Le modalità messe in atto da una persona per poter controllare gli eventi di vita sono definite locus of control, luogo da cui si esercita il controllo.
Il locus of control: che cos’è e la distinzione tra locus of control interno ed esterno
Il Controllo è un concetto molto utilizzato in psicologia e psicopatologia. Esistono persone che pensano di controllare qualsiasi cosa, altre, invece, credono di essere controllati da situazioni che si verificano all’esterno. In generale, controllare significa dirigere le proprie azioni per influenzare gli esiti di un determinato accadimento. Spesso la parola controllo è preceduta da un’ altra: Locus o luogo, che tradotto significa il posto attraverso il quale si definisce il controllo. Ognuno di noi possiede un Locus of Control, che può essere interno o esterno.
Coloro che basano il loro successo lavorativo e credono di avere pieno controllo della loro vita hanno un locus of control interno. Al contrario, le persone che attribuiscono il loro successo o il fallimento a cause esterne hanno un locus of control esterno.
In sostanza, il locus of control rappresenta l’atteggiamento mentale grazie al quale si riescono a influenzare le proprie azioni e i risultati che ne derivano.
Chi mostra un locus of control esterno percepisce gli eventi come imprevedibili, dipende dagli altri, ha bassa autostima, scarsa autoefficacia e attribuisce i propri insuccessi al destino o agli altri.
Al contrario chi ha un locus of control interno mostra conoscenze e skill che consento di affrontare al meglio le situazioni e i problemi, pensano di poter raggiungere gli obiettivi prefissati, credono nelle loro capacità e non temono la fatica.
Storia
Rotter nel 1954 teorizzò il concetto di Locus of Control, definendolo un costrutto unidimensionale caratterizzato da due poli, l’ interiorità e l’esteriorità, posti lungo un continuum. Coloro che presentano un locus of control interno tendono ad attribuire i risultati ottenuti a capacità personali, sono certi di possedere competenze altamente specifiche che li rende in grado di raggiungere standard molto elevati e ritengono i risultati delle loro azioni derivanti dalle proprie abilità. Inoltre, credono che ogni azione ha delle conseguenze, per questo per cambiare gli esiti sostengono sia necessario esercitare un controllo serrato.
Al contrario, chi presenta un locus of control esterno ritiene che le conseguenze di alcune azioni siano dovute a circostanze esteriori, per questo le cose che accadono nella vita sono fuori dal loro controllo e le azioni messe in atto sono il risultato di fattori non gestibili, come il destino e la fortuna. Queste persone tendono a incolpare gli altri piuttosto che se stessi per i risultati ottenuti. Quindi, chi ha un locus interno considera l’interiorità come legata esclusivamente a una serie di abilità personali e se volesse ottenere risultati dovrebbe mettere in atto sforzo e sacrificio, mentre chi ha un locus esterno sostiene che gli accadimenti siano gestiti e regolati dal fato e quindi siano fuori dal proprio controllo.
Le modalità di attribuzione di controllo si ripercuotono evidentemente sulla motivazione al successo e sulla gestione delle emozioni. Infatti, coloro che presentano un locus of control interno sono più inclini all’ansia mentre coloro che mostrano un locus of control esterno potrebbero manifestare principalmente depressione.
Locus of control: non più un costrutto categoriale ma dimensionale
L’ unidimensionalità del costrutto di Locus of Control, successivamente, è stato contestato da Levenson che sostenne l’esistenza di dimensioni separate tra loro e non più poli opposti di un continuum. Quindi, non più un costrutto categoriale, ma dimensionale. Partendo da questo presupposto teorico Bernand Weiner ha aggiunto alla teoria dell’attribuzione di Rotter, i seguenti due criteri:
1) la stabilità, ovvero quanto risultano durature nel tempo le cose ottenute;
2) la controllabilità, che può essere alta se dovuta alle proprie competenze, o bassa se dipende da fattori come la fortuna, le azioni degli altri, il destino, etc.
L’interazione tra i due criteri porterebbe a considerare le situazioni esterne come prevedibili [stabili] e controllabili, ottenendo in questo modo un controllo anche su situazioni apparentemente non gestibili.
