Dal VI FORUM sulla FORMAZIONE in PSICOTERAPIA – Assisi 2015
Fattori predittivi dell’impatto di una seduta allarmante sullo psicoterapeuta in formazione
Bellardi C., Virga L., Boldrini M. P., Caselli G., Ruggiero G. M.
Attraverso questa ricerca si sono investigati i fattori predittivi dell’impatto di una seduta con paziente allarmante sul terapeuta in formazione.
Lo scopo è stato quello di definire se esista un legame tra stili relazionali (Bowlby), temi dolorosi, piani di vita (Sassaroli) e impatto di una seduta con paziente allarmante sul terapeuta in formazione. Inoltre si è inteso indagare se il percorso di formazione in psicoterapia cognitivo-comportamentale costituisca un elemento protettivo nei confronti di suddetto impatto.
Si è ipotizzato l’esistenza di una correlazione positiva tra le caratteristiche misurate (stile relazionale, temi dolorosi, piani di vita) e l’impatto di una seduta con paziente allarmante; inoltre si è ipotizzato che l’impatto del paziente allarmante sia direttamente proporzionale alla juniority dello psicoterapeuta in formazione.
La cornice teorica sulla quale si basa il lavoro è la letteratura relativa all’impatto degli eventi stressanti (Liotti, Weiss) e allo stile relazionale del paziente e del terapeuta in seduta, con particolare riferimento alla teoria dell’attaccamento (Bowlby) e dei cicli interpersonali (Semerari).
Il disegno progettuale, articolato in due fasi, si propone di indagare in un primo tempo le caratteristiche relazionali dello psicoterapeuta e successivamente si misura la reazione dello psicoterapeuta rispetto all’impatto del video somministrato relativo ad una seduta di psicoterapia con un paziente allarmante costruito ad hoc per questo studio.
Con l’intento di perseguire l’obiettivo di comprendere i fattori implicati nell’impatto di una seduta allarmante sul terapeuta in formazione, nel corso della scelta dei materiali da impiegare a tale scopo, si era inizialmente pensato alla costruzione di stimoli-vignetta, ma ci si è resi conto in itinere che uno stimolo video, attraverso cui proporre la visione di uno spezzone di seduta allarmante, sarebbe stato maggiormente in grado di esprimere contenuti capaci di elicitare le reazioni cognitive, emotive e comportamentali che avrebbero segnalato una vulnerabilità al contenuto rappresentato. Nelle fasi iniziali di preparazione dei materiali, si era pensato alla possibilità di proporre la visione di tre simulazioni di colloqui di psicoterapia, rispettivamente con un paziente allarmante che richiede un colloquio in emergenza; un paziente con disturbo narcisistico di personalità; un paziente con disturbo evitante di personalità.
Tutti e tre i video sono stati registrati a partire da copioni costruiti sulla base di colloqui clinici reali, ovviamente modificati per evitare che i contenuti potessero essere ricondotti ai pazienti in questione, e avvalendosi della collaborazione di attori professionisti e di una terapeuta di Studi Cognitivi. Dopo aver riflettuto lungamente sui tempi a disposizione per la somministrazione dei questionari, si è ritenuto opportuno scegliere solo uno dei tre video: si è optato per il video del paziente allarmante in quanto i ricercatori hanno valutato che tale paziente fosse quello che maggiormente avrebbe potuto impattare sui soggetti. Relativamente al video in questione, il copione è stato costruito a partire dal film “Gente comune”, un film del 1980, diretto da Robert Redford.
Nella prima fase del disegno progettuale, si sono investigate le caratteristiche dello psicoterapeuta, utilizzando i seguenti test: misurazione dello stile di attaccamento e relazionale attraverso ASQ, ECR, PTP Questionnaire – Painful Themes and Plans (PTP). Più specificamente, all’interno della cornice teorica del modello LIBET di Sassaroli-Ruggiero, per questo specifico studio pilota si è proceduto alla costruzione del Painful Themes & Plans Questionnaire, a partire dal Booklet LBET di Bassanini A., Caselli G., Redaelli C.A.., Ruggiero G.M. e Sassaroli S., con lo scopo di indagare nei soggetti sperimentali temi dolorosi intollerabili e piani di vita, enucleati dal modello stesso. Si tratta di un questionario self-report composto da 28 item, suddivisi in sette sottoscale, con quattro quesiti ciascuna relativi ai quattro temi dolorosi e ai tre piani di vita individuati dal modello LIBET. Il questionario prevede che le risposte vengano date su una scala Likert che va da 1 a 7 dove 1 significa per niente d’accordo e 7 totalmente d’accordo, purtroppo il questionario non è ancora stato validato, si auspica che ciò possa avvenire quanto prima. Si è inoltre proceduto alla misurazione della eventuale sintomatologia ansiosa e depressiva attraverso la somministrazione dell’HADS.
Nella seconda fase, dopo la somministrazione dello stimolo video, si è misurato l’impatto del paziente allarmante attraverso la somministrazione in 4 tempi (T0, T1, T2 e T3) del questionario IESR_Short, ovvero una versione abbreviata della scala IESR.
Il campione è costituito da allievi del primo (n.55) e dell’ultimo anno (n.53) delle scuole di psicoterapia cognitivo comportamentale di Studi Cognitivi.
E’ risultato che gli allievi del quarto anno rispetto agli allievi del primo hanno registrano maggiori difficoltà in termini di funzionamento relazionale, inflessibilità dei piani di vita e reazione all’evento stressante del paziente allarmante. Mentre la presenza di temi dolorosi intollerabili pare non essere correlata con l’impatto stressante, la presenza di piani di vita evitanti (piano di vita 1 prudenziale e piano di vita 3 auto-immunizzante) paiono costituire fattori predittivi della risposta all’evento stressante.
Si rileva come i limiti del presente studio possano essere legati alla somministrazione in classe di strumenti self-report, alla scelta del campione che ci permette di fare una valutazione sincronica e non diacronica nel tempo, alla mancanza di una valutazione della credibilità dello stimolo video e della presenza o meno di un percorso di psicoterapia individuale del terapeuta in formazione.
Si auspica che in futuro suddette ipotesi possano essere verificate con studi longitudinali che permettano di valutare stile relazionale, temi dolorosi, piani e impatto del paziente allarmante sullo stesso psicoterapeuta in formazione all’inizio e alla fine del percorso formativo.