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Qual è la terapia efficace contro la depressione? Sette interventi psicoterapeutici a confronto

Quale terapia efficace funziona meglio nel trattamento della depressione? attraverso una meta-analisi Barth et al cercano di giungere a una risposta

Di Marina Morgese

Pubblicato il 30 Set. 2016

I disturbi dell’umore e la depressione in particolare, sembrano essere molto comuni: si stima che circa un quinto della popolazione dei paesi ad alto reddito presenti, nel’arco della vita, sintomi depressivi.

 

La depressione risulta essere il quarto disturbo al mondo con impatto negativo sulla qualità di vita degli individui e si stima che, entro il 2030, si posizionerà al primo posto nei Paesi economicamente più avvantaggiati con un ovvio impatto sulla capacità produttiva e sulla salute fisica dei cittadini.

Data l’importanza e la gravità del disturbo, diversi interventi psicoterapeutici sono stati sviluppati per il trattamento della depressione, tra cui approcci cognitivo-comportamentali, interpersonali, terapie umanistiche e terapie psicodinamiche.

Mentre vi è un ampio consenso sul fatto che gli interventi psicoterapeutici siano benefici per i pazienti depressi, c’è un dibattito ancora in corso circa il diverso grado di efficacia dei vari orientamenti.

Precedenti meta-analisi hanno trovato come la terapia cognitivo-comportamentale sia più efficace di altri interventi. Al contrario, però, un’ulteriore meta-analisi ha stabilito come non vi sia alcuna differenza di efficacia tra la CBT e la terapia psicodinamica breve.

Per cercare di giungere a una risposta univoca, Barth e colleghi, autori di una meta-analisi pubblicata pochi anni fa, hanno confrontato ben 198 studi sull’efficacia dei vari tipi di psicoterapia nel trattamento del disturbo, per un totale di 15118 pazienti adulti con diagnosi di depressione.

Per la meta-analisi in questione sono stati selezionati solo gli studi con un disegno randomizzato: trattasi di studi condotti su soggetti adulti con un disturbo depressivo, o con un’elevata presenza di sintomi depressivi, in cui sono stati confrontati due diversi approcci terapeutici tra loro o gli effetti di un intervento psicoterapeutico con una condizione di controllo (es. liste d’attesa o trattamenti placebo).

Sulla base di una precisa tassinomia, sono stati classificati sette tipi differenti di interventi terapeutici: terapia interpersonale, interventi di attivazione comportamentale, terapia cognitivo-comportamentale, terapia centrata sul problem solving, social skills training, terapia psicodinamica, e counselling di supporto.

Quale tra questi sia risultato più efficace, è difficile dirlo: dall’analisi dei dati è emerso che i vari tipi di intervento presentano effetti comparabili sui sintomi depressivi, e che tutti gli approcci terapeutici portano a un significativo miglioramento dei pazienti depressi, rispetto agli individui appartenenti ai gruppi di controllo.

Dovendo contrastare gli effetti degli studi di piccole dimensioni sull’intera meta-analisi, sono state condotte ulteriori analisi sulle ricerche di medie e grandi dimensioni. Dall’analisi dei dati sono così emersi effetti notevolmente positivi per la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia interpersonale e la terapia centrata sul problem-solving, mentre gli effetti sono stati meno robusti per la terapia psicodinamica, il counselling di supporto, e gli interventi di attivazione comportamentale.

Sarebbe auspicabile continuare con le ricerche sul tema per giungere a una conclusione univoca su quale psicoterapia sia più efficace nella cura della depressione, tuttavia possiamo già cogliere il primo importante risultato emerso da meta-analisi come quella appena presentata: gli interventi psicoterapeutici risultano essere più efficaci del “non curarsi”, questo sottolinea come sia necessario, per chi soffre di depressione, rivolgersi in modo tempestivo ad uno psicoterapeuta esperto, qualunque sia la sua formazione.

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Marina Morgese
Marina Morgese

Caporedattrice di State of Mind

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