L’ultimo incontro, organizzato da Studi Cognitivi per approfondire alcuni aspetti psicologici relativi all’emergenza Covid-19, ha avuto come protagoniste le Dr.sse Rebecchi, Mazzocco e Ascani. Il webinar del 5 giugno ha esposto un protocollo per il trattamento gruppale online in risposta al disagio scaturito dalla pandemia e dalle sue conseguenze.
Le docenti hanno fornito i dati della letteratura scientifica, chiarito le motivazioni che hanno portato alla creazione dell’intervento e hanno illustrato il protocollo sia nei suoi aspetti organizzativi che operativi, proponendo anche esercizi esperienziali.
La Dr.ssa Rebecchi ha spiegato come la psicologia clinica e quella d’emergenza siano le discipline a cui far riferimento nel rispondere alle numerose richieste di aiuto per la gestione dello stress conseguente al contesto pandemico. L’impatto globale del SARS-CoV-2 sulla salute pubblica è senza precedenti e ha messo in discussione tutti i clinici: sono saltati alcuni criteri diagnostici (per esempio, non possiamo più parlare di disturbo acuto da stress per la durata del fenomeno, non è un evento paragonabile a un terremoto) e sono cambiati i setting d’intervento. La letteratura a riguardo è in fase di produzione e non si hanno ancora abbastanza informazioni sul virus, sulle conseguenze e sull’impatto psicologico a breve, medio e lungo termine.
L’idea di un protocollo per il trattamento gruppale cognitivo-comportamentale nasce da Studi Cognitivi. Le motivazioni alla base della sua realizzazione sono:
- costruire un protocollo breve per la gestione dello stress e delle reazioni emotive (ansia, umore deflesso e rabbia), nell’ottica di trovare un nuovo adattamento;
- individuare un contesto (quello di gruppo) in grado di favorire la conoscenza, comprensione e condivisione di una varietà di eventi stressanti, delle diverse reazioni emotive e comportamentali (positive e negative) e delle possibili risorse di fronteggiamento;
- dare attenzione alla peculiarità del fenomeno pandemico Covid-19, che comprende diverse variabili: la paura della malattia o del contagio, le reazioni alle misure di prevenzione, ai dispositivi e al susseguirsi delle fasi, lo smarrimento causato da informazioni contrastanti, l’incertezza per il futuro, …
I gruppi CBT-Covid-19 hanno lo scopo di favorire la gestione dello stress derivante dalla situazione attuale di emergenza e si articolano in 6 incontri a cadenza settimanale da 1 ora e mezza ciascuno. I gruppi sono composti da un massimo di 8 partecipanti e due conduttori. Alla fine del ciclo di incontri sono stati pensati 3 follow-up per monitorare i livelli di stress (a 1 mese, 3 mesi e 6 mesi). I criteri di ingresso al gruppo, necessari per la valutazione di efficacia e per poter estendere il protocollo, sono:
- la presenza di una sintomatologia reattiva o di un disagio significativo legato ai contenuti di paura del contagio o a reazioni emotive nei confronti dei dispositivi e delle conseguenze;
- il raggiungimento di punteggi soglia (cut-off): IES > 33 e CORE > 14;
- l’assenza di una diagnosi di disturbo d’ansia, depressione e PTSD (criteri rilevati tramite colloquio clinico).
Da non sottovalutare, inoltre, la disponibilità dei partecipanti a lavorare in 1 ora e mezzo ogni settimana online in uno spazio tranquillo e intimo.
L’incontro preliminare e i 3 follow-up prevedono la compilazione di una batteria testale, sulla piattaforma inTherapy, composta da:
- CORE-OM: utile per la valutazione di esito; permette di analizzare diversi domini: il benessere soggettivo, i sintomi-problemi, il funzionamento e i rischi per sé e per gli altri.
- GAD-7 (Generalized Anxiety Disorder 7): il self-report maggiormente utilizzato per lo screening dei disturbi d’ansia.
- PHQ-9 (Patient Health Questionnaire – 9): una scala che misura i sintomi depressivi relativi alle ultime due settimane.
