Lo stigma sociale sembra compromettere alcune capacità cognitive, quali memoria e attenzione, in un gruppo di uomini anziani che convivono da anni con il virus dell’ HIV.
Adriano Mauro Ellena
A più di 30 anni dalle prime diagnosi di AIDS e dalla scoperta del coinvolgimento del virus dell’ HIV, molti passi in avanti sono stati fatti, non solo da un punto di vista medico ma anche da un punto di vista sociale. Ciononostante, lo stigma e la discriminazione nei confronti di persone infette dal virus dell’ HIV è ancora ben presente in molte realtà.
Le conseguenze dello stigma sociale sulle capacità cognitive: lo studio della McGill University
Un recente studio, effettuato da ricercatori del Montreal Neurological Institute, della McGill University e del McGill University Health Center, ha evidenziato quanto lo stigma sociale possa compromettere alcune capacità cognitive (quali memoria ed attenzione) in un gruppo di uomini anziani che convivono ormai da anni con il virus dell’ HIV.
Lo studio è stato effettuato testando 512 uomini caucasici anziani infetti da HIV. A questi partecipanti è stato chiesto di rispondere ad un questionario concernente la percezione e consapevolezza dello stigma esperito. Queste risposte sono state correlate, successivamente, con gli esiti di alcuni test cognitivi e psicologici.
I risultati hanno evidenziato quanto effettivamente ci fosse un collegamento forte tra lo stigma esperito e gli esiti dei test cognitivi: maggiore era lo stigma percepito, minore era la performance nei test cognitivi. Questa compromissione sembra portare la persona oggetto di discriminazione ad una riduzione della partecipazione sociale e ad una compromissione di alcune funzionalità fondamentali per l’autonomia nella vita di tutti i giorni.
Correlazioni significative sono state trovate anche tra lo stigma e l’ansia, più debole invece è la correlazione esistente con la depressione.
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Non è ancora chiaro come lo stigma possa influenzare alcuni aspetti cognitivi, sicuramente si può ipotizzare che siano coinvolti costrutti quali l’impatto dello stress cronico subìto sul cervello ed alcuni effetti psicologici quali l’interiorizzazione di credenze negative sul sé.
Questo studio è il primo di questo genere ma può contribuire ad implementare nuovi metodi terapeutici per il trattamento delle disfunzioni cognitive in alcuni pazienti affetti da HIV. Inoltre, sottolinea l’importanza del contesto sociale e degli interventi comunitari ed istituzionali per ridurre stigma e discriminazione.