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Alzheimer e benessere psicologico: gli interventi non farmacologici

Doll Therapy, Orticultura e Validation Therapy sono solo alcuni dei trattamenti utilizzati per garantire il benessere dei pazienti con demenza di Alzheimer

Di Giulia Cesetti

Pubblicato il 13 Ott. 2017

Aggiornato il 23 Ott. 2017 13:19

Tra le diverse forme di demenza, la demenza di Alzheimer è quella più diffusa e rappresenta una delle maggiori cause di disabilità, dipendenza e istituzionalizzazione per i malati e di carico e stress per i caregivers.

Giulia Cesetti – OPEN SCHOOL San Benedetto del Tronto

 

Nella popolazione anziana si assiste ad un aumento dell’incidenza di malattie croniche, tra queste la demenza. Tra le diverse forme di demenza, la demenza di Alzheimer è quella più diffusa (Cummings & Cole 2002) e rappresenta una delle maggiori cause di disabilità, dipendenza e istituzionalizzazione per i malati e di carico e stress per i caregivers (Schultz &Williamson, 1991). La demenza è un termine che descrive disturbi causati dal deterioramento cognitivo, capace di compromettere significativamente il funzionamento della persona (D’Onofrio et al., 2015).

I sintomi possono essere raggruppati in tre grandi domini: aspetti cognitivi, aspetti funzionali e sintomi neuropsichiatrici. Il declino cognitivo può coinvolgere diversi aree: la memoria, il linguaggio, l’apprendimento, le funzioni esecutive, l’attenzione, il movimento, la cognizione sociale (APA, 2013).

Demenza di Alzheimer: gli interventi non farmacologici

Allo stato attuale non esiste un trattamento capace di curare la demenza di Alzheimer (Algar, Woods & Windle, 2014), la limitata efficacia dei trattamenti farmacologici e la plasticità del cervello umano sono le due maggiori spiegazioni dell’interesse crescente per i trattamenti non-farmacologici. (D’Onofrio et al., 2016)

Gli stessi potrebbero rappresentare promettenti mezzi per incrementare il benessere psicologico e la qualità della vita delle persone con demenza; benessere e qualità della vita, infatti, nelle persone con demenza di Alzheimer, in molti casi risultano fortemente compromessi.

Nelle strutture che accolgono persone con demenza, allo stato attuale, vengono proposte diverse attività che variano per tipo ed intensità. Alcuni tra questi trattamenti non farmacologici, in pazienti con Alzheimer lieve-moderato, hanno prodotto un miglioramento del benessere fisico e psicologico, della qualità della vita e dell’integrazione sociale (Viola et al., 2011).

Una recente review (D’Onofrio et al., 2016) elenca alcuni interventi non farmacologici che potrebbero contribuire a promuovere il benessere e la qualità della vita della persona con demenza attraverso, ad esempio, una riduzione dei sintomi comportamentali.

Troviamo diverse attività di tipo cognitivo/emotivo che hanno come obiettivo quello di migliorare gli aspetti emotivi, cognitivi e le funzioni sociali nei pazienti con demenza (Finnema, Dröes Ribbe & Tilburg, 2000).

La terapia della reminiscenza è un intervento che sfrutta la naturale propensione dell’anziano a rievocare il proprio passato. Le persone vengono incoraggiate a parlare della loro infanzia e degli eventi vissuti. Alcuni studi mostrano un miglioramento nei sintomi cognitivi e depressivi (Ito , Meguro , Akanuma, Ishii , Mori, 2007; Testad et al.,2014; Wang, 2007).

La ROT (Reality orientation therapy) è una tecnica di stimolazione cognitiva finalizzata all’orientamento alla realtà (Choi & Twamley, 2013; Camargo, Justus & Retzlaff, 2015). In particolare la stessa è consigliata in pazienti con demenza lieve/moderata. La ROT può essere formale o informale. Il paziente durante le sessioni è stimolato a discutere di diversi argomenti riguardanti la routine e eventi recenti (Camargo et al.,2015; Spector, Davies, Woods & Orrell, 2000; Spector, Orrell, & Woods, 2010). Dalle prime pubblicazioni sulla ROT è cresciuto l’interesse nei confronti di questo trattamento e alcuni articoli hanno evidenziato benefici sostanziali dall’applicazione di queste strategie (Camargo et al., 2015; Spector et al.,2010; Spector, Woods,  & Orrell,2008). Sono stati implementati diversi metodi basati sulla ROT (Camargo et al.,2015; Spector et al., 2010). Studi recenti hanno messo in luce la ROT basata su nuove tecniche di stimolazione cognitiva (CST). La CST è caratterizzata, inoltre, da una stimolazione multi-sensoriale e da tecniche basate sulla reminiscenza  (Spector et al., 2008; Clare & Woods; 2004).

