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I legami di coppia

Quanto i comportamenti mesi in atto e il modo di vivere le relazioni e l'amore si possono tramandare di generazione in generazione?

Di Mariano Indelicato

Pubblicato il 03 Mar. 2020

Amore e relazioni: il peso delle proprie esperienze di vita e dell’eredità di generazioni precedenti nel vivere serenamente un rapporto di coppia. Un’attenta analisi attraverso riferimenti letterari.

 

In uno dei capitoli precedenti ho scritto che l’ethos del legame di coppia non riesce a reggere l’urto del pathos. La norma che viene messa in crisi, per dirla con Cigoli, è che il contesto nel quale si inseriscono le relazioni di coppia si

regge sull’obbedienza dei figli e sulla loro capacità di generare.

A proposito del romanzo borghese Cigoli afferma che:

ciò che passa nello scambio generazionale è il diritto a frequentare il mondo dei sentimenti.

Teresa Raquin, nell’omonimo romanzo di E. Zola, è destinata ad andare in moglie al cugino Camillo, fino a quando non arriva Lorenzo dal quale si sente attratta e innamorata. In forza di questo amore i due decidono di uccidere Camillo che costituiva un ostacolo alla loro unione. Pian piano l’amore tra i due si trasforma in insofferenza e odio tanto da arrivare ad uccidersi a vicenda sotto gli occhi compiaciuti della zia di Teresa – mamma di Camillo – che l’aveva cresciuta. La trasgressione nella scelta della persona da amare può portare all’odio e alla morte.

Nella Sposa di Lammermoor di Scott, Lucy Ashton uccide il marito, che la madre gli aveva imposto, la prima notte di nozze. Il non poter accedere al pathos porta alla follia. In effetti, Lucy dopo l’omicidio del marito sprofonda nella “pazzia” e muore da lì a breve.

Il tema della follia, ovvero del morire per amore, è presente anche in Cime Tempestose di Emily Bronte. Catherine Earnshaw non regge allo stress legato alla contesa tra l’amato Heathcliff e il marito Edgar e muore dando alla luce la figlia Caty. Catherine si trova nella stessa posizione di Lucy, anche se in questo caso l’imposizione al non sposare Heathcliff viene dalla sua educazione e, quindi, dall’interno piuttosto che da un’imposizione esterna. Dopo aver conosciuto Edgar, Heathcliff gli appare come un uomo rozzo e dai modi poco eleganti al contrario del futuro marito.

In Cime Tempestose un altro tema che viene messo in risalto è il rapporto tra odio e amore. Heathcliff ama Caterina e, in forza di questo amore, odia praticamente tutti gli altri.

Eibl-Eibesfeldt (1970), etologo allievo di Lorenz, nelle sue ricerche sulla filogenesi e psicogenesi dell’odio, sostiene che i comportamenti aggressivi e litigiosi e l’odio sono in stretto rapporto con il territorio, con il contesto. Tali comportamenti sono dettati dall’esigenza di farsi riconoscere, di dire io ci sono, di affermare la propria identità.

Heathcliff vive tre situazioni di abbandono che mettono in crisi il proprio sé: era stata abbandonato dai suoi genitori e viene portato a casa ed adottato dal papà di Caterina; viene ridotto a bracciante agricolo, alla morte del padre adottivo, dal fratellastro Hindley; viene scaricato e marchiato da Caterina che gli preferisce il più elegante Edgar. La storia di Heathcliff è un susseguirsi di costruzione di una nuova identità e di cadute all’indietro. In sostanza non riesce a crearsi una identità stabile. Solo Catherine costituisce, fino a quando non lo abbandona, per Edgar un punto di riferimento stabile. Dal momento dell’abbandono il suo unico scopo di vita diventa il bisogno di affermarsi. In questa corsa il sentimento principale che lo contraddistingue è l’odio. Si arricchisce lontano da cime tempestose, ritorna e, dopo aver mandato al fallimento il fratellastro Hindley, compra il casale del padre adottivo, sposa Isabelle, sorella minore di Edgar, pur non amandola, fa sposare il figlio Linton con Caty, figlia di Catherine, in modo che quest’ultimo possa ereditare le proprietà di Edgar, con la morte del figlio Linton, che peraltro lui non ha mai amato, eredita anche le proprietà di Edgar. E’ con quest’ultimo atto che completa la vendetta e riesce finalmente ad affermare se stesso.