Esistono, inoltre, persone con un locus of control che è una via di mezzo tra interno ed esterno. Tali individui mostrano una combinazione tra i due tipi di locus of control e sono spesso indicati come bi-loci. Essi sono capaci di gestire lo stress e far fronte alle difficoltà in maniera più efficiente ed efficace, poiché mostrano una maggiore flessibilità nello spostarsi dall’esterno all’interno e viceversa. Le persone che possono contare sul duplice locus of control sono in grado di assumersi maggiori responsabilità e raggiungono gli obiettivi con minori disagi emotivi.
Chiaramente, il tipo di locus of control di ciascuno risulta essere influenzato della personalità, della cultura e dalla famiglia di origine, oltre che da una serie di rinforzi positivi o negativi che si verificano durante la vita.
La famiglia d’origine
Lo sviluppo del locus of control deriva dallo stile familiare e dal tipo di risorse interiori di cui ciascuno dispone. Molte persone che presentano un locus of control interno sono cresciute con famiglie che pongono particolare attenzione all’impegno, all’istruzione, alla responsabilità e alla costanza nel raggiungere un obiettivo. Solitamente i genitori di queste persone ricompensavano i loro figli nel momento in cui riuscivano a raggiungere i risultati prefissati. Diversamente, chi ha un locus of control esterno proviene da famiglie che esercitano un basso controllo e non considerano centrale l’assunzione di responsabilità. Chiaramente col passare del tempo, e coll’avvicendarsi di situazioni di vita, è possibile che il locus si possa modificare.
Gestione dello stress
Per quanto riguarda il benessere psicofisico e la gestione dello stress, si è osservato che con una percezione di controllo interno è più facile fronteggiare lo stress in modo adeguato e adottare uno stile di pensiero che influenzi l’attuazione di comportamenti volti a raggiungere gli obiettivi. Di conseguenza, la reazione emotiva che ne deriva è funzionale al conseguimento dello scopo. Al contrario un controllo esterno potrebbe risultare utile a minimizzare la propria responsabilità in caso di incidenti: attribuire la responsabilità di un evento negativo a una fonte esterna permette di minimizzare l’emozione di colpa. Quindi, pensare che l’accaduto sia colpa del destino o di persone esterne, è in questo senso funzionale al benessere individuale perchè preserva dal rimuginio e permette di canalizzare le energie mentali nell’affrontare al meglio le conseguenze.
In generale, pensare di poter controllare gli eventi o ritenere che non si possa esercitare alcun tipo di controllo porta a mettere in atto comportamenti diversi e più o meno funzionali al proprio benessere. Chi ha un locus of control interno si sentirà maggiormente responsabile delle sue azioni e avrà maggiori possibilità di successo perché consapevole di avere una serie di caratteristiche e abilità, quindi assumerà una posizione attiva nell’affrontare i problemi. Invece, l’atteggiamento di un individuo con un locus of control esterno sarà passivo rispetto agli accadimenti e più orientato all’accettazione, anche quando potrebbe intervenire efficacemente nel modificarli.
Relazioni interpersonali
Nelle relazioni interpersonali, è adattivo possedere un locus of control interno piuttosto che esterno, perchè consente di porsi nei confronti dell’altro in modo collaborativo e volto al raggiungimento dello scopo. Si tratta di individui fiduciosi, ottimisti e pronti a prestare soccorso, se necessario. Le persone che, al contrario, mostrano un locus esterno hanno la percezione di essere prevalentemente controllati da chi sentono più forte di loro, nei confronti del quale mostrano spesso un atteggiamento di sottomissione, hanno sfiducia in loro stessi, nelle proprie capacità e presentano umore basso.
In ogni caso, non esistono soggetti che hanno esclusivamente un locus of control esterno o interno. Per questo, in un sistema di credenze equilibrato e adattivo, funzionale al benessere dell’individuo, sarebbe auspicabile possedere un mix di loci, interno o esterno, adattabili alle diverse situazioni che si verificano.
Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano