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La rabbia: un’emozione primordiale a volte adattiva a volte disfunzionale!

Si tratta di un'emozione primordiale, che deriva dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ ambiente in cui ci si trova e ha una funzione adattiva.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 11 Feb. 2015

Aggiornato il 22 Mar. 2016 15:08

Sigmund Freud University - Milano - LOGOINTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA  (02)

 

 

La rabbia è un sentimento primordiale, di base, che è determinato dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova. Quindi, possiamo dire che la rabbia inizialmente ha una funzione adattiva.

 

Proseguendo con il viaggio all’interno delle emozioni ad un tratto ci imbattiamo nella rabbia. Che ne dite, proviamo a conoscerla un po’ meglio? E, allora, avviciniamola per guardarla più da vicino, cercando di farci amicizia.

Di cosa si tratta, cos’è questa rabbia? È una emozione che si manifesta in tutti, grandi e piccoli, e in alcuni casi porta all’attuazione di agiti, mentre, in altri è soffocata.

Capita spesso di osservare bebè che non vogliono fare o mangiare qualcosa e manifestano questo stato urlando o lanciando oggetti. Questo comportamento suggerisce che la rabbia è una delle emozioni innate, infatti si mostra fin da subito. Si tratta, dunque, di un sentimento primordiale, di base, che è determinato dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova. Quindi, possiamo dire che la rabbia inizialmente ha una funzione adattiva.

Successivamente, col tempo, la situazione si modifica, l’ambiente potrebbe diventare ostile, e qualcosa potrebbe esserci negata. A questo punto si manifesta la rabbia, che non sarà più adattiva, ma disadattiva perché crea malessere.

Chiaramente, numerosi sono i motivi per cui è possibile perdere la calma, per esempio quando consideriamo un’altra persona responsabile per averci procurato un danno, un fastidio; oppure, se non dovessimo trovare un responsabile diretto è possibile arrabbiarsi con se stessi, in ogni caso è sempre necessario trovare un capro espiatorio, un colpevole a quello che succede, perché serve per rivolgere la rabbia verso qualcosa o qualcuno. Spesse volte ci arrabbiamo con le persone a cui siamo più legati, come i genitori, i coniugi, in quanto proprio da loro ci aspettiamo di essere capiti e ascoltati, ma questo non si verifica sempre e, allora, la rabbia ci inonda.

La rabbia mostra un andamento sinusoidale, a volte ha dei picchi in eccesso chiamati collera, esasperazione, furore e ira, oppure in difetto, di intensità minore, e li definiamo irritazione, fastidio, impazienza. In ogni caso si tratta di una risposta emotiva intensa ma transitoria, che si protrae per brevi momenti.

Solo in casi estremi la rabbia si esprime attraverso dei comportamenti (rompendo oggetti, guidando velocemente, etc.), ma il più delle volte si manifesta verbalmente con l’alterazione del tono di voce che diventa più intensa o sibilante, stridula o minacciosa.

Chiaramente, la manifestazione di rabbia è coadiuvata da una particolare mimica facciale: aggrottiamo la fronte, le sopracciglia, serriamo i denti fino a digrignare in alcuni casi. L’organismo assume una postura che gli permette di entrare in azione da un momento all’altro, di attaccare o di aggredire. Si manifestano anche variazioni fisiologiche come l’accelerazione del battito cardiaco, aumento dell’afflusso del sangue nella periferia del corpo, la maggiore tensione muscolare e iper-sudorazione. Tutto questo ci dice che il nostro corpo è pronto a difendersi contro il presunto nemico.

In linea generare si può parlare di una rabbia disadattiva, disfunzionale o patologica, quando crea sofferenza individuale, oppure compromette le relazioni sociali e spinge a compiere azioni dannose verso persone o cose o se stessi.

In altri casi, la rabbia non è una emozione negativa, infatti, da piccoli è adattiva e anche da adulti potrebbe esserlo incanalandola in attività alternative a quelle del bisogno che ci viene negato. Così facendo, aumenta il nostro benessere e non rimaniamo incastrati in questa emozione.

Bene, amici, anche questo viaggio nei meandri della rabbia è finito. Ci diamo appuntamento alla prossima settimana.

 

INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Ellis, A.(1962). Reason and emotion in psychotherapy. Lyle Stuart, New York. Tr.it. “Ragione ed emozione in psicoterapia”. Astrolabio, Roma 1989.
  • Lazarus R.S. (1991). Emotion and adaptation. New York: Oxford University Press.
  • Linehan M. (2001). Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline. Il Modello Dialettico. Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Matarazzo O., Zammunner V.L. a cura di (2009), La regolazione delle emozioni. Il Mulino, Bologna.
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