La Validation Therapy è un approccio relazionale che ha come obiettivo quello di ridurre lo stress e  mantenere la dignità della persona con demenza di Alzheimer. Il metodo si fonda sull’idea che sia possibile mantenere un contatto con la persona con demenza, sottolinea l’importanza della comprensione empatica. Le caratteristiche principali includono: i mezzi di classificazione dei comportamenti, le tecniche pratiche che aiutano a ripristinare la dignità, l’offerta di un ascoltatore empatico, il rispetto e l’empatia per gli anziani con demenza e l’accettazione della realtà della persona (Feil, 1992). Alcuni studi osservazionali hanno evidenziato che i partecipanti sottoposti a gruppi di validation therapy mostravano effetti positivi sulla durata e la quantità di interazione durante le sessioni di gruppo (Deponte &Missan, 2007), ma altri studi non hanno mostrato prove d’efficacia (Scanland & Emershaw, 1993).

I trattamenti sensoriali e multi sensoriali fanno riferimento a vari tipi di tecniche utilizzate per stimolare i sensi e ridurre i livelli di agitazione (Gammeltoft, 2005). Gli stimoli sensoriali utilizzati includono quelli visivi, uditivi, tattili, olfattivi e gustativi (Baker, Bell, Baker & Gibson, 2001; Vozzella, 2007).

L’arte terapia viene spesso considerata come trattamento-non farmacologico possibile per persone con demenza di Alzheimer e può rappresentare un mezzo di stimolazione importante. Disegnare e dipingere forniscono alle persone con demenza l’opportunità di esprimersi e di scegliere in termini, ad esempio, di colori e di soggetti da disegnare. Alcuni studi hanno evidenziato che l’arte terapia può essere utile nei pazienti con demenza di Alzheimer per incrementare il benessere, catturare l’attenzione e migliorare i sintomi neuropsichiatrici (Chancellor, Duncan & Chatterjee, 2014; Young,  Camic,  & Tischler, 2016).

La musico- terapia viene utilizzata per migliorare la comunicazione, l’apprendimento, la mobilità e altre funzioni mentali e fisiche delle persone (Raglio, Filippi, Bellandi,& Stramba-Badiale, 2014). Sono state sviluppate numerose tecniche di musicoterapia (Raglio et al., 2014). Le tecniche attive si basano sull’interazione diretta con il paziente, mentre le tecniche più ricettive richiedono un livello più basso di partecipazione. Gli interventi possono essere adattati ad un determinato soggetto e svolti con individui o gruppi. In alcuni studi la terapia musicale ha dimostrato di migliorare la memoria, l’orientamento, i sintomi ansioso- depressivi nei pazienti con Alzheimer lieve e moderato (Gallego & García, 2017).

Orticultura le attività della terapia orticulturale si svolgono prevalentemente all’aria aperta, invitando a stabilire un rapporto di cura e responsabilità verso gli organismi viventi. La terapia orticulturale è una terapia economica che può incrementare il benessere delle persone con demenza di Alzheimer (Blake & Mitchell, 2016). L’orticultura sembrerebbe ridurre i livelli di agitazione e aumentare le emozioni positive anche in pazienti con demenza di grado severo (Bomalaski, 2011).

Attività fisica: le attività fisiche includono diverse attività ricreative come la danza, lo sport, il teatro. L’esercizio fisico può ridurre il numero delle cadute nelle persone con demenza; inoltre produce miglioramenti per quanto riguarda la salute mentale, il sonno e l’umore (Douglas, James, Ballard, 2004).  E’ stato dimostrato che l’esercizio fisico durante il giorno riduce l’agitazione durante la notte e l’irrequietezza (Douglas et al., 2004).

La Terapia animale assistita (AAT) comunemente si basa sull’interazione tra un paziente e un animale addestrato, con un facilitatole umano, con l’obiettivo terapeutico di fornire rilassamento e piacere. Questa terapia sembra migliorare i sintomi neuropsichiatrici nei pazienti con demenza (Filan, 2006). Tali attività dovrebbero promuovere la sicurezza del paziente. Molti degli studi epidemiologici mostrano che la terapia animale assistita è una soluzione efficace per ridurre i sintomi emotivi, comportamentali, cognitivi e fisici della demenza, nonché  per aumentare l’assunzione di cibo dei pazienti e la qualità di vita percepita (Algar, Woods& Windle, 2016).

La Terapia della bambola consiste nell’utilizzo di bambole con caratteristiche particolari tali da favorire l’accudimento attivo da parte dell’anziano con un grado di demenza severo. Una recente review della letteratura ha messo in evidenza i benefici della terapia della bambola nella riduzione dei sintomi cognitivi, comportamentali ed emotivi e nell’aumento del benessere generale. Inoltre i pazienti con demenza, che avevano effettuato la terapia della bambola, erano maggiormente in grado di rapportarsi con l’ambiente circostante. (Ng, Koh, Tan & Chan, 2017)

I trattamenti non- farmacologi descritti, affinché possano risultare efficaci nel miglioramento dei livelli di benessere psicologico delle persone con demenza di Alzheimer, dovrebbero essere individualizzati sulla base dei gusti e degli interessi delle persone e dovrebbero tener conto del livello cognitivo e dello stadio della malattia. Inoltre sembrano necessari ulteriori studi in letteratura randomizzati e controllati, finalizzati ad individuare gli ingredienti specifici di questi trattamenti, capaci di determinare un effettivo incremento dei livelli di benessere psicologico e della qualità della vita nelle persone con demenza di Alzheimer.

 

 

 

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