
Tra le diverse forme di demenza, la demenza di Alzheimer è quella più diffusa e rappresenta una delle maggiori cause di disabilità, dipendenza e istituzionalizzazione per i malati e di carico e stress per i caregivers.
Giulia Cesetti – OPEN SCHOOL San Benedetto del Tronto
Nella popolazione anziana si assiste ad un aumento dell’incidenza di malattie croniche, tra queste la demenza. Tra le diverse forme di demenza, la demenza di Alzheimer è quella più diffusa (Cummings & Cole 2002) e rappresenta una delle maggiori cause di disabilità, dipendenza e istituzionalizzazione per i malati e di carico e stress per i caregivers (Schultz &Williamson, 1991). La demenza è un termine che descrive disturbi causati dal deterioramento cognitivo, capace di compromettere significativamente il funzionamento della persona (D’Onofrio et al., 2015).
I sintomi possono essere raggruppati in tre grandi domini: aspetti cognitivi, aspetti funzionali e sintomi neuropsichiatrici. Il declino cognitivo può coinvolgere diversi aree: la memoria, il linguaggio, l’apprendimento, le funzioni esecutive, l’attenzione, il movimento, la cognizione sociale (APA, 2013).
Demenza di Alzheimer: gli interventi non farmacologici
Allo stato attuale non esiste un trattamento capace di curare la demenza di Alzheimer (Algar, Woods & Windle, 2014), la limitata efficacia dei trattamenti farmacologici e la plasticità del cervello umano sono le due maggiori spiegazioni dell’interesse crescente per i trattamenti non-farmacologici. (D’Onofrio et al., 2016)
Gli stessi potrebbero rappresentare promettenti mezzi per incrementare il benessere psicologico e la qualità della vita delle persone con demenza; benessere e qualità della vita, infatti, nelle persone con demenza di Alzheimer, in molti casi risultano fortemente compromessi.
Nelle strutture che accolgono persone con demenza, allo stato attuale, vengono proposte diverse attività che variano per tipo ed intensità. Alcuni tra questi trattamenti non farmacologici, in pazienti con Alzheimer lieve-moderato, hanno prodotto un miglioramento del benessere fisico e psicologico, della qualità della vita e dell’integrazione sociale (Viola et al., 2011).
Una recente review (D’Onofrio et al., 2016) elenca alcuni interventi non farmacologici che potrebbero contribuire a promuovere il benessere e la qualità della vita della persona con demenza attraverso, ad esempio, una riduzione dei sintomi comportamentali.
Troviamo diverse attività di tipo cognitivo/emotivo che hanno come obiettivo quello di migliorare gli aspetti emotivi, cognitivi e le funzioni sociali nei pazienti con demenza (Finnema, Dröes Ribbe & Tilburg, 2000).
La terapia della reminiscenza è un intervento che sfrutta la naturale propensione dell’anziano a rievocare il proprio passato. Le persone vengono incoraggiate a parlare della loro infanzia e degli eventi vissuti. Alcuni studi mostrano un miglioramento nei sintomi cognitivi e depressivi (Ito , Meguro , Akanuma, Ishii , Mori, 2007; Testad et al.,2014; Wang, 2007).
La ROT (Reality orientation therapy) è una tecnica di stimolazione cognitiva finalizzata all’orientamento alla realtà (Choi & Twamley, 2013; Camargo, Justus & Retzlaff, 2015). In particolare la stessa è consigliata in pazienti con demenza lieve/moderata. La ROT può essere formale o informale. Il paziente durante le sessioni è stimolato a discutere di diversi argomenti riguardanti la routine e eventi recenti (Camargo et al.,2015; Spector, Davies, Woods & Orrell, 2000; Spector, Orrell, & Woods, 2010). Dalle prime pubblicazioni sulla ROT è cresciuto l’interesse nei confronti di questo trattamento e alcuni articoli hanno evidenziato benefici sostanziali dall’applicazione di queste strategie (Camargo et al., 2015; Spector et al.,2010; Spector, Woods, & Orrell,2008). Sono stati implementati diversi metodi basati sulla ROT (Camargo et al.,2015; Spector et al., 2010). Studi recenti hanno messo in luce la ROT basata su nuove tecniche di stimolazione cognitiva (CST). La CST è caratterizzata, inoltre, da una stimolazione multi-sensoriale e da tecniche basate sulla reminiscenza (Spector et al., 2008; Clare & Woods; 2004).
