In ambito clinico le descrizioni del Narcisismo patologico convergono su alcune caratteristiche tipiche..
Le caratterische tipiche sono l’egocentrismo smisurato, accompagnato da una preoccupazione eccessiva per il proprio valore personale, il bisogno smodato di riconoscimento da parte degli altri, la presenza di stati mentali di vuoto ed un generale impoverimento affettivo, la mancanza di un autentico interesse per gli altri e la scarsa capacità di costruire relazioni interpersonali.
Queste osservazioni hanno condotto alla definizione nel DSM III (APA, 1980) del Disturbo Narcisistico di Personalità, i cui elementi descrittivi si fondavano sulla palese manifestazione dell’auto-percezione di grandiosità, sulla mancanza di empatia e sull’attiva ricerca di ammirazione.
Narcisismo: ce ne sono 2 tipi principali
Negli ultimi decenni, tuttavia, si sono ampliate le osservazioni cliniche e gli studi condotti su pazienti narcisisti che, pur essendo avvolti in fantasie grandiose e danneggiati nelle loro capacità di costruire relazioni intime a causa della mancanza di un genuino interesse verso gli altri, manifestavano la patologia in forme diverse da quella descritta dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (Akthar & Thomson, 1982; Cooper & Romingstan, 1992; Gabbard, 1989; Gersten, 1991; Pincus & Lukowitsy, 2010).
Sulla base di tali dati si è pervenuti ad un sufficiente accordo nelle descrizioni di due principali sottotipi nel Narcisismo: il tipo grandioso ed il tipo vulnerabile.
Relativamente alla distinzione tra i due fenotipi del Narcisismo patologico, è stato rilevato come mentre nei soggetti classificabili nel sottotipo ‘Narcisismo grandioso’ prevalgono i sentimenti di superiorità e di disprezzo per le altre persone e la regolazione dell’autostima avviene mediante la creazione di un esagerato e ipertrofico senso di unicità e importanza, viceversa nel sottotipo ‘Narcisismo vulnerabile’ appaiono prevalenti le emozioni di vergogna, il senso di umiliazione e l’ipervigilanza rispetto al giudizio degli altri; entro tale sottotipo la tipica ricerca di ammirazione è sostituita dall’evitamento e dal ritiro dalle situazioni che potrebbero comportare fallimenti e rifiuti, mantenendo in tal modo la grandiosità al riparo dai rischi della vita reale, nel segreto delle fantasie.
A fronte di quanto esposto rispetto alle differenze intercorrenti tra i due fenotipi è necessario evidenziare che vari autori hanno rilevato come la maggior parte dei soggetti narcisisti presenta fluttuazioni tra manifestazioni di grandiosità e di vulnerabilità (Caligor et al., 2015; Dimaggio et al., 2003; Marissen et al., 2012; Pincus & Lukowitsky, 2010, Ronningstam, 2016); in tal senso, dunque, la sintomatologia narcisistica non risulta statica, immobile, bensì rappresenta l’espressione di processi dinamici e mutevoli sottesi ai patologici tentativi di regolazione dell’autostima.
Per ciò che concerne la comorbilità nel Narcisismo, le ricerche hanno rilevato come il Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP) si presenta più frequentemente insieme ai Disturbi di Personalità Antisociale, Borderline, Istrionico, Passivo aggressivo e Schizotipico (Levy et al., 2009; Stinson et al., 2008).
Inoltre il DNP è presente nel 5% dei casi di Disturbo Bipolare (Vieta et al., 2000) e in comorbilità con abuso di sostanze.
Per quanto riguarda i sottotipi, è stata rilevata la frequente presenza di depressione e ansia nel sottotipo ‘vulnerabile’ (Ronningstam, 2005), mentre l’uso di sostanze è frequente nel sottotipo ‘grandioso’ (Caligor et al., 2015).
Narcisismo patologico: quando il narcisista chiede aiuto
In relazione ai disturbi presenti in comorbilità assume rilevanza evidenziare che, nella maggior parte dei casi, i soggetti affetti da Disturbo Narcisistico di Personalità richiedono un intervento psicoterapeutico non in virtù di una consapevolezza di malattia bensì nel momento in cui manifestano sintomi depressivi o ansiosi che non sono più in grado di sostenere.I fattori scatenanti uno stato depressivo nel narcisista sono generalmente costituiti da relazioni interpersonali problematiche, da rifiuti o abbandoni, da mancati riconoscimenti nel contesto professionale, da un vissuto di insoddisfazione per la propria vita, da perdite o insuccessi che sminuiscono il fragile senso di grandiosità, generando nell’individuo una percezione di sconfitta e fallimento, e conseguenti emozioni di vergogna ed umiliazione.
