Apprendere richiede costanza e impegno e l’errore fa parte di questo processo. L’errore è naturale e fisiologico quando si impara, allora perché è tanto temuto? Questa e altre tematiche vengono affrontate nel libro Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere.
È possibile favorire l’apprendimento nei bambini riducendone la fatica?
Che ruolo giocano le emozioni a scuola?
Si può pensare una didattica a misura di emozioni?
A queste e molte altre domande risponde Daniela Lucangeli nel suo ultimo libro Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere, destinato a insegnanti e genitori e a chiunque abbia a cuore l’educazione dei più piccoli.
L’autrice è Daniela Lucangeli – Professore universitario di Psicologia dello Sviluppo a Padova e presidente dell’Associazione Nazionale per gli Insegnanti Specializzati (CNIS) – e da tempo promuove in rete la diffusione di contenuti scientifici relativi alla didattica nelle scuole.
L’obiettivo è proporre una didattica che tenga conto di ciò che la psicologia spiega sui processi di apprendimento. Garantire benessere e gratificazione al bambino è prioritario.
Se un bambino impara con gioia,
la lezione si inciderà nella mente insieme alla gioia.
Nella sua memoria resterà traccia dell’emozione positiva
che gli dirà: – Ti fa bene, continua a cercare!
In cinque lezioni brevi e chiare sono sintetizzati i risultati di numerosi anni di ricerche universitarie.
Quali sono i processi psicologici che favoriscono e rendono più a “misura di bambino” l’apprendimento scolastico?
Lezione 1 – La scuola dell’abbraccio
Educare la mente senza educare il cuore significa non educare affatto.
Gli emisferi cerebrali sono strettamente connessi: le funzioni cognitive e le emozioni sono in rapporto di reciproca interdipendenza.
Si parla di “warm cognition” (trad: cognizione calda): cognizioni ed emozioni sono interconnesse; a ogni pensiero corrisponde un “sentire” emozionale del cervello.
Quando il cervello apprende sperimenta emozioni positive e crea una “traccia emozionale” che renderà piacevole il ricordo di quell’apprendimento. Come esseri umani siamo portati a ricercare e a ripetere ciò che ci procura benessere: pertanto se impariamo con piacere desideriamo continuare a farlo.
Viceversa, se imparare ci porta a sperimentare emozioni negative, come ansia o paura, allora quella situazione diventerà per noi una situazione di “pericolo”: si attivano risposte di allerta al posto di quelle piacevoli.
Per il bambino, imparare una nozione o un concetto sarà associato a sensazioni a cui desidera sottrarsi.
Si innesca un corto circuito emozionale: l’ansia ostacola l’apprendimento, generando paura e senso di inadeguatezza.
Come si può evitare che questo accada?
- Riducendo la paura dell’errore e lasciando al bambino la possibilità di sbagliare
- Infondendo coraggio e fiducia al piccolo allievo
- Accendendo gli “interruttori emozionali” che generano emozioni piacevoli durante l’apprendimento:
L’abbraccio
La carezza
Il sorriso
La voce
L’allegria dell’insegnante
Lezione 2 – Sbagliando si impara
Apprendere richiede costanza e impegno e l’errore fa parte di questo processo.
L’errore è naturale e fisiologico quando si impara, allora perché è tanto temuto?
Quando il bambino sbaglia ci pone subito queste domande:
- di chi è la colpa, dell’insegnante o del bambino?
- c’è un problema o una patologia nel bambino?
Anche se l’errore è una preziosa fonte di informazioni, la connotazione che gli diamo è fortemente negativa.
Quali domande alternative possiamo porci per integrare in maniera più utile l’errore nel processo di apprendimento del bambino?
- In che fase del processo di apprendimento il bambino ha trovato difficoltà?
- Cosa ostacola il processo di assimilazione?
- Quali strategie posso utilizzare per superare l’ostacolo?
L’errore da colpa o sintomo diventa allora bussola per orientare la didattica verso il bambino in difficoltà.
Cosa può fare la scuola?
- Valutare per misurare e non per giudicare.
- Esporre il bambino a un ambiente adatto alle sue esigenze di apprendimento.