La Validation Therapy è un approccio relazionale che ha come obiettivo quello di ridurre lo stress e mantenere la dignità della persona con demenza di Alzheimer. Il metodo si fonda sull’idea che sia possibile mantenere un contatto con la persona con demenza, sottolinea l’importanza della comprensione empatica. Le caratteristiche principali includono: i mezzi di classificazione dei comportamenti, le tecniche pratiche che aiutano a ripristinare la dignità, l’offerta di un ascoltatore empatico, il rispetto e l’empatia per gli anziani con demenza e l’accettazione della realtà della persona (Feil, 1992). Alcuni studi osservazionali hanno evidenziato che i partecipanti sottoposti a gruppi di validation therapy mostravano effetti positivi sulla durata e la quantità di interazione durante le sessioni di gruppo (Deponte &Missan, 2007), ma altri studi non hanno mostrato prove d’efficacia (Scanland & Emershaw, 1993).
I trattamenti sensoriali e multi sensoriali fanno riferimento a vari tipi di tecniche utilizzate per stimolare i sensi e ridurre i livelli di agitazione (Gammeltoft, 2005). Gli stimoli sensoriali utilizzati includono quelli visivi, uditivi, tattili, olfattivi e gustativi (Baker, Bell, Baker & Gibson, 2001; Vozzella, 2007).
Messaggio pubblicitario L’arte terapia viene spesso considerata come trattamento-non farmacologico possibile per persone con demenza di Alzheimer e può rappresentare un mezzo di stimolazione importante. Disegnare e dipingere forniscono alle persone con demenza l’opportunità di esprimersi e di scegliere in termini, ad esempio, di colori e di soggetti da disegnare. Alcuni studi hanno evidenziato che l’arte terapia può essere utile nei pazienti con demenza di Alzheimer per incrementare il benessere, catturare l’attenzione e migliorare i sintomi neuropsichiatrici (Chancellor, Duncan & Chatterjee, 2014; Young, Camic, & Tischler, 2016).
La musico- terapia viene utilizzata per migliorare la comunicazione, l’apprendimento, la mobilità e altre funzioni mentali e fisiche delle persone (Raglio, Filippi, Bellandi,& Stramba-Badiale, 2014). Sono state sviluppate numerose tecniche di musicoterapia (Raglio et al., 2014). Le tecniche attive si basano sull’interazione diretta con il paziente, mentre le tecniche più ricettive richiedono un livello più basso di partecipazione. Gli interventi possono essere adattati ad un determinato soggetto e svolti con individui o gruppi. In alcuni studi la terapia musicale ha dimostrato di migliorare la memoria, l’orientamento, i sintomi ansioso- depressivi nei pazienti con Alzheimer lieve e moderato (Gallego & García, 2017).
Orticultura le attività della terapia orticulturale si svolgono prevalentemente all’aria aperta, invitando a stabilire un rapporto di cura e responsabilità verso gli organismi viventi. La terapia orticulturale è una terapia economica che può incrementare il benessere delle persone con demenza di Alzheimer (Blake & Mitchell, 2016). L’orticultura sembrerebbe ridurre i livelli di agitazione e aumentare le emozioni positive anche in pazienti con demenza di grado severo (Bomalaski, 2011).
Attività fisica: le attività fisiche includono diverse attività ricreative come la danza, lo sport, il teatro. L’esercizio fisico può ridurre il numero delle cadute nelle persone con demenza; inoltre produce miglioramenti per quanto riguarda la salute mentale, il sonno e l’umore (Douglas, James, Ballard, 2004). E’ stato dimostrato che l’esercizio fisico durante il giorno riduce l’agitazione durante la notte e l’irrequietezza (Douglas et al., 2004).
