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La Focalizzazione Sensoriale nella Terapia Mansionale Integrata

La Focalizzazione Sensoriale è tra le teorie mansionali più note ed utilizzate per trattare i disturbi legati alla sfera sessuale.

Di Arianna Ferretti

Pubblicato il 10 Lug. 2020

La Terapia Mansionale Integrata (TMI), attraverso l’applicazione da parte dei pazienti delle mansioni prescritte dal terapeuta, permette di affrontare i problemi, le resistenze e le credenze che possono dare origine alle differenti disfunzioni del comportamento sessuale e offre la possibilità di discutere e valutare i miglioramenti ed i traguardi raggiunti.

Arianna Ferretti – OPEN SCHOOL, Studi Cognitivi Modena

 

Le mansioni sessuali nella Terapia Mansionale Integrata

Con il termine “mansioni sessuali” si fa riferimento a tecniche specifiche relative alla Terapia Mansionale Integrata (TMI). Si tratta, in linea di massima, di prescrizioni di comportamento sessuale che rappresentano uno dei punti fondamentali nella terapia sessuale e che sono assimilabili a dei veri e propri homework. Infatti attraverso l’applicazione, da parte dei pazienti, delle mansioni prescritte dal terapeuta è possibile comprendere e avere la possibilità di affrontare i problemi, le resistenze e le credenze che possono dare origine alle differenti disfunzioni del comportamento sessuale ed offre, inoltre, la possibilità di discutere e valutare i miglioramenti ed i traguardi raggiunti. Non si tratta, quindi, di atti spontanei della coppia, poiché può risultare veramente difficile rendere spontaneo e naturale un comportamento richiesto e prescritto.

Una mansione sessuale è composta da micro-obiettivi concordati con il paziente, viene proposta e costruita con i pazienti stessi a seconda della problematica riportata e degli obiettivi terapeutici stipulati. Lo scopo non è quello di provocare piacere sessuale, anche se può succedere, ma è quello di favorire il processo terapeutico (Fenelli e Lorenzini, 2014) e di creare le condizioni per guidare la coppia verso l’esplorazione della sessualità.

La prescrizione, dunque, viene fatta a fine seduta ed è necessario che sia chiara e che venga spiegata, in modo spontaneo e dettagliato, alla coppia. È necessario pertanto, che il terapeuta non abbia timore o pregiudizi né conti in sospeso con la propria sessualità (Kaplan, 1976). Una volta spiegata, si chiede alla coppia se ci sono domande o aspetti non chiari, se ne verifica la reale fattibilità e si analizzano le possibili difficoltà. Può essere una prescrizione più o meno flessibile. Per Masters e Johnson (1970) era usuale applicare le mansioni sessuali in modo rigido e protocollare, mentre Kaplan (1976) iniziò a flessibilizzare e rendere maggiormente dinamici i vari step delle terapie mansionali a seconda delle caratteristiche dei pazienti, della fase della terapia e degli obiettivi concordati.

Le quattro fasi della terapia

Ogni terapia sessuale è caratterizzata dalla presenza di quattro fasi fondamentali, che fungono da “bussola” anche all’interno delle tecniche mansionali prescritte dal terapeuta:

  1. La conoscenza di sé;
  2. La conoscenza dell’altro e di sé tramite l’altro;
  3. La conoscenza del proprio piacere e delle proprie emozioni;
  4. La conoscenza del piacere di coppia e dell’intimità e condivisione delle emozioni.

Ognuna di queste fasi tiene di conto della componente comportamentale, cognitiva e relazionale:

Tabella 1. Le quattro fasi della terapia sessuale in ambito comportamentale, cognitivo e relazionale

Quindi è essenziale lavorare, in prima battuta, sui disagi e sulle risorse del singolo individuo per poi concentrarci, gradualmente, sulla coppia. Spesso i pazienti mostrano la tendenza a voler accelerare tale processo dando per scontati aspetti che, in seduta, risultano necessari di un approfondimento e che mirano ad un accrescimento della consapevolezza del paziente.