- IES-R (Impact of Event Scale – Revised): il più diffuso strumento per la valutazione di screening della sintomatologia post-traumatica.
Tutti gli incontri sono stati pensati con un’architettura simile: un riassunto della seduta precedente, la revisione degli homework, un’introduzione riguardante l’obiettivo dell’incontro, un brainstorming sulle sedute precedenti e sull’argomento del giorno, l’informativa, alcuni esercizi esperienziali e gli homework per consolidare gli apprendimenti.
Incontro 1: Quali eventi critici di stress
Il primo incontro si apre con la presentazione dei partecipanti e delle regole del gruppo, necessarie per garantire la condivisione e la privacy. Dopo questo primo momento si prosegue con l’esplorazione, la validazione e la normalizzazione dei vissuti emotivi, dei pensieri e delle reazioni alla pandemia riportate da ogni membro del gruppo. Successivamente vengono spiegate le varie fasi che ogni persona attraversa quando è esposta ad eventi stressanti (informativa) e vengono contestualizzate le reazioni emerse durante l’esplorazione (sintomi cognitivi, emotivi e comportamentali). L’intervento si conclude con l’esercizio del posto al sicuro, che costituirà anche l’homework della settimana per i partecipanti.
Incontro 2: Tecniche di gestione allo stress
Nel corso del secondo incontro viene spiegato cosa sono gli indicatori somatici di disregolazione e la finestra di tolleranza (Siegel, 2003) e vengono introdotte alcune tecniche di gestione dello stress a partire dalle situazioni condivise dai membri del gruppo durante l’intervento precedente. Nell’ottica di rispondere a diverse esigenze ed esperienze, gli esercizi proposti e insegnati vanno in due diverse direzioni:
- regolare l’iperattivazione del sistema simpatico: calmare l’attivazione con esercizi di ri-orientamento, ridurre la tensione e regolare il respiro;
- regolare l’ipoattivazione del sistema parasimpatico: aumentare l’attivazione con esercizi di ri-orientamento, aumentare la tensione e regolare il respiro.
Incontri 3, 4 e 5: Le emozioni e la pandemia
Gli incontri 3, 4 e 5 sono dedicati alle emozioni che più spesso hanno accompagnato la popolazione durante la fase di emergenza sanitaria da Covid-19: l’ansia, le sensazioni depressive e la rabbia. Infatti, non sono rari i casi di forti preoccupazioni per un possibile contagio, angosce per un futuro incerto, una profonda tristezza per l’isolamento o per le difficoltà nella gestione dei figli e dirompenti arrabbiature dovute al mancato rispetto delle regole di prevenzione.
Ognuno di questi incontri prevede una fase di sintetica informativa sull’emozione e sulle sue caratteristiche, la costruzione di ABC a partire dagli episodi condivisi dai partecipanti, la disputa dei pensieri disfunzionali e l’individuazione di pensieri alternativi. Durante ogni intervento, inoltre, vengono fornite delle strategie utili per affrontare lo stato interno preso in esame:
- accettazione Be A.W.AR.E (Beck, A.T., Emery, G. & Greenberg, R.L. 1985), training attentivo (Wells, 2012) e rilassamento progressivo di Jacobson (Goldwurm, G. F., Sacchi, D., & Scarlato, A. 1986) per l’ansia;
- accettazione della tristezza, identificazione delle risorse e programmazione di attività piacevoli (Leveni, 2018) nel caso delle sensazioni depressive;
- stop del pensiero (Johnson, 1999) e respirazione lenta (Andrews, 2003) per la rabbia.
Incontro 6: Utilizziamo le risorse
Durante l’ultimo incontro si effettua un riepilogo degli interventi precedenti e si prova ad individuare ed imparare vecchie risorse e nuove tecniche per affrontare in modo più funzionale le situazioni difficili. Inoltre, partendo dalle problematiche emerse nel ciclo di incontri, verrà dedicato uno spazio alla prevenzione delle ricadute, identificano eventuali segnali di stress e le possibili strategie alternative.