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Definire l’omosessualità e l’identità sessuale

L’ omosessualità può essere definita come la presenza d’interesse, affetto, attrazione ed eventuale attività sessuale con persone dello stesso sesso.

Di Fiorenza Grella

Pubblicato il 01 Dic. 2017

Aggiornato il 30 Giu. 2022 16:40

Per definire il concetto di omosessualità bisogna necessariamente riferirsi, in un primo momento, a quello di identità sessuale, caratterizzato da componenti di ordine biologico, psicologico e sociale (Pietrantoni, Prati, 2011).

Identità di genere e disforia di genere

Da un punto di vista biologico il sesso corrisponde alla presenza di condizioni genetiche sessuali maschili piuttosto che femminili, specificatamente causate dalla presenza di cromosomi sessuali maschili o femminili che daranno alla persona caratteristiche anatomiche e fisiologiche specifiche. Se si considera la biologia, esistono degli individui definiti nei termini di “intersessuali” che possono presentare delle caratteristiche, quali ambiguità genitali, che li accomunano sia ai maschi che alle femmine.

Quando è presente, già durante l’infanzia, un discostamento tra le caratteristiche fisiche e la percezione di appartenenza sessuale, si può creare la cosiddetta disforia di genere (Chiari, Borghi, 2009), cioè un disagio riguardo le caratteristiche del proprio corpo che provoca un’identificazione con il sesso opposto e desiderio di appartenervi (è il cosiddetto “disturbo dell’identità di genere”). Al di là di queste caratteristiche biologiche, il ruolo di genere corrisponde anche a un insieme di comportamenti e modi d’essere codificati all’interno di ogni singola cultura, tra cui Pietrantoni e Prati (2011) elencano: l’attenzione e la cura delle caratteristiche sessuali secondarie (come i peli, il seno…); i manierismi, ovvero il modo in cui una persona cammina o si muove in generale; le condizioni fisiche, come il peso corporeo nelle donne; il modo di vestire e gli adornamenti; l’igiene personale; il modo di parlare; il vocabolario; il lavoro; gli interessi; le abitudini e gli hobbies che si hanno. Si potrebbe dire che il grado di adesione agli schemi socioculturali definiti determina una bassa o un’alta adesione al proprio ruolo di genere (Corbisiero, 2010).

L’orientamento sessuale e l’omosessualità

Nella formazione dello stesso interviene poi anche il sistema educativo e sociale caratteristico della scuola, ma anche della famiglia. Definita l’identità di genere e l’appartenenza a un determinato ruolo di genere, non è così scontato che si determini in maniera automatica un certo tipo di orientamento sessuale riguardante l’oggetto d’amore (Chiari, Borghi, 2009). L’orientamento sessuale, infatti, non coincide completamente con il comportamento fisico che viene messo in atto dalla persona, tant’è che si distingue attualmente tra “gay” e “uomini che fanno sesso con uomini” o tra “lesbiche” e “donne che fanno sesso con donne” (Pietrantoni, Prati, 2011).

Secondo Bertone (2009) esistono diversi tipi di relazioni omoerotiche, come quelle basate sull’inversione del ruolo di genere e quelle asimmetriche, oppure quelle strutturate in base all’età o specifici ruoli sociali che prevedono un rapporto omoerotico. L’omosessualità potrebbe essere quindi definita come la presenza d’interesse, affetto, attrazione ed eventuale attività sessuale, attuata con persone appartenenti allo stesso sesso (Pietrantoni, Prati, 2011). E’ difficile però ricondurre l’omosessualità ad una sola dimensione, tanto che alcuni autori suggeriscono la possibilità di intendere l’eterosessualità e l’omosessualità come estremi di uno stesso continuum, in cui la maggior parte delle persone vanno a collocarsi in una posizione di mezzo. Questo spiegherebbe anche l’esistenza di tendenze di tipo bisessuale o transessuale, ovvero aspetti sessuali comuni sia ai maschi che alle femmine impersonificati in un unico orientamento sessuale (Chiari, Borghi, 2009).

La definizione dei termini inerenti l’omosessualità, come gay o lesbica, ha origini molto lontane. Il termine lesbica, ad esempio, deriva dall’isola di Lesbo, dove visse il poeta Saffo in età precristiana, che enfatizzò i temi legati all’amore per la bellezza femminile ed all’amore tra donne. Nella stessa Grecia l’omosessualità non veniva repressa, tanto che si portò già allora alla diffusione dei termini di “lesbica” per indicare l’omosessualità femminile. Quanto avveniva per le femmine, era anche presente nei maschi, che molte volte erano attivamente coinvolti nei lavori di bottega con dei maestri che spesso davano vita ad attività sessuali di natura omosessuale durante le attività di apprendistato o di formazione lavorativa. La stessa pederastia, che spesso sfociava in atti di pedofilia, ha assunto poi, nel corso dei secoli, il significato congiunto di omosessualità che ha favorito l’indebita associazione tra omosessualità e pedofilia (Lingiardi, 2007).

Il termine gay, invece, deriva dal francese antico, dove significava allegro, gaio. Durante il Settecento assunse il significato di anticonformista, mentre successivamente, dopo aver avuto dei connotati nettamente negativi e dispregiativi durante l’Ottocento, assunse gradualmente il significato che attualmente gli si attribuisce.

In epoche successive a quella greca, l’omosessualità venne identificata con i termini di “sodomia” o “atti sessuali contro natura” caratteristici della religione cristiana; come detto nel precedente capitolo, il termine di “omosessualità” vero e proprio venne diramato soltanto a fine Ottocento, quando un letterato ungherese (Kertbeny) si scagliò contro il proprio governo prussiano che voleva punire tutti gli atti sessuali di tipo omosessuale (Pietrantoni, Prati, 2011).

Il termine omosessuale è stata a lungo inclusa nel Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, per buona parte del secondo Novecento, ma ben presto si è giunti al documento dell’Associazione Psichiatrica Americana che, con le seguenti parole, modificava ed eliminava questa inclusione: “l’omosessualità in sé non implica un deterioramento nel giudizio, nell’adattamento, nel valore o nelle generali abilità sociali o motivazionali di un individuo”.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Pietrantoni, L., Prati, G. (2011), Gay e lesbiche. Quando si è attratti da persone dello stesso sesso, Il Mulino, Bologna.
  • Pietrantoni, L., Prati, G. (2011), Gay e lesbiche. Quando si è attratti da persone dello stesso sesso, Il Mulino, Bologna.
  • Chiari C., Borghi, L. (2009), Psicologia dell’omosessualità. Identità, relazioni familiari e sociali, Carocci, Roma.
  • Bertone, C. (2009), Le omosessualità, Carocci, Roma.
  • Lingiardi, V. (2007), Citizen gay. Famiglie, diritti negati e salute mentale, Il Saggiatore, Milano.
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