expand_lessAPRI WIDGET

Non essere cattivo: un film “familiare” – Cinema e psicologia

Il film Non essere cattivo di Claudio Caligari può essere considerato un film familiare, in quanto tratta alcuni temi oscuri e vicini alla terapia familiare

Di Gessica Iannone

Pubblicato il 14 Set. 2016

Non essere cattivo: Il film postumo di Claudio Caligari scorre fra due sponde dolorose: da una parte la rievocazione di una generazione ferita da droga e AIDS e dall’altra il vissuto della malattia mortale del regista che tutto questo ha voluto filmare.

Non essere cattivo: introduzione

Si chiude così la sua trilogia di lungometraggi: Amore tossico (1983), L’odore della notte (1998) e quest’ultimo, Non essere cattivo (2015). Ritrattista di tossici, prostitute, travestiti, rapinatori e balordi di ogni specie, ha osato, per certi versi come il terapeuta familiare, esplorare le zone d’ombra di cui tutti gli altri avevano paura. Nei film ci sono anche i figli, le donne, le madri, gli amici di questi “cattivi” che tutti cercano di dimenticare senza riuscirci.
La similitudine, azzardata ma non troppo, sorge spontanea quando, ad una seconda visione (perchè la prima è sacra godersela con uno sguardo incontaminato) si esplorano le dinamiche familiari dei protagonisti. Ma non è quello che qui voglio ripercorrere.

Ciascuno di voi, colleghe e colleghi, può godersi la creazione di un’analisi tutta propria.

L’ARTICOLO CONTINUA DOPO IL TRAILER:

La costruzione di una doppia memoria

Vorrei qui brevemente riflettere sulla costruzione di una doppia memoria.
Il regista è mancato all’età di 67 anni, prima che il suo ultimo film fosse terminato e mandato nel mondo a ricevere candidature, premi mancati, applausi silenziosi e un omaggio commosso da chi, come me, lo ha scoperto tardi. Il suo entourage ha lavorato sapendo che quello sarebbe stato un testamento e che la direzione dei passi fatti era il passato, non il futuro; come quei giorni interminabili di chi sta accanto ad una persona malata, in bilico fra i desideri contrastanti di trattenere e di lasciare andare, in un presente senza tempo dove ogni gesto fatto insieme potrebbe essere l’ultimo.

E poi c’è la memoria che Caligari ha voluto fotografare, quella delle borgate pasoliniane fra Roma e Ostia, fra quello che poteva essere e non è stato, fra chi c’è e chi non c’è più. Rivivono quei temerari sulle macchine volanti tanto cari a Luigi Cancrini, perchè trent’anni sono sufficienti per rielaborare i traumi di una generazione mutilata.
E rivivono anche perchè la storia sembra cambiare ed invece si ripete.

Non essere cattivo: un film sui temi della terapia familiare

Molte delle conquiste della terapia familiare sono dovute ai terapeuti che hanno saputo immergersi nel dolore di quel sottomondo proletario dove la droga la faceva da padrone, anzi, faceva il gioco dei padroni e si sostituiva alle figure paterne e materne, assenti anche a se stesse. Per chi lavora nel campo delle dipendenze, quelle conoscenze sono sempre utili e illuminanti, come le vecchie storielle che i nonni raccontano ai nipoti perchè non vadano perdute e perchè tutta la fatica non sia stata vana. Così per il cinema sarà l’opera di questo maestro, che sui “cattivi” eroi ha voluto un dilemma sempre aperto e mai una condanna fatta e finita. Quando chiesero a Caligari perchè avesse fatto solo tre film in trent’anni, egli rispose che aveva ancora tanto da raccontare ma che il suo intento era farlo senza i codici pubblicitari del cinema commerciale. “Quando sai comunicare, sei pericoloso”, disse.

Come un paziente designato, ma consapevole di esserlo, è riuscito a narrare la verità del sistema familiare e sociale, dando voce alle parti fragili ed impaurite che su di lui i colleghi avevano proiettato.

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Non essere cattivo di Caligari
“Non essere cattivo” di Claudio Caligari (2015) – Cinema & Psicologia

Il film affronta il tema della tossicodipendenza e della difficoltà per molti giovani nel gestire le emozioni negative.

ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel