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Tracce del tradimento XI: Ansia, vergogna e gelosia

I protagonisti della gelosia sono tre: il geloso, la persona amata e il rivale... Tracce del tradimento Nr. 11 - Psicologia, Relazioni sentimentali

Di Roberto Lorenzini, Sandra Sassaroli

Pubblicato il 29 Mag. 2015

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO – (Ansia, vergogna e gelosia – Nr. 11)

 

[blockquote style=”1″]Come geloso io soffro quattro volte perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.[/blockquote]

Roland Barthers “Frammenti di un discorso amoroso”

 

Chi cerca le tracce di un ipotetico tradimento è geloso. I protagonisti della gelosia sono tre: il geloso, la persona amata e il rivale. Il geloso soffre per la minaccia di perdita dell’essere amato che gli viene portato via da un rivale ma soffre anche per la perdita dell’esclusività del rapporto. Si era in due, si diventa in molti e si condivide la stessa persona.

Il geloso ha un’attenzione selettiva verso i più minuziosi particolari ed una memoria selettiva verso minuscoli ricordi che confermano i suoi sospetti e innescano un continuo rimuginio sulla doppia catastrofe che teme. La catastrofe temuta è doppia perché egli paventa la perdita della persona amata e contemporaneamente della propria autostima.

Il rivale è la prova concreta del suo essere inferiore, inadeguato, perdente. La persona amata è il giudice che ha emesso la sentenza sulla sua pochezza, tradendolo con il rivale. La perdita della persona amata giustificherebbe la tristezza che troviamo nelle situazioni di lutto, ma le emozioni implicate nella gelosia sono molte di più.

Forte è la rabbia per il presunto danno subito sia da parte della persona amata che non ha ricambiato l’investimento fatto su di lei e ha imbrogliato e che ha decretato con la sua scelta lo scarso valore del geloso, sia da parte del rivale che si è appropriato di qualcosa che apparteneva al geloso dimostrando contemporaneamente propria superiorità e dunque la sua inferiorità.

 

Un ingrediente emotivo della gelosia è l’ansia. Il geloso è in ansia all’idea ancora incerta che il tradimento si sia effettivamente consumato. E lo è, una volta avuta questa certezza, al pensiero di quello che accadrà dopo, a come potrà sopravvivere senza la persona amata.

Le emozioni che costituiscono gli ingredienti della gelosia hanno tempi diversi. Nel momento della ricerca prevale l’ansia e quando poi le tracce sono state effettivamente trovate sopraggiungono la rabbia e la tristezza. Anche l’invidia per il rivale può essere presente. Egli è più amato è dunque forse migliore, più interessante, piacerebbe essere come lui o che mi amasse, ma non è possibile e per questo si soffre.

La vergogna, dominante nelle culture più arcaiche, per la propria situazione di donna o uomo tradito è un altro fenomeno emotivo molto comune:

[blockquote style=”1″]Cosa si dirà di me a vedermi tradito, che figura ci faccio.[/blockquote]

La vergogna è una emozione che molte volte può trascinare con sé la rabbia, non per il tradimento ma per la minaccia che si sente di subire alla propria immagine sociale (Castelfranchi). Il tradimento dell’altro ci sposta da un ruolo sociale ad un altro, si perde valore agli occhi degli altri che ci compatiranno e disprezzeranno o rideranno di noi.

Tradendoci l’altro ci umilia, ci pone in condizioni di inferiorità, riduce il nostro valore personale, e ciò ci rende tristi ma ci fa anche arrabbiare per il torto che ci procura. E ancora si sperimenta la malinconia per il finire di una epoca in cui certezze e illusioni erano prevalenti, e la paura a fronte dei rivolgimenti esistenziali che si hanno davanti.

Ci sono quindi molti stati emotivi davanti a delle tracce di tradimento, uno stato di vergogna, umiliazione, tristezza, e paura e una seconda fase che probabilmente ha una sua iniziale funzione di riequilibrio, di rabbia. La rabbia consente di sospendere emozioni e conoscenze di se dolorose o intollerabili e di spostare l’attenzione sui torti subiti dall’altro.

In qualche modo la rabbia è inizialmente fisiologica, mentre diventa malata, patologica, se nel tempo non si attenua, se diventa un’ossessione ostile, se non permette al sistema un adattamento nuovo e più creativo, che non dimentichiamoci è sempre possibile.

La gelosia è un’emozione complessa che si è probabilmente selezionata nel corso dell’evoluzione per garantire la prosecuzione della propria discendenza e in particolare per garantire i maschi di non allevare dei figli non propri e le femmine di non perdere un partner che protegga e alimenti i propri figli.

Perché ciò non avvenga occorre stare all’erta, vigilare sulle possibili minacce, attaccare i possibili rivali e altrettanto il proprio partner per dissuaderlo a tradire. La gelosia dunque, sia come emozione che come tendenza all’azione, sembra essere nata con lo scopo di garantire certezza della propria discendenza e possibilità ad essa di sopravvivenza, garantendo l’esclusione di estranei dalla coppia.

Un professore quarantacinquenne aveva di recente subito un drammatico tradimento dalla sua compagna ma non riusciva a provare per lei nessun risentimento. Ciò gli era già capitato quando la moglie lo aveva tradito con un suo collega. In fondo egli le giustificava e continuava a vederle come persone di grandissimo valore che comprensibilmente si erano stufate di lui. Le sue storie erano una sorta di lunga attesa: prima o poi si sarebbero accorte che egli altro non era che un bluff e lo avrebbero giustamente lasciato. A quel punto non avrebbe potuto lagnarsi perché aveva avuto quello che effettivamente si meritava ed anzi doveva semmai vergognarsi per avere rubato per un po’ di tempo l’affetto di così meravigliose creature con l’inganno. Il momento centrale delle sue storie non era quello della conquista e della stabilizzazione del legame ma l’epilogo, il tradimento che confermava la sua inadeguatezza e inferiorità rispetto ad ogni altro uomo. In fondo era per quello che si dava tanto da fare, era quello lo scopo supremo; e tanto più il partner gli preferiva un altro tanto più si dimostrava un giudice saggio e attendibile…

 

RUBRICA TRACCE DEL TRADIMENTO

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Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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