La Terapia animale assistita (AAT) comunemente si basa sull’interazione tra un paziente e un animale addestrato, con un facilitatole umano, con l’obiettivo terapeutico di fornire rilassamento e piacere. Questa terapia sembra migliorare i sintomi neuropsichiatrici nei pazienti con demenza (Filan, 2006). Tali attività dovrebbero promuovere la sicurezza del paziente. Molti degli studi epidemiologici mostrano che la terapia animale assistita è una soluzione efficace per ridurre i sintomi emotivi, comportamentali, cognitivi e fisici della demenza, nonché per aumentare l’assunzione di cibo dei pazienti e la qualità di vita percepita (Algar, Woods& Windle, 2016).
La Terapia della bambola consiste nell’utilizzo di bambole con caratteristiche particolari tali da favorire l’accudimento attivo da parte dell’anziano con un grado di demenza severo. Una recente review della letteratura ha messo in evidenza i benefici della terapia della bambola nella riduzione dei sintomi cognitivi, comportamentali ed emotivi e nell’aumento del benessere generale. Inoltre i pazienti con demenza, che avevano effettuato la terapia della bambola, erano maggiormente in grado di rapportarsi con l’ambiente circostante. (Ng, Koh, Tan & Chan, 2017)
I trattamenti non- farmacologi descritti, affinché possano risultare efficaci nel miglioramento dei livelli di benessere psicologico delle persone con demenza di Alzheimer, dovrebbero essere individualizzati sulla base dei gusti e degli interessi delle persone e dovrebbero tener conto del livello cognitivo e dello stadio della malattia. Inoltre sembrano necessari ulteriori studi in letteratura randomizzati e controllati, finalizzati ad individuare gli ingredienti specifici di questi trattamenti, capaci di determinare un effettivo incremento dei livelli di benessere psicologico e della qualità della vita nelle persone con demenza di Alzheimer.
Consigliato dalla redazione
Terapia della bambola: una terapia non farmacologica per la gestione dei sintomi comportamentali della demenza senile
Bibliografia
- Algar, K., Woods, R. T., & Windle, G. (2016). Measuring the quality of life and well-being of people with dementia: A review of observational measures. Dementia, 15(4), 832-857.
- Ashley, P., Eriksson, J., & Jeon, A. (2016). Animal Assisted Therapy: An Effective Solution for Symptoms of Dementia in Institutionalized Elderly Patients.
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5®). Arlington: American Psychiatric Pub.
- Baker, R., Bell, S., Baker, E., Holloway, J., Pearce, R., Dowling, Z., … & Wareing, L. A. (2001). A randomized controlled trial of the effects of multi‐sensory stimulation (MSS) for people with dementia. British Journal of Clinical Psychology, 40(1), 81-96.
- Blake, M., & Mitchell, G. (2016). Horticultural therapy in dementia care: a literature review. Nursing Standard, 30(21), 41-47.
- Bomalaski, M. N. (2011, January). Horticultural therapy for persons with severe dementia. In Journal of Investigative Medicine. Vol. 59, No. 1, pp. 208-209
- Camargo, C., Justus, F., & Retzlaff, G. (2015). Effectiveness Of Reality Orientation In The Treatment Of Alzheimer’s Disease (P6. 181). Neurology, 84(14 Supplement), P6-181.
- Chancellor, B., Duncan, A., & Chatterjee, A. (2014). Art therapy for Alzheimer’s disease and other dementias. Journal of Alzheimer’s Disease, 39(1), 1-11.
- Choi, J., & Twamley, E. W. (2013). Cognitive rehabilitation therapies for Alzheimer’s disease: a review of methods to improve treatment engagement and self-efficacy. Neuropsychology review, 23(1), 48-62.
- Clare, L., & Woods, R. T. (2004). Cognitive training and cognitive rehabilitation for people with early-stage Alzheimer’s disease: A review. Neuropsychological rehabilitation, 14(4), 385-401.
- Cummings, J. L., & Cole, G. (2002). Alzheimer disease. Jama, 287(18), 2335-2338.
