ll testo L’ ipnosi in pratica di Rabuffi, Petruccelli e Grimaldi riesce in modo chiaro ed essenziale a fornire indicazioni pratiche per chi vuole conoscere la tecnica dell’ipnosi in ambito clinico.
Nella prima parte del libro L’ ipnosi in pratica si affronta un tema molto importante: l’ ipnosi clinica non va assolutamente confusa con l’idea mistica e teatrale dell’ ipnosi da spettacolo.
L’ ipnosi è infatti una procedura applicata con successo in ambito clinico per lo sviluppo personale, nel controllo del dolore e delle emozioni, nelle dipendenze, nell’ansia, nella depressione, per elaborare ricordi traumatici e accedere a processi e pensieri inconsci, con un sempre maggiore riscontro in letteratura scientifica.
In merito all’ipnotizzabilità dei soggetti, in uno studio condotto alla University of California di Stanford su un campione di circa 20.000 individui è stato evidenziato come circa il 10% sia refrattario all’ ipnosi, il 30% raggiunga uno stato di leggera trance, un altro 30% raggiunga uno stato intermedio e il resto entri in una condizione di ipnosi profonda (Perussia, 2013).
L’ ipnosi in pratica: dove ha origine l’ ipnosi?
Da un punto di vista storico viene ricordato che, sebbene l’ ipnosi sia un fenomeno riconosciuto già dagli antichi egizi, è ai lavori di Mesmer (1734-1815) che si fa risalire l’ ipnosi moderna. La figura di Charcot (1825-1893) sarà successivamente determinante per la diffusione negli ambienti medici ufficiali della tecnica ipnotica alla Salpetriere, ritenuto da molti l’ospedale psichiatrico più famoso dell’Ottocento. (Casiglia E., 2015)
P. Janet (1859-1947), S. Freud (1856-1939), C. Hull (1884-1952) sono alcuni tra i primi autori famosi che hanno applicato il metodo ipnotico e fornito un contributo rilevante al suo studio in ambito clinico.
Sarà Milton Erickson (1901-1980), allievo di Hull, a concepire l’ ipnosi come uno stato modificato di funzionamento che il soggetto può utilizzare per trovare le risorse utili alle sue problematiche; l’ ipnosi non modifica quindi la persona né le sue esperienze di vita passata ma aiuta le persone a superare i limiti appresi così da poter utilizzare pienamente le proprie risorse.
In cosa consiste praticamente una seduta di ipnosi?
Nel libro L’ ipnosi in pratica sono ben descritte le cinque fasi del processo: preparazione, induzione della trance e relativo approfondimento, suggestione terapeutica ed emersione. Viene fornita la descrizione di numerosi approcci per il processo di induzione verbale, non verbale e con tecniche strumentali (Perussia, 2013; Petruccelli & Grimaldi, 2013; Benemeglio, 2014; Regaldo., 2014). Vengono inoltre descritte interessanti suggestioni (dirette e indirette) per promuovere il cambiamento e affrontare specifici disturbi.
Secondo la descrizione fornita dall’American Psychological Association, una sessione di ipnosi inizia con l’ipnotista che informa la persona sulle caratteristiche essenziali del processo e sul fatto che gli verranno somministrate delle suggestioni, tali da favorire esperienze immaginative.
L’ipnotista sceglierà quindi, anche sulla base delle caratteristiche della persona, il metodo più opportuno per l’induzione, l’approfondimento della trance e guiderà la persona affinché risponda, con la sua esperienza soggettiva, a delle suggestioni di cambiamento della percezione, delle emozioni, dei pensieri e comportamenti.
I dettagli delle procedure ipnotiche e delle suggestioni terapeutiche somministrate cambieranno a seconda degli obiettivi che si pone il professionista in accordo con il soggetto (American Psychological Association, 2003).
Nella fase di suggestione terapeutica gli schemi e le strutture abituali della persona sono temporaneamente modificati, così da renderla più ricettiva a nuovi modelli di associazione e di funzionamento mentale.
Secondo M. Erickson (1982), la persona ipnotizzata rimane se stessa. L’ ipnosi non altera la sua esperienza di vita passata ma consente di conoscere maggiormente se stessi esprimendosi più adeguatamente.
Il processo ipnotico termina con l’emersione dallo stato di trance.
Durante la trance e nelle fasi immediatamente successive alla emersione si possono verificare modificazioni della memoria come, ad esempio, l’ipermnesia. Un caso di ipermnesia (notevole aumento delle capacità di memoria) è stato documentato da Granone (1994) che è riuscito, in uno dei suoi esperimenti, a far trascrivere ad un individuo in ipnosi un testo di trenta parole che il soggetto aveva letto una sola volta prima. La stessa prova ripetuta numerose volte in stato di veglia, dopo attenta lettura del testo, non aveva fornito lo stesso risultato. Un altro esempio di ipermnesia è la regressione di età (che non ha nulla a che vedere con la regressione a vite precedenti! nda) che si manifesta in ipnosi secondo due differenti modalità: il soggetto vede e ricorda il passato con la sua personalità presente oppure dimentica il suo stato presente per assumere atteggiamenti ed espressioni del passato (Pradevecchi, 2001).
In conclusione
L’ultima parte del libro L’ ipnosi in pratica è dedicata agli aspetti giuridici dell’ ipnosi con riferimento alle implicazioni penali per chi applicasse su altre persone il metodo ipnotico senza essere un professionista sanitario e con scopo scientifico o di cura.
L’ ipnosi è una tecnica che in determinate situazioni può essere estremamente efficace ma come tutte le tecniche terapeutiche va utilizzata solo nei casi in cui sia realmente opportuno e da parte di personale sanitario con specifica esperienza e preparazione.
Il testo L’ ipnosi in pratica non sostituisce la formazione di base necessaria al clinico per poter utilizzare questa tecnica ma rappresenta uno strumento ricco di riflessioni e indicazioni operative per la pratica nelle varie situazioni.