Francine Shapiro è nata a New York, il 18 febbraio del 1948, ed è nota per aver sviluppato la terapia dell’ Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR), un approccio psicoterapeutico in grado di curare i sintomi nelle persone che hanno vissuto un evento traumatico.
Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano
Francine Shapiro è laureata in Letteratura inglese alla New York University, e ha conseguito il dottorato in psicologia clinica presso la Scuola professionale di studi psicologici a San Diego, in California.
EMDR: la scoperta di Francine Shapiro
Proprio durante gli anni di dottorato, osservò, mentre passeggiava in un parco, che il movimento degli occhi, da destra a sinistra, agevola la riduzione delle emozioni negative legate a ricordi traumatici. Quindi, muovere gli occhi da destra a sinistra significa, da un punto di vista neuoro-psicologico, agevolare lo scambio di informazioni tra i due emisferi facilitandone la comunicazione.
Partendo da questo presupposto Francine Shapiro sviluppò ulteriori ricerche in ambito neuropsicologico che si conclusero con la pubblicazione di un libro nel 1989. Inoltre, diede vita a un vero e proprio approccio terapeutico molto utilizzato in ambito clinico.
Francine Shapiro è una ricercatrice senior presso il Mental Research Institute di Palo Alto, in California, ed ha ricevuto il premio Distinguished Scientific Achievement in Psychology Award per lo sviluppo dell’ EMDR. Nel 2002 le sono stati riconosciuti i seguenti premio: L’International Sigmund Freud Award for Psychotherapy, il Distincished Scientific Achievement in Psychology Association della California Psychological Award e l’American Psychological Association Division Award per il prezioso contributo dato alla pratica clinica in materia di trauma.
È direttore esecutivo dell’ EMDR Institute di Watsonville, in California, ed è la fondatrice e presidente del programma di assistenza umanitaria EMDR, che offre assistenza e soccorso in caso di calamità e formazione EMDR gratuita ai professionisti di tutto il mondo. Francine Shapiro lavora nella California del Nord come psicologo clinico autorizzato.
L’ EMDR e le conseguenze di un trauma
Francine Shapiro sostiene che quando si subisce un trauma, i ricordi a esso legati non sono completamente elaborati e i ricordi dolorosi a esso collegati possono riemergere alla memoria tramite flashback intrusivi, incubi notturni e ansia, con conseguente messa in atto di evitamenti.
In questi casi entrerebbe in gioco l’ EMDR, che facilita il processo volto ad affrontare il trauma, riducendo il sovraccarico emotivo e consentendo di gestire correttamente i ricordi e i comportamenti che ne derivano.
L’ EMDR si basa da un punto di vista neuropsicologico sul modello di elaborazione adattiva dell’Informazione. Secondo questo paradigma, l’ evento traumatico vissuto dal soggetto è immagazzinato in memoria insieme alle emozioni, percezioni, cognizioni e sensazioni fisiche disturbanti caratterizzanti quel momento. Tutte queste informazioni immagazzinate in modo non adattivo, restano in superficie all’interno delle reti neurali e non si connettono ai ricordi già presenti in memoria. Tali informazioni essendo bloccate, non possono essere elaborate e di conseguenza continuano a provocare disagio nel soggetto, che si può manifestare con un sintomo d’ansia. Tali ricordi non spariscono facilmente, infatti ci sono persone che dopo molti anni dall’evento traumatico soffrono in relazioni a determinati ricordi, compromettendo il proprio benessere.
L’obiettivo dell’ EMDR, dunque, è riattivare il naturale processo di elaborazione delle informazioni presenti in memoria per giungere ad una risoluzione adattiva del trauma attraverso la creazione di nuove connessioni più funzionali. In questo caso, è possibile leggere l’evento disturbante secondo una diversa prospettiva.
L’ EMDR, nello specifico, si focalizza sul ricordo dell’ esperienza traumatica per facilitarne il normale processo di elaborazione. Durante questo percorso si utilizzano i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra per facilitare la comunicazione intra-emisferica volta a elaborare il trauma.
Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi traumatici desensibilizzati, perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento è rapido, indipendentemente dagli anni trascorsi dall’evento, i pensieri intrusivi tendono a regredire, le emozioni e sensazioni fisiche perdono intensità e significato.
L’elaborazione dell’ esperienza traumatica, attraverso la desensibilizzazione e la ristrutturazione cognitiva, consentono al paziente di cambiare punto di vista rispetto all’ evento traumatico, considerando nuove credenze relative a se stessi che consentono di formulare emozioni adeguate alla situazione. Tutto questo mira a mettere in atto comportamenti più adeguati al raggiungimento dello scopo.
L’ EMDR, dunque, porta a rievocare l’ evento traumatico senza provare l’emozione negativa, ma integrando il trauma in una prospettiva più adattiva. In questo modo, il paziente attua delle associazioni più adeguate e utili da usare in futuro.
L’EMDR come approccio evidence -based
Francine Shapiro, negli ultimi anni ha dato all’ EMDR diverse evidenze empiriche, al punto che ad oggi risulta un metodo evidence based per il trattamento dei disturbi post traumatici, approvato dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010) e dal nostro Ministero della salute nel 2003. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’agosto del 2013, ha riconosciuto l’ EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati.
L’efficacia dell‘ EMDR è stata dimostrata per diversi tipi di trauma, sia per il Disturbo da Stress Post Traumatico che per i traumi di minore entità. La ricerca riguardante l’ EMDR mostra la presenza di evidenti cambiamenti neurobiologici che si verificano durante ogni seduta di psicoterapia, rendendo questo approccio terapeutico uno dei percorsi che garantisce un’efficacia neurobiologica. Le scoperte in questo campo confermano l’associazione tra i risultati clinici di questa terapia e alcuni cambiamenti a livello delle strutture e del funzionamento cerebrale.
Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano