Un nuovo studio della Princeton University offre un punto di vista che è in controtendenza rispetto studi più recenti, evidenziando che la quantità di pratica ed esercizio accumulato nel corso del tempo non gioca un ruolo chiave e decisivo in considerazione delle differenze individuali nelle performance di qualità.
Gli autori hanno preso in esame circa 80 studi presenti in letteratura sul tema di apprendimento e ruolo della pratica in relazione alle qualità della performances in domini quali musica, giochi, sport, ambiti professionali e scolastici. Gli 88 studi considerati nella meta-analisi includevano due criteri: da una parte la misurazione della pratica ripetuta, dall’altra una misurazione delle performance e la stima della grandezza del’effetto osservato.
Dalla meta-analisi è emerso che nella quasi totalità degli studi è dimostrata una relazione positiva tra pratica e performance: più le persone riferivano di essersi esercitate in un dominio, maggiori erano i livelli delle performances.
In generale però la quantità di pratica ripetuta è in grado di spiegare soltano il 12% delle differenze individuali nelle prestazioni. Interessante è inoltre considerare le specificità dei diversi domini considerati: l’esercizio e la pratica ripetuta sono in grado di spiegare il 26% delle differenze individuali delle prestazioni nel dominio dei giochi, circa il 21% delle differenze individuali delle performance musicali, e circa il 18% negli sports. Ma considerando i domini scolastico e professionale, il praticare ed esercitarsi ripetutamente spiegherebbe rispettivamente il 4% e l’1% della varianza in termini di differenze individuali osservata nelle prestazioni.
Inoltre sembra che l’effetto della pratica sulla performance sia minore a fronte di misurazioni più precise che utilizzino strumenti di valutazione standardizzati.
Dunque non vi sono dubbi che – sia dal punto di vista statistico che teorico- la pratica sia importante per migliori performance, solo si discute rispetto al peso che spesso le viene attribuito (sia dal senso comune che in letterauta) a discapito di altri fattori riguardo prestazioni ottimali. Scontato dire che ora la domanda chiave è
E dunque che cosa importa? Che cosa è in grado di spiegare le performance qualitativamente elevate?
Gli autori speculano su fattori quali l’età di inizio di apprendimento di una determinata attività e altre variabili squisitamente psicologiche quali le abilità cognitive mnestiche (working memory), e dichiarano future meta-analisi in cui verranno considerati specificamente questi fattori nel dominio dello sport.
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BIBLIOGRAFIA:
- B. N. Macnamara, D. Z. Hambrick, F. L. Oswald (2014). Deliberate Practice and Performance in Music, Games, Sports, Education, and Professions: A Meta-Analysis. Psychological Science; DOI: 10.1177/0956797614535810