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Diagnosi di Infertilità: come affrontare un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita

Dopo la diagnosi di infertilità, spesso viene proposto alla coppia un percorso di PMA, ma non viene considerato l’aspetto emotivo di tale cammino

Di Camilla De Nadai

Pubblicato il 27 Giu. 2016

Aggiornato il 10 Ott. 2019 12:09

La diagnosi di infertilità interessa un numero sempre maggiore di coppie negli ultimi anni e va vista in un’ottica bio-psico-relazionale. La coppia affronta un periodo di forte stress al quale si chiede di adattarsi. È una ferita dolorosa, che colpisce sia il singolo individuo che la coppia.

Camilla De Nadai – OPEN SCHOOL Studi Cognitivi di Milano

 

Le emozioni prevalenti possono essere senso di colpa e vergogna. La colpa può essere associata a pensieri quali ‘disubbidisco alla legge divina del crescete e moltiplicatevi, perdita di potere virile nell’uomo e potere di maternità nella donna‘. La vergogna invece può essere collegata a ‘non sono normale, non sono come gli altri, non posso generare quel figlio desiderato dal mio partner o il nipotino desiderato dai  genitori’.

 

Diagnosi di infertilità e Procreazione Medicalmente Assistita

Dopo la comunicazione di diagnosi di infertilità, spesso viene proposto alla coppia un percorso di procreazione medica assistita (PMA), ma nella comunicazione non viene considerato, nella maggior parte delle cliniche, l’aspetto emotivo di tale peso.

Da qui inizia un ulteriore stress per la coppia e per i singoli individui: l’incertezza. Iniziano un percorso, carico emotivamente, senza sapere come andrà a finire. Non si può sapere se otterranno una gravidanza dopo un primo trattamento, dopo sei o mai.

È importante quindi che la coppia sia supportata psicologicamente in questo lungo e difficile periodo in cui elevati stati d’ansia e depressione sono presenti. Uno studio recentissimo ha mostrato come siano poche le coppie che si rivolgono ad un centro di salute mentale per affrontare tale difficoltà, sottolineando l’importanza che bisognerebbe dare agli aspetti psicologici (Pasch, Holley, Bleil, Shehab, Katz, Adler,  2016).

Ecco perché potrebbe essere utile introdurre all’interno dei protocolli medici di procreazione medica assistita interventi di questo tipo.

Uno studio ha mostrato come tra tutte le coppie che si sono sottoposte a tecniche di procreazione medica assistita, si sviluppano sintomi depressivi solo in quelle che vivono i fallimenti come non risolvibili e inevitabili. Ciò dimostra come interventi psicologici mirati a ristrutturare i pensieri disfunzionali legati alla diagnosi di infertilità, potrebbero aiutare la coppia a raggiungere un livello maggiore di benessere, anche nel caso in cui l’esito del trattamento fosse negativo (Galhardo, Moura-Ramos, Cunha, Pinto-Gouveia, 2015).

 

L’importanza degli interventi psicologici nel percorso di Procreazione Medica Assistita

Per verificare tale ipotesi, si possono osservare i risultati di una ricerca effettuata in Texas, dove coppie che sono state sottoposte a fecondazione in vitro (FIV), hanno svolto un breve percorso di sostegno psicologico di gruppo con cadenza bisettimanale. A tutti i soggetti sono stati somministrati sia prima che dopo la partecipazione al gruppo, questionari che indagano la depressione (Beck Depression Inventory), l’ansia (Beck Anxiety Inventory), l’ottimismo e pessimismo (Life Orientation Test) e le credenze irrazionali.

Rispetto ai soggetti del gruppo di controllo, che non hanno partecipato ai gruppi, si nota che chi ha partecipato al gruppo, dopo il trattamento psicologico, era meno ansioso in seguito al trattamento di fecondazione in vitro, rispetto a prima. In particolar modo, gli uomini erano più ottimisti e le donne avevano minori idee irrazionali disfunzionali. Questo studio ci dimostra quanto sia possibile, in caso di infertilità, trarre beneficio da un aiuto psicologico durante questo percorso molto difficile (McNaughton-Cassill, Bostwick, Arthur, Robinson , Neal, 2002).

 

Infertilità, fecondazione in vitro e mindfulness

Un ulteriore studio (Li, Long, Liu, He, Li, 2015) effettuato in Cina su donne che si sottoponevano per a prima volta alla fecondazione in vitro, mostra come sia utile l’utilizzo di un intervento basato sulla tecnica della mindfulness.

Sono state valutate la consapevolezza, l’auto-compassione, la difficoltà di regolazione delle emozioni, le strategie di coping e la qualità di vita sia prima che dopo l’intervento di mindfulness. È stato considerato anche un gruppo di controllo al quale non è stato somministrato il trattamento mindfulness (entrambi i gruppi avevano dei punteggi iniziali simili).

Alla fine dell’intervento, le donne con diagnosi di infertilità che avevano partecipato alla mindfulness hanno riportato un aumento significativo della consapevolezza mentale, maggiori strategie di coping e maggiore auto-compassione, inoltre è diminuita la difficoltà di regolazione delle emozioni e minori risultano le strategie di coping basate sull’evitamento. Invece le donne che non hanno partecipato al training di mindfulness, non hanno presentato variazioni significative in nessuna delle variabili misurate. Inoltre, ci sono state differenze statisticamente significative rispetto alle percentuali di gravidanza, infatti sono state maggiori le gravidanze ottenute nel gruppo delle partecipanti alla mindfulness rispetto a quelle che non vi avevano partecipato. Secondo questo studio e sulla base di queste prime evidenze dunque è possibile che il training di mindfulness possa aiutare l’esito di tecniche di Procreazione Medica Assistita in caso di infertilità.  Inoltre, poiché la mindfulness non prevede l’uso di farmaci e quindi è poco invasiva, risulta ancor più utile l’integrazione di questa tecnica alla Procreazione Medica Assistita.

Possiamo concludere dicendo che un gran numero di ricercatori negli ultimi anni sta dimostrando come l’integrazione di una terapia cognitivo-comportamentale (CBT) in particolar modo la terapia di gruppo cognitivo-comportamentale, associata a tecniche di mindfulness, possono aiutare le coppie affette da una diagnosi di infertilità, ad affrontare più serenamente e con maggior benessere percorsi di procreazione medicalmente assistita.

Tuttavia, sono ancora troppo poche le ricerche in questo ambito, e ci si augura, che il gran numero di coppie con diagnosi di infertilità, che negli ultimi anni si rivolge alle cliniche specializzate, possa stimolare interesse nei ricercatori affinché si abbiano sempre maggiori informazioni rispetto a questa problematica.

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