Eibl-Eibesfeldt (1970) sostiene che per limitare l’aggressività e l’odio tutte le organizzazioni sociali, compresa la famiglia, hanno bisogno di una gerarchia di rango. Tale convinzione le proviene dall’osservazione del comportamento dei polli:

Se si pongono insieme polli di diversa provenienza, subito essi cominciano a combattere l’un con l’altro: gli scontri, però, diminuiscono di vivacità nel corso di alcuni giorni e infine il gruppo vive pacificamente insieme. Se si osserva più attentamente, si constata che nel corso degli scontri è stata stabilita una gerarchia di rango: i polli combattono a turno e si distribuiscono nella gerarchia a seconda delle vittorie e delle sconfitte; un pollo a che abbia vinto i polli b, c e d  sarà loro superiore: avrà accesso prioritario al cibo, al posto preferito di appollaiata e potrà anche beccare un individuo di rango inferiore se questo gli contesta la precedenza al cibo.

L’adozione di Heathcliff sconvolge l’organizzazione della famiglia Earnshaw. Si crea un legame molto forte tra l’adottato e Catherine e una forte rivalità con l’altro fratello Hindley, che il padre è costretto a mandare in collegio per chiudere la contesa e ridurre i conflitti. Di fatto la famiglia ha tutte le caratteristiche di quelle che in terapia familiare vengono definite famiglie disimpegnate, in cui le azioni dei suoi membri non producono ripercussioni reciproche, come se si muovessero in orbite isolate, tra loro scollegate. In queste famiglie vi è scarsa attenzione reciproca e scarsi tentativi di impegnarsi nel gioco comune. In termini psicologici, all’interno di queste famiglie manca quel tipo di comunicazione che permette la definizione di sé e dell’altro, ma ci si limita ad un passaggio di informazioni, non andando oltre i confini assai limitati degli scambi indispensabili per la difesa e la sopravvivenza. Manca ogni ragione di comunicare per il mero amore di comunicare. Ciò va contro il principio secondo cui, per mantenere la propria stabilità emotiva, ogni individuo ha sempre bisogno che gli altri gli rimandino un feedback di ciò che è o, magari, di ciò che può divenire. Tale feedback si manifesta, solitamente, in tre modi: attraverso la conferma, il rifiuto o la disconferma. Nella famiglia Earnshaw la disconferma diventa il modo principale di trattare l’altro. Il padre disconferma il ruolo del figlio mandandolo in collegio. Quest’ultimo alla morte del padre riduce Heathcliff al ruolo di bracciante, dicendogli apertamente tu non fai parte della famiglia. La stessa cosa fa Catherine scegliendo Edgar non tanto per amore, ma solo e semplicemente perché considera il fratellastro rozzo e poco elegante.

La mancanza di una gerarchia ben definita scatena una guerra tra i fratelli il cui presupposto è l’annullamento dell’altro e la conferma della propria identità. Lo scopo è la conquista del territorio, ovvero la tenuta di cime tempestose. L’odio generazionale, quindi, può essere letto come il tentativo di difendere il proprio sé, la propria persona, per paura di passare inosservati all’interno della storia familiare.

Nella vicende familiari di Cime Tempestose, come nella famiglia Hugo, è possibile cogliere delle ridondanze generazionali, come la scelta di Caty, che al pari della madre, tra i due figli di Heathcliff sceglie Linton perché più educato e gentile del fratello. E’ straordinario come nelle storie delle famiglie è possibile cogliere queste simmetrie che contraddistinguono i passaggi generazionali, così come le asimmetrie indicano le trasgressioni che fanno sì che la storia familiare possa essere innovata. Caty dopo la morte del marito, sposa il fratello di quest’ultimo guardando più ai sentimenti che all’educazione.

Il rapporto d’amore tra Catherine ed Heathcliff assume le caratteristiche dell’amore bordeline che è contraddistinto da un alternarsi continuo di sentimenti d’amore e di odio.

