Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo si può presentare secondo un ampio ventaglio di tipologie cliniche. Tra queste è presente il Disturbo Ossessivo-Compulsivo da Relazione (Relationship Obssessive-Compulsive Disorder; RDOC) che si manifesta nel contesto delle relazioni intime.
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni, ossia pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e intrusivi, che l’individuo tenta di contrastare o neutralizzare attraverso le compulsioni, cioè comportamenti ripetitivi o rituali mentali. Le compulsioni servirebbero a prevenire o ridurre l’ansia, o le conseguenze indesiderate che accadrebbero se non si mettessero in atto tali rituali. La connessione tra la preoccupazione ossessiva e la compulsione tende ad essere irrealistica o illogica (American Psychiatric Association, 2013).
Il DOC si può presentare secondo un ampio ventaglio di tipologie cliniche. Tra queste, è presente il disturbo ossessivo-compulsivo da relazione (relationship obssessive-compulsive disorder; RDOC), un’espressione del DOC in cui i sintomi si manifestano nel contesto delle relazioni intime (Doron, Derby, & Szepsenwol, 2014). In particolare, i sintomi possono essere orientati alla relazione (relationship-centered) o centrati sul partner (partner-focused). Queste due manifestazioni sintomatologiche di DOC possono coesistere e rinforzarsi a vicenda.
Nel ROCD centrato sulla relazione, la persona si interroga su quanto sia “giusta” la propria relazione e ha dubbi sui propri sentimenti verso il partner o viceversa, sui sentimenti del partner verso di sé (Doron, Derby, Szepsenwol, & Talmor, 2012a). Le compulsioni consistono nel monitorare continuamente i propri stati interni (“Lo amo davvero? Quanto sono realmente attratto?”), nel formulare pensieri neutralizzanti (es. immaginarsi felici insieme), nel cercare rassicurazioni o nel controllare ripetutamente la qualità della propria relazione (Doron & Derby, 2017; Doron, Derby, Szepsenwol, &Talmor, 2012b).
Nel DOC da relazione centrato sul partner invece, le ossessioni consistono in preoccupazioni eccessive rispetto a difetti percepiti nel proprio partner in vari ambiti: intelligenza, moralità, socievolezza e aspetto (Doron e colleghi, 2012a). Le compulsioni invece riguardano paragoni continui delle caratteristiche del proprio partner con quelle di altri ipotetici partner, controllare i comportamenti del partner o le sue capacità e analizzare ripetutamente le sue qualità e difetti.
Melli, Bulli, Doron e Carraresi (2018) hanno effettuato uno studio per verificare il contributo relativo di alcune credenze disadattive sul mantenimento dei sintomi nel DOC da relazione. In particolare, gli autori hanno considerato gli effetti di credenze relative al DOC, del perfezionismo e di credenze riguardanti le relazioni, valutando separatamente gli effetti sui due sottotipi di DOC da relazione.
Lo studio ha coinvolto 124 partecipanti con diagnosi di RDOC, a cui è stata somministrata online una batteria di questionari. Tra questi vi sono: la versione italiana del Relationship Obsessive-Compulsive Inventory (ROCI; Melli e colleghi), per misurare la presenza di sintomi di RDOC orientato alle relazioni, e la versione italiana del Partner-Related Obsessive-Compulsive Symptoms Inventory (PROCSI; Melli e colleghi), per misurare i sintomi del RDOC centrato sul partner.
È stata somministrata la versione italiana della Frost Multidimensional Perfectionism Scale (FMPS; Lombardo, 2008), che misura sei aspetti del perfezionismo: 1) standard personali elevati, 2) preoccupazione per gli errori, 3) dubbi sulle azioni, 4) aspettative genitoriali elevate, 5) critiche genitoriali, 6) tendenza all’organizzazione e all’ordine.
Nella batteria di questionari è presente anche l’Obsessive Beliefs Questionnaire-20 (OBQ-20; versione italiana di Melli, Ghisi, Bottesi. & Sica, 2014), che misura credenze legate al DOC tra cui sovrastima della minaccia e della propria responsabilità, intolleranza all’incertezza e importanza dei pensieri e di riuscire a controllarli.
Infine, i partecipanti hanno risposto alla Relationship Catastrophization Scale (RECATS; Doron et al., 2016), che misura la sovrastima delle conseguenze negative di essere soli, di terminare una relazione e di trovarsi in una relazione sbagliata; e alla versione ridotta della Depression Anxiety Stress Scales-21 (DASS; Clara et al., 2001), che misura depressione, ansia e stress.
I risultati indicano che il perfezionismo, in particolare preoccuparsi continuamente dei propri errori e dubitare costantemente delle proprie azioni, sono fattori che contribuiscono a mantenere i sintomi del ROCD centrato sulle relazioni. Una persona con ROCD per esempio potrebbe interpretare un litigio non come un normale aspetto di una relazione, ma come un errore inaccettabile, un fallimento. Anche le credenze catastrofiche di essere in una relazione sbagliata o di rimanere soli risultano correlati al ROCD orientato alle relazioni. In questo caso, la persona da un lato si preoccupa continuamente di non stare con il partner giusto, dall’altro pensa che sarebbe terribile ritrovarsi sola. Di conseguenza, si sente intrappolata nella relazione.
La paura di essere nella relazione sbagliata risulta associata al ROCD focalizzato sul partner. In questo caso, la persona si chiede ossessivamente (oltre un normale dubbio) se il partner con cui sta sia davvero “l’amore della sua vita” o se non vi sia là fuori un partner migliore dell’attuale. Il timore è che ciascuna delle due opzioni possa portare a rimpianto.
Le credenze disadattive che accomunano il pensiero di chi soffre di DOC in generale invece sembrerebbero influire indirettamente sul ROCD, aumentando stress, ansia e depressione.
Sebbene questi risultati siano interessanti e utili a livello clinico, per poter trarre conclusioni più solide gli autori suggeriscono che i fattori predittivi di ROCD, orientato alle relazioni e centrato sul partner, vengano studiati attraverso studi longitudinali, con un criterio di inclusione dei pazienti diagnosticati con ROCD più rigido e con un gruppo di controllo di individui sani.
La ricerca sul ROCD è infatti necessaria per individuare i fattori specifici su cui agire a livello clinico quando si incontrano pazienti con DOC da relazioni.