, portandoli ad accettarne il contenuto (Arch & Craske, 2008; Hayes et al., 2006).

Siccome non sono stati fatti ancora paragoni tra le due terapie – a livello esclusivamente cognitivo – su un campione di bambini, uno studio recente (Simon et al., 2020) ha paragonato l’efficacia di queste due terapie in un campione di bambini con alti livelli di ansia, focalizzandosi sugli aspetti cognitivi legati alla paura del buio.

Per fare ciò sono stati reclutati in Belgio 43 bambini con alti livelli di ansia delle scuole elementari. La loro età era compresa tra 8 e 12 anni e sono stati divisi in due gruppi per un training di 30 minuti di ristrutturazione cognitiva CBT (n = 21), oppure di accettazione ACT (n = 22). Il livello legato alla paura del buio è stato misurato – prima e dopo l’intervento – con una Visual Analogue Scale, così come anche sono stati misurati la tolleranza al buio (accertata empiricamente con una prova di permanenza al buio di massimo tre minuti), il livello di comprensione dell’intervento e di divertimento legato a questo.

Dai risultati si è riscontrato che la paura del buio nei bambini – nonostante la durata del training di soli 30 minuti – è diminuita notevolmente sia con l’intervento CBT, sia con quello ACT, sebbene il gruppo CBT abbia riportato una diminuzione maggiore rispetto a quello ACT.

Non ci sono state differenze invece nei livelli di tolleranza al buio e di divertimento percepito durante l’intervento.

Il livello di comprensione dell’intervento è stato significativamente più alto nel gruppo CBT rispetto a quello ACT. Tuttavia, in contrasto con i risultati di alto divertimento, il livello di comprensione è stato abbastanza modesto per i bambini in entrambi i gruppi.

La ristrutturazione cognitiva della CBT sembrerebbe portare a risultati più favorevoli che l’accettazione della ACT per i bambini di questa fascia d’età. Una possibile spiegazione per questo potrebbe anche essere che la CBT si mostra più adatta dell’ACT nei casi di interventi particolarmente brevi. In ogni caso, a livello clinico, i bambini ansiosi di 8-12 anni possono beneficiare di un intervento esclusivamente cognitivo (CBT o ACT), anche quando non sono offerti esercizi comportamentali (come l’esposizione).

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Arch, J. J., & Craske, M. G. (2008). Acceptance and commitment therapy and cognitive behavioral therapy for anxiety disorders: Different treatments, similar mechanisms? Clinical Psychology: Science and Practice, 15, 263–279.
  • Essau, C. A., Conradt, J., & Petermann, F. (2000). Frequency, comorbidity, and psychosocial impairment of anxiety disorders in German adolescents. Journal of Anxiety Disorders, 14, 263–279.
  • Gordon, J., King, N. J., Gullone, E., Muris, P., & Ollendick, T. H. (2007). Nighttime fears of children and adolescents: Frequency, content, severity, harm expectations, disclosure, and coping behaviours. Behaviour Research and Therapy, 45, 2464–2472.
  • Hayes, S. C., Luoma, J. B., Bond, F. W., Masuda, A., & Lillis, J. (2006). Acceptance and commitment therapy: Model, processes and outcomes. Behavior Research and Therapy, 44, 1–25.
  • Kendall, P. C. (1994). Treating anxiety disorders in children: Results of a randomized clinical trial. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 62, 100–110.
  • Kendall, P. C., & Hedtke, K. (2006). Cognitive-behavioral ther- apy for anxious children: Therapist manual (Vol. 3). Ardmore, PA: Workbook Publishing.
  • Lewis, K. M., Amatya, K., Coffman, M. F., & Ollendick, T. H. (2015). Treating nighttime fears in young children with bibliotherapy: Evaluating anxiety symptoms and monitoring behavior change. Journal of Anxiety Disorders, 30, 103 – 112.
  • Meltzer, H., Vostanis, P., Dogra, N., Doos, L., Ford, T., & Goodman, R. (2009). Children’s specific fears. Child: Care, Health and Development, 35, 781–789.
  • Muris, P., Merkelbach, H., Ollendick, T. H., King, N. J., & Bogie, N. (2001). Children’s nighttime fears: Parent–child ratings of frequency, content, origins, coping behaviors and severity. Behaviour Research and Therapy, 39, 13–28.
  • Ollendick, T. H., Öst, L.-G., Reuterskiöld, L., Costa, N., Cederlund, R., Sirbu, C., & Jarrett, M. A. (2009). One-session treatment of specific phobias in youth: A randomized clinical trial in the United States and Sweden. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 77, 504–516.
  • Pine, D. S., Cohen, P., & Brook, J. (2001). Adolescent fears as predictors of depression. Biological Psychiatry, 50, 721 – 724.
  • Powers, M. B., Zum Vörde Sive Vörding, M. B., & Emmelkamp, P. M. G. (2009). Acceptance and commitment therapy: A meta-analytic review. Psychotherapy and Psychosomatics, 78, 73 – 80.
  • Simon, E., & Bögels, S. M. (2009). Screening for anxiety disorders in children. European Journal of Child and Adolescent Psychiatry, 18, 625–634.
  • Simon, E., Bögels, S. M., & Voncken, J. M. (2011). Ef cacy of child-focused and parent-focused interventions in a child anxiety prevention study. Journal of Clinical Child & Adolescent Psychology, 40, 204 – 219.
  • Simon, E., Driessen, S., Lambert, A., & Muris, P. (2020). Challenging anxious cognitions or accepting them? Exploring the efficacy of the cognitive elements of cognitive behaviour therapy and acceptance and commitment therapy in the reduction of children's fear of the dark. International Journal of Psychology, 55(1), 90-97.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
le prime paure dei bambini: quali sono le più diffuse e come elaborarle? - Immagine: 74108847
Le prime paure dei bambini: quali sono le più diffuse e come elaborarle

Le paure dei bambini sono potenzialmente infinite, esistono tuttavia paure tipiche: il buio, la morte, l’abbandono,ecc. Importante è sapere come elaborarle

ARTICOLI CORRELATI
All I want for Christmas is Truth. Scoprire che Babbo Natale non esiste è traumatico?

Quando i bambini scoprono che Babbo Natale non esiste? Verso gli 8-9 anni (ma vi è un’estrema variabilità). Come avviene questa scoperta? 

La diagnosi di sordità del proprio figlio: un percorso di elaborazione del lutto

In questo articolo vengono presentati i risvolti psicologici di ognuna delle cinque fasi di elaborazione della diagnosi di sordità

WordPress Ads
cancel