I comportamenti di Catherine sembrano contenere tutte le caratteristiche di una persona bordeline. E’ profondamente innamorata di Heathcliff e all’improvviso lo lascia per sposare Edgar. Nel momento in cui l’innamorato parte, cade in una profonda depressione, così come quando Heathcliff si sposa con Isabelle. L’amore bordeline contiene tutte le sopraddette caratteristiche, ovvero all’inizio è contraddistinto da una travolgente passione e da una intensità emotiva che difficilmente troviamo in una normale relazione. Generalmente un bordeline seduce, mostrandosi molto amorevole, dimostrando sentimenti esagerati che non prova, drammatizzando eventi e aspetti della sua vita al fine di manipolare chi gli si avvicina. Quando l’altra persona si lega, il borderline lo idealizza e lo fa sentire l’essere più importante del mondo; contemporaneamente gli fa il vuoto intorno, allontanando tutte le persone significative per l’altro in modo da tenerlo solo per sé, anche con la menzogna e l’inganno. La luna di miele, comunque, dura poco poiché subito dopo porta un violento attacco al legame cercando in tutti i modi di rompere la relazione. Spesso inizia a mettere in risalto i lati negativi del partner ed inizia ad attaccarlo profondamente. L’intensità dell’attacco è inversamente proporzionale alla forza con cui si sente legato all’altro. Subito dopo la tempesta però ritorna la quiete ed il soggetto bordeline tende a ritornare passionale fino al prossimo attacco di rabbia.

Il motto che sembra perseguire l’amore bordeline è: ti odio perché tu mi ami. In un film di Truffaut, La Mia Droga si Chiama Julie, tratto dal romanzo Vertigine Senza Fine di Wlliam Irish, la protagonista si sposa con un uomo che l’adora. Ella lo porta alla rovina economica per fuggire con l’amante che invece la sfrutta. Il marito la perdona, ma più la perdona più lei si accanisce arrivando a pensare di ucciderlo.

I suddetti comportamenti rimandano ancora una volta alla trasmissione generazionale. Le problematiche legate all’amore bordeline, in particolare, sono state correlate con l’attaccamento disorganizzato. Main e Salomon (1986 -1990) hanno aggiunto ai tre tradizionali partner di attaccamento (sicuro, insicuro-evitante e insicuro-ambivalente) un quarto partner, appunto quello disorganizzato-disorientato. I bambini con questo tipo di attaccamento presentano un’alterata rappresentazione del sé e dell’altro che spesso comportano dei vissuti duplici e contraddittori. I bambini si sentono contemporaneamente attratti e spaventati dalla figura di attaccamento. O’Connor (1987), Radke-Yarrow (1995) e Lyons-Ruth (1996) hanno messo in risalto che questi bambini provengono da famiglie caotiche e maltrattanti, oppure con madri gravemente depresse o bipolari o alcoliste o adolescenti ed economicamente svantaggiate. E’ chiaro ed evidente che un genitore alcolista, maltrattante e abusante incute nel bambino, a causa dei suoi comportamenti, paura perché costituisce per lui una reale fonte di pericolo, ma nello stesso tempo egli si sente attratto di suoi genitori.

Main ed Hesse (1992) hanno individuato una figura di attaccamento “spaventata-spaventante” che spesso si trova immersa nel suo dolore e nel suo mondo interiore a seguito di qualche esperienza dolorosa vissuta nel passato. E’ il caso di genitori che hanno traumi e lutti non risolti nel proprio passato. Lyons-Ruth, Bronfman e Atwood (1999) hanno introdotto il concetto di “diatesi relazionale” per porre l’attenzione sugli eventi traumatici specifici occorsi nella storia della figura di accudimento con quella sui processi relazionali disregolati e non-reciproci tra genitore e figlio, caratterizzati da ostilità e impotenza. In sostanza si tramandano alle generazioni successive i nuclei conflittuali non risolti. Il “ti odio perché tu mi ami” così si lega alla paura di essere abbandonati, maltratti e/o traditi. L’amore bordeline, da un lato, tenta di mettere alla prova la forza della relazione e la qualità dei sentimenti e, dall’altro, è la risultante della paura di rivivere esperienze dolorose. Rompo la relazione prima che tu mi abbandoni.