- Deponte, A., & Missan, R. (2007). Effectiveness of validation therapy (VT) in group: Preliminary results. Archives of gerontology and geriatrics, 44(2), 113-117.
- D’Onofrio, G., Sancarlo, D., Seripa, D., Ricciardi, F., Giuliani, F., Panza, F., & Greco, A. (2016). Non-Pharmacological Approaches in the Treatment of Dementia. Disponibile in: http://dx.doi.org/Chapter DOI: 10.5772/64232
- D’onofrio, G., Sancarlo, D., Addante, F., Ciccone, F., Cascavilla, L., Paris, F., … & Chiarini, R. (2015). Caregiver burden characterization in patients with Alzheimer’s disease or vascular dementia. International journal of geriatric psychiatry, 30(9), 891-899.
- Douglas S, James I, Ballard C. Non-pharmacological interventions in dementia. BJPsych Adv. 2004;10:171–177.
- Filan SL, Llewellyn-Jones RH. Animal-assisted therapy for dementia: a review of the literature. Int Psychogeriatr. 2006;18(4):597–611.
- Finnema, E., Dröes, R. M., Ribbe, M., & Van Tilburg, W. (2000). The effects of emotion-oriented approaches in the care for persons suffering from dementia: a review of the literature. International journal of geriatric psychiatry, 15(2), 141-161.
- Feil, N. (1992). Validation therapy. Geriatric Nursing, 13(3), 129-133.
- Gallego, M. G., & García, J. G. (2017). Music therapy and Alzheimer’s disease: Cognitive, psychological, and behavioural effects. Neurología 32 (5), 300-308.
- Gammeltoft, B.C. (2005). Skjulte handicaps hos personer ramt af hjerneskade [Invisible handicaps among persons suffering from brain injury]. Høng: Forlaget FCT. Eligius.
- Ito, T., Meguro, K., Akanuma, K., Ishii, H., & Mori, E. (2007). A randomized controlled trial of the group reminiscence approach in patients with vascular dementia. Dementia and geriatric cognitive disorders, 24(1), 48-54.
- Scanland, S. G., & Emershaw, L. E. (1993). Reality orientation and validation therapy Dementia, Depression, and Functional Status. Journal of Gerontological Nursing, 19(6), 7-9.
- Schulz, R., & Williamson, G. M. (1991). A 2-year longitudinal study of depression among Alzheimer’s caregivers. Psychology and aging, 6(4), 569.
- Spector, A., Orrell, M., & Woods, B. (2010). Cognitive Stimulation Therapy (CST): effects on different areas of cognitive function for people with dementia. International journal of geriatric psychiatry, 25(12), 1253-1258.
- Spector, A., Woods, B., & Orrell, M. (2008). Cognitive stimulation for the treatment of Alzheimer’s disease. Expert Review of Neurotherapeutics, 8(5), 751-757.
- Spector, A., Davies, S., Woods, B., & Orrell, M. (2000). Reality orientation for dementia a systematic review of the evidence of effectiveness from randomized controlled trials. The Gerontologist, 40(2), 206-212.
- Testad, I., Corbett, A., Aarsland, D., Lexow, K. O., Fossey, J., Woods, B., & Ballard, C. (2014). The value of personalized psychosocial interventions to address behavioral and psychological symptoms in people with dementia living in care home settings: a systematic review. International psychogeriatrics, 26(07), 1083-1098.
- Viola, L. F., Nunes, P. V., Yassuda, M. S., Aprahamian, I., Santos, F. S., Santos, G. D., … & Ciasca, E. C. (2011). Effects of a multidisciplinar cognitive rehabilitation program for patients with mild Alzheimer’s disease. Clinics, 66(8), 1395-1400.
- Wang, J. J. (2007). Group reminiscence therapy for cognitive and affective function of demented elderly in Taiwan. International journal of geriatric psychiatry, 22(12), 1235-1240.
- Young, R., Camic, P. M., & Tischler, V. (2016). The impact of community-based arts and health interventions on cognition in people with dementia: A systematic literature review. Aging & mental health, 20(4), 337-351.6