Si rende possibile evidenziare, dunque, come la depressione narcisistica scaturisce dalla percezione di una profonda discrepanza intercorrente tra le aspettative idealizzate costruite dal soggetto e la realtà esterna.
In alcuni casi, inoltre, tale stato emotivo sfocia in un evitamento dei rapporti interpersonali fino all’estremo del ritiro sociale, al fine di proteggersi dal rischio di ricevere giudizi negativi altrui a causa della propria condizione di sofferenza emotiva.
Narcisismo: come si manifesta la sofferenza del narcisista
In relazione a quest’ultimo aspetto, infatti, le ricerche hanno rilevato che, parallelamente agli stati depressivi, i soggetti affetti da Disturbo Narcisistico di Personalità presentano frequentemente altri quadri sintomatologici e problematiche comportamentali, quali disturbo da ansia sociale e abuso di sostanze psicoattive.
L’ansia sociale, derivante dall’ipersensibilità al giudizio negativo degli altri sottesa alla millantata sicurezza in sé narcisistica, è manifestata prevalentemente nella forma di un’elevata preoccupazione per le critiche su presunti difetti nel corpo e nelle performances. Tale forma di ansia, dunque, mette in luce la fragilità di individui che nascondono dietro la facciata altezzosa un doloroso senso di inadeguatezza, facilmente slantetizzato e smascherato nella circostanza in cui l’ambiente esterno non fornisce l’ammirazione e l’approvazione attese.
Parallelamente l’abuso di sostanze stupefacenti (in particolar modo la cocaina) e di alcool consente al soggetto di ottenere un veloce, quanto effimero, senso di sollievo dagli stati d’animo negativi e facilita il ripristino o il mantenimento dello stato mentale di grandiosità.
Nei narcisisti la tipica convinzione di possedere abilità eccezionali conduce a negare la loro oggettiva dipendenza da sostanze, a credere di avere il pieno controllo sulla sostanza stessa, e di poterne interrompere l’uso semplicemente quando lo desiderano.
Infine, in alcuni casi i soggetti che presentano un Disturbo Narcisistico di Personalità intraprendono un trattamento psicoterapeutico a causa di un vissuto di grave rabbia, che talvolta sfocia in aggressività etero-diretta verbale o fisica. Tale stato emotivo può essere scatenato da un’ideazione paranoide basata sulla convinzione che gli altri, invidiosi della loro superiorità, siano intenzionati a danneggiarli, sminuendoli o disprezzandoli.
In tali circostanze, la tendenza dei narcisisti è quella di attribuire agli altri la responsabilità dei propri insuccessi, al fine di proteggere la fragile autostima gravemente minacciata dai fallimenti e dalle invalidazioni esterne.
Nonostante il livello di sofferenza emotiva sperimentata dai tali soggetti sia spesso elevato, per il narcisista è molto difficile sia decidere di richiedere l’aiuto terapeutico sia manifestare apertamente il proprio disagio; viceversa, spesso il narcisista assume un atteggiamento di rigido distacco rispetto alle problematiche emotive manifestate. Tale negazione appare inoltre aggravata dalla scarsa capacità, peculiare negli individui affetti da tale disturbo di personalità, di accedere ai propri stati interiori e di riconoscere le proprie emozioni, pensieri, bisogni e desideri.
Infine, alla luce di quanto sopra esposto in merito alla sintomatologia narcisista ed alla distinzione tra i fenotipi grandioso e vulnerabile, si rende necessario evidenziare la marcata variabilità nel livello di funzionamento di tali pazienti.
In tal senso si rileva come la diagnosi categoriale di DNP non consente di stabilire la gravità della sintomatologia di uno specifico paziente, in quanto le persone che condividono la diagnosi di Disturbo Narcisistico possono presentare livelli di gravità clinica, di funzionamento sociale e di difficoltà di trattamento profondamente diversi.
Rispetto a ciò, alcune ricerche hanno evidenziato che, più che la diagnosi categoriale, sono il numero totale di criteri soddisfatti nella somministrazione della SCID II ed il numero di co-diagnosi con altri disturbi a correlare con la gravità dei sintomi, la compromissione sociale e la prognosi peggiore.