Al contrario, vi è anche il “ti odio perché tu non mi ami” come ne Il Rosso e il Nero di Stendhal, nel quale il giovane precettore Julien muore sulla ghigliottina a seguito del tentativo di uccidere la sua precedente amante, Madame de Rènal, che lo aveva denunciato come truffatore per la nuova relazione con la marchesa Mathilde de la Mole.

Cercare di sfuggire alle proprie origini per entrare in una classe sociale più alta comporta esporsi ad enormi rischi. Julien è figlio del proprietario di una segheria, ma è un amante degli studi di letteratura latina e di teologia. Sotto la guida del curato della sua parrocchia studia e questo gli permette di farsi assumere come precettore dalla famiglia Rènal. Qui nasce una relazione con la padrona di casa che verrà scoperta dal marito a seguito di una lettera anonima. Julien è costretto a lasciare il lavoro, rifugiandosi in seminario per proseguire gli studi teologici. Per la sua brillantezza intellettuale viene assunto come segretario di casa dal Marchese de la Mole dove si innamora della figlia Mathilde. Quest’ultima oscilla tra l’amore per Julien e la conservazione della sua posizione sociale fino a quando non annuncia al padre la sua volontà di sposare il segretario del quale è incinta. Saputo del matrimonio, Madame de Rènal scrive una lettera al Marchese raccontando la relazione avuta con il futuro sposo in cui l’accusa di truffa. Il Marchese, che aveva acconsentito alle nozze della figlia, crede alle accuse e caccia di casa Julien. Quest’ultimo, nel tentativo di vendicarsi, spara in chiesa a Madame de Renal, ferendola, e viene condannato a morte. Malgrado i tentativi di Mathilde e della stessa pentita Madame de Renal di salvarlo, la condanna viene eseguita.

Howe sostiene che

Julien Sorel è un uomo che muove una sua guerra segreta alla società e questa guerra lo turba tanto, non avendo egli una solida base di principi, da costringerlo a passare metà del suo tempo a combatterla contro le sue amanti e contro se stesso.

Non avere una solida base di principi vuol dire non conoscere o disconoscere, come nel caso di Julien, la propria storia generazionale, nel non riconoscersi all’interno della propria stirpe. Se sul non conoscere Stendhal non scrive niente, sul disconoscere impernia tutto il romanzo. Julien scappa dal padre, che gli rinfaccia i soldi spesi per averlo fatto studiare, e da una realtà provinciale in cui il giudice di pace e il vicario si scontrano per quattro colonne di marmo eppure non riesce a scrollarsi di dosso le sue origini. Esplicativa è la frase che egli pronuncia alla giuria in tribunale durante il suo processo:

Signori, non ho l’onore di appartenere alla vostra classe …..” .

Il dramma per Julien è che:

la sua principale protesta contro la società è che essa lo coarta: egli è amareggiato, soprattutto, perché essa non gli vuol permettere di abbandonare, e forse tradire, la propria classe sociale (Howe).

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Eibl-Eibesfeldt, I., (1970), Amore e odio. Per una storia naturale dei comportamenti elementari, Milano: Adelphi, , 1996.
  • Zola, E. (2007). Therese Raquin, Milano: Rizzoli.
  • Scott, W. (2004). La sposa di Lammermoor, Milano: Garzanti.
  • Brontè, E. (2011). Cime tempestose, Gazzada Schianno (VA).
  • Irish, W. (1970). Vertigine senza fine, Milano: Mondadori.
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  • Main M., Solomon J., (1986) "Discovery of an insecure disorganized/disoriented attachment pattern: procedures, findings and implications for classification of behaviour". In Yogman M.W., Brazelton T.B., Affective development in infancy. pp. 95-124. Ablex, Norwood, NJ.
  • O'Connor M., Sigman M., Brill N. (1987). Disorganization of attachment in relation to maternal alcohol consumption. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 55: 831-836.
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  • Stendhal (2008). Il Rosso e il Nero, Milano: Garzanti.
  • Howe, I., (1957), Politcs and novel (Trad. It. De Angelis, G., Politica e romanzo, Milano: Lerici, 1962).
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