- Facilitare il compito rendendolo più semplice e quindi fattibile.
- Insegnare strategie utili per affrontare la difficoltà, senza che essa rimanga un ostacolo insormontabile.
- “Allearsi” con l’allievo e non con l’errore.
Lezione 3 – Verso il successo scolastico
Favorire il successo scolastico significa prima di tutto promuovere la motivazione nel bambino.
Le emozioni negative come paura o ansia da prestazione ingolfano la memoria di lavoro e rendono faticoso l’apprendimento.
Al contrario le emozioni piacevoli come la gratificazione e la gioia portano le informazioni a un livello più profondo di analisi. Le informazioni non rimangono in superficie come nozioni, ma si integrano a un livello più profondo con le conoscenze.
Quindi promuovere il successo scolastico significa sostenere le emozioni positive con azioni specifiche:
- promuovere il senso di autoefficacia: il bambino, sperimentando successo in ciò che fa, aumenta la sua motivazione a ripetere l’esperienza dell’apprendimento
- dosare il compito affinché l’impegno non sia troppo alto rispetto alle capacità del bambino (per evitare il senso di impotenza) ma allo stesso tempo nemmeno troppo facile perché non subentri il senso di noia
- spostare l’accento dalla abilità (non sono capace) alla strategia (individuare il modo giusto per riuscirci)
- ricordare che il cervello è plastico: l’impegno e la costanza creano nuove competenze che rendono meno faticoso l’apprendimento
- porre richieste adeguate a nutrire nel bambino la fiducia di potercela fare
Lezione 4 – Stare male a scuola
Nel 2018 L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha segnalato un preoccupante aumento dei disturbi depressivi in età evolutiva. Umore instabile e disturbi della condotta hanno forti ripercussioni sui processi di apprendimento a scuola.
In questo momento storico è quanto mai necessario che si crei un ponte fra scuola e psicologia. Comprendere cosa fa stare bene o cosa crea disagio a un bambino è il primo passo per sostenerlo nella suo percorso di crescita, di cui la scuola rappresenta una fase fondamentale. Non solo per gli apprendimenti, ma anche per le relazioni coi coetanei, per la socialità e l’acquisizione delle competenze emozionali.
Sostenere l’apprendimento significa quindi sostenere anche il benessere a scuola:
- evitando un eccessivo carico cognitivo che richieda l’assimilazione di troppe informazioni
- promuovendo l’elaborazione creativa delle informazioni più che la loro memorizzazione
- facilitando i processi di auto regolazione emotiva nei bambini affinché le emozioni di ansia, paura e stress siano controbilanciate dalla fiducia, il senso di sfida e l’interesse
Lezione 5 – Tutti bravi con i numeri
Nonostante l’intelligenza numerica sia dal punto di vista evolutivo la più antica (nasca cioè prima di quella linguistica), oggi nei primi sei anni di vita scarsa attenzione è data al potenziamento delle abilità numeriche.
Così come la facoltà linguistica ha bisogno di esposizione ed esercizio per essere affinata, anche le abilità di calcolo richiedono lo stesso impegno.
Le lettere dell’alfabeto hanno una natura fonologica, i numeri invece hanno una natura visuo-spaziale (è la posizione del numero all’interno di una cifra a determinare il valore di quel numero – in 123 e 321 il valore del 3 è diverso in funzione della sua posizione).
Abituare all’uso delle abilità numeriche significa abituare al calcolo mentale, senza ridurre l’apprendimento alla semplice assimilazione delle regole.
Imparare a nuotare e saperlo fare è cosa diversa dal saper elencare le azioni necessarie per farlo.
Da una dimensione descrittiva occorre passare una prassi che renda effettivo l’apprendimento. Nel nuoto come nella matematica.
Il libro di Daniela Lucangeli in poco più di 100 pagine offre spunti e apre spazi di riflessione su temi di interesse comune per insegnanti e genitori.
Le cinque lezioni che compongono il testo sono corredate da una ricca bibliografia che propone utili approfondimenti per chi desidera impegnarsi in una didattica a misura di bambino e ricca di emozioni positive.