La Focalizzazione Sensoriale

Tra le teorie mansionali più note ed utilizzate in terapia vi è la Focalizzazione Sensoriale (Sensate Focus) inventata da Master and Johnson nel 1970 in occasione dei loro numerosi e preziosi studi sulla sessualità e sulla terapia sessuale. Alcuni terapeuti prediligono il termine “legame di piacere” (pleasuring) che è stato utilizzato, inoltre, dagli stessi Masters and Johnson nella letteratura scientifica sull’argomento. Nella focalizzazione sensoriale, la coppia decide di rinunciare all’avere il rapporto sessuale, e di conseguenza l’orgasmo, per giorni e settimane. Questa mansione sessuale viene prescritta dal terapeuta dopo un’accurata anamnesi, la definizione del problema in ambito sessuologico e la stipulazione degli obiettivi terapeutici. Viene fatta questa prescrizione solo quando è specificatamente indicato nel trattamento delle disfunzioni sessuali riscontrate. È una tecnica particolarmente indicata ed efficace nel disturbo dell’eccitamento maschile e femminile e per le inibizioni dell’orgasmo maschile e femminile (Seal & Meston, 2018). Il meccanismo di azione della focalizzazione sensoriale si basa sulla riduzione di tensione che si verifica nel corso dei rapporti sessuali. In definitiva i partner si liberano da credenze e doverizzazioni che possono compromettere la qualità del sesso. Un esempio tipico di pensiero che non aiuta l’uomo con problemi di mantenimento dell’erezione può essere “Stavolta devo riuscirci”, mentre un pensiero tipico della donna può essere “Devo impegnarmi a riuscire a fargli mantenere l’erezione”. Attraverso la focalizzazione sensoriale, nessuno dei due ha l’obbligo o il dovere di mantenere e/o provocare l’erezione e non c’è alcun tipo di pressione o ansia. Se prendiamo in considerazione la teoria dell’apprendimento, è comprensibile come questo presupposto possa creare le radici per l’estinzione di emozioni, come l’ansia, che sfavoriscono il rapporto sessuale. Con questa tecnica mansionale si favorisce nell’uomo e nella donna un senso di rilassamento e scioltezza che vanno a diminuire, progressivamente, e dissipare l’ansia anticipatoria che funge spesso come premonitore di un possibile insuccesso. Di conseguenza, le sensazioni ed emozioni positive suscitate dai vari step che caratterizzano la focalizzazione sensoriale, vanno a fungere da veri e propri rinforzi e ad impattare sul benessere sessuale. Esistono due tipi di focalizzazione sensoriale: I e II.

Focalizzazione sensoriale I

In questa fase il terapeuta, con prescrizioni chiare e precise, chiede alla coppia di non avere alcun tipo di rapporto sessuale e si accerta del punto di vista dei pazienti prima di chiudere la seduta. Chiede, quindi, alla coppia di cercare un momento e uno spazio adatto e, dopo aver provato a lasciare andare ogni tipo di preoccupazione diversa dalla questione sessuale, dà loro l’indicazione di farsi una doccia e di andare a dormire senza vestiti addosso. Chiede, inoltre, che si accarezzino l’un l’altro, definendo in seduta chi inizierà per primo, e specificando che è essenziale che non vengano toccate e/o accarezzate le zone erogene e/o genitali. Le carezze è importante che siano il più gentili e tenere possibile e che vadano ad esplorare reciprocamente tutte le zone del corpo del partner: si parte dalla nuca, per passare dalla schiena fino ai piedi. Il partner che riceve le carezze ha il compito di porre consapevolezza unicamente sulle proprie sensazioni. È importante che non si preoccupi, ad esempio, che la moglie possa stancarsi o annoiarsi e che si “perda” sulle proprie sensazioni corporee. È essenziale che i partner comunichino eventuali fastidi o punti di eccitazione scoperti durante la mansione, così che possano capire che cosa piace all’altro in modo da poterlo replicare nelle sessioni successive e al di fuori della terapia. La focalizzazione sensoriale I termina quando i partner si sentono totalmente soddisfatti.

Focalizzazione sensoriale II

La focalizzazione sensoriale II è di norma successiva alla focalizzazione sensoriale I, anche se in alcuni casi il trattamento può iniziare assegnando già questo compito. Il terapeuta in questa fase dà istruzioni precise e dettagliate in merito al legame di piacere genitale e specifica che l’obiettivo non è quello di arrivare all’orgasmo, ma di produrre eccitamento. In definitiva la prescrizione è quella di accarezzare un po’ dappertutto il corpo del partner con l’intento specifico di portarlo all’eccitazione. Si chiede alla coppia di osservare l’interazione tra i due e si forniscono tutte le medesime indicazioni della focalizzazione sensoriale I (consapevolezza sulle sensazioni corporee e non sulla performance). Ad esempio, nel caso specifico di un deficit di erezione, nella focalizzazione sensoriale II è previsto che il terapeuta rassicuri la coppia sul fatto che l’obiettivo della mansione è quello di provare eccitazione e non di ottenere e mantenere un’erezione.

Al termine della focalizzazione I e II, il terapeuta chiederà ai pazienti il dettaglio di ogni aspetto riscontrato durante la mansione. Questo aspetto è cruciale poiché racchiude sia gli aspetti positivi, i quali possono fungere da rinforzo positivo per le sessioni successive, che quelli negativi che, di conseguenza, possono permettere di apportare le necessarie modifiche da applicare nel corso della terapia.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Dèttore D. La terapia sessuale. In Galeazzi A., Meazzini P.  (2004), Mente e comportamento. Trattato italiano di psicoterapia cognitivo-comportamentale. Milano: Giunti Editore.
  • Fenelli A. & Lorenzini R. (2012). Clinica delle disfunzioni sessuali. Roma: Carocci Editore.
  • Kaplan, H. S. (1976). Manuale illustrato di terapia sessuale. Milano: Universale economica Feltrinelli.
  • Masters, W. H. & Johnson, V.E. (1970). Human Sexual Inadequacy. Toronto; New York: Bantam Books.
  • Seal, B., N. & Meston, C., M. (2018). The Impact of Body Awareness on Women’s Sexual Health: A Comprehensive Review. Sexual Medicine Reviews, 4 (1) 990-1000.
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