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Personalità narcisistica: chi si assomiglia si piglia

In un recente studio si è indagato quanto due amici simili in termini di personalità narcisistica fossero simili anche in altri aspetti della personalità.

Di Chiara Manfredi

Pubblicato il 10 Mar. 2016

Siamo nell’epoca della personalità narcisistica, dell’autocelebrazione, dei selfie, dell’incensarsi e tessere le proprie lodi, dell’ognuno si salva da solo (e eventualmente a discapito degli altri). O almeno, questo è quello che pare leggendo le opinioni di critici e sociologi. 

 

La personalità narcisistica nella società

L’interesse per il narcisismo e la personalità narcisistica si sta diffondendo a macchia d’olio negli ultimi anni, sia da un punto di vista clinico che nel senso comune, per strada, al bar. Siamo passati da un momento storico in cui non tutti conoscevano il significato di questa parola e delle sue diverse accezioni, a un contesto sociale e culturale in cui si parla di società narcisistica, di relazioni narcisistiche, e in piccola parte anche di disturbo. Siamo nell’epoca dell’autocelebrazione, dei selfie, dell’incensarsi e tessere le proprie lodi, dell’ognuno si salva da solo (e eventualmente a discapito degli altri). O almeno, questo è quello che pare leggendo le opinioni di critici e sociologi. Poi c’è da capire se non sia sempre stato così, solo con meno attenzione mediatica alla cosa, ma questo è un altro discorso.

 

Qual è il prototipo del narcisista?

Allora, facilmente pensando al prototipo del narcisista a molti di noi vengono in mente persone poco piacevoli. Gli individui con personalità narcisistica sono individui auto-centrati e auto-riferiti, egocentrici, che non prendono in considerazione l’altro nei suoi bisogni o nelle sue opinioni, che scalano quello che devono scalare pestando i piedi necessari. Non mettere in discussione le proprie opinioni, andare avanti e mirare sempre in alto.

C’è chi dice che la società attualmente rinforzi questo atteggiamento, promuovendo una dinamica di estremo appetito e abbuffate di potere, c’è chi dice che invece la società per come la troviamo oggi sia stata riempita da persone di questo tipo e da dinamiche coerenti con loro stessi, che sia in qualche modo l’esito e non la causa. La vecchia diatriba dell’uovo e della gallina.

Sta di fatto che questo è. Sta di fatto che probabilmente tante persone che hanno avuto a che fare con il prototipo descritto (anche se è sempre una questione di sfumature, e difficilmente la realtà è rappresentata da prototipi), si sono fatti la fatidica domanda ‘Ma questo, ha degli amici?’, anche declinata come ‘Ma questo, chi se lo sceglie come marito?’. (Viene facile parlare al maschile per ragioni prototipiche, appunto, non me ne vogliate).

 

Personalità narcisistica e affinità relazionali: cosa dice una nuova ricerca

Ebbene, questa è, più o meno, la domanda a cui ha cercato di rispondere un gruppo di ricercatori tedeschi, con un articolo che uscirà su Personality & Social Psychology Bulletin il prossimo marzo.

Nello studio di Maaß, Lämmle, Bensch e Ziegler, i ricercatori hanno approfondito quanto due amici simili in termini di caratteristiche narcisistiche fossero simili anche in altri aspetti della personalità. Per fare questo, 290 coppie di migliori amici hanno compilato un questionario sul narcisismo e un questionario più complessivo sulla personalità: le analisi dei dati hanno valutato quanto l’essere simili in termini di personalità narcisistica potesse predire somiglianze anche in altri aspetti.

In sostanza, gli studiosi si sono chiesti se condividere tematiche tipiche della personalità narcisistica potesse essere un fattore di legame e similarità anche in altri aspetti della diade di amici. I risultati hanno detto sì, e anche parecchio. In particolare, l’indice di somiglianza tra due amici nella sfera narcisistica si è dimostrato in grado di predirne la somiglianza anche in tutte le altre caratteristiche personologiche indagate (neuroticismo, estroversione, amabilità, coscienziosità e apertura all’esperienza).

La cosa interessante è che precedenti ricerche che hanno esplorato la somiglianza caratteriale tra i migliori amici hanno indicato invece che tendenzialmente le persone scelgono amici molto diversi da sé, per cui troviamo più frequentemente introversi con estroversi, pessimisti con ottimisti, e così via (Furr & Wood, 2013).

La cosa ancora più interessante è che questo dato è stato confermato dallo studio tedesco: lasciando stare la misura del narcisismo, ma analizzando semplicemente le dimensioni di personalità raccolte, anche in questa ricerca le coppie di migliori amici si sono mostrate differenti tra loro, in tutti i 5 aspetti indagati, tanto quanto erano differenti tra loro persone sconosciute.

Ma cosa succede se nelle analisi consideriamo anche la personalità narcisistica? Succede che le caratteristiche di personalità di un soggetto con alti livelli di narcisismo, controcorrente rispetto al resto del campione, sono molto simili a quelle del suo migliore amico. Inoltre, questa somiglianza è ancora più forte (il doppio) se anche l’altro componente della diade ha punteggi alti in narcisismo. In sostanza, nel caso di un narcisista appaiato a un altro narcisista, le personalità della diade sono risultate sostanzialmente sovrapponibili: più il narcisismo della coppia di amici è alto, più gli amici sono simili.

 

Conclusioni

Cosa ci dicono questi dati? Le interpretazioni possono essere diverse (e devono sempre essere caute). In parte, ci dicono che chi possiede una personalità narcisistica sceglie se stesso come migliore amico, o quantomeno una versione molto poco modificata di sé.

Potrebbero anche dirci che i narcisisti non stanno bene in rapporti con persone troppo diverse da loro, e in questo caso rimane da capire perché. Una possibilità (quella che viene in mente a tutti più facilmente) è che vogliano passare il proprio tempo con persone altrettanto speciali, oppure che persone meno speciali li annoino, oppure ancora che non abbiano voglia di impiegare risorse con qualcuno che ha reazioni e emozioni così diverse dalle proprie. Un’altra ipotesi suggerita dagli autori va un po’ per esclusione, suggerendo che solo una personalità narcisistica possa sostenere il peso di amici narcisisti. Una sorta di selezione naturale, insomma.

Un’ipotesi a mio avviso più interessante, e forse anche più utile da un punto di vista di intervento e terapia, è più benevola. E se fosse che persone con alti livelli di narcisismo semplicemente non fossero tanto abili a avere a che fare con chi funziona secondo regole diverse dalle proprie, semplicemente perché le proprie sono le uniche regole che conoscono? E se qualcuno che funziona così diversamente mettesse in crisi le loro regole e li facesse sentire persi?

Allora, ecco, questa interazione con persone diverse da sé potrebbe essere qualcosa da apprendere e su cui allenarsi, invece di limitare la persona a selezionare solo chi sta in cima alla piramide.

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Chiara Manfredi
Chiara Manfredi

Teaching Instructor presso Sigmund Freud University Milano, Ricercatrice per Studi Cognitivi.

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