Report dal Congresso
Nuove frontiere nella cura del trauma
Approcci Integrativi e Centrati sul Corpo per la cura dei
Disturbi Traumatici Complessi
20-22 aprile 2013, Venezia
Ecco la solida base neurobiologica che cercavamo. Tagliavini ci illumina a tal proposito descrivendo la meravigliosa Teoria Polivagale di Porges.
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La paura senza sbocco, così come tutti gli altri comportamenti difensivi descritti, ha precisi correlati viscerali che attivano la “modalità di funzionamento” adatta ad ogni situazione e Giovanni Tagliavini ci illumina a tal proposito descrivendo la meravigliosa Teoria Polivagale di Porges.
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Studioso della fisiologia umana, Porges getta luce sui meccanismi primordiali delle nostre reazioni ad uno stimolo, interno o esterno, attraverso la descrizione delle due branche principali del nostro sistema nervoso autonomo (SNA): il SNA simpatico, attivato da adrenalina e noradrenalina, responsabile delle nostre risposte di attacco e fuga e quello parasimpatico, attivato da acetilcolina e responsabile delle risposte “rest and digest”, di calma cioè e mantenimento dell’energia corporea. Secondo il modello (Porges 2007), la componente parasimpatica sarebbe poi ulteriormente divisa in due parti: una attiva in condizioni di sufficiente “sicurezza” (branca del vago-ventrale) che produce uno stato di immobilità senza paura o risposte di interazione e ricerca di aiuto nell’ambiente (attaccamento), l’altra capace di rispondere al solo “pericolo di vita” (branca vago-dorsale), producendo un crollo del tono vagale, ipotonia muscolare (“morte apparente”) e catalessia. Quest’ultima reazione è la più evolutivamente antica e l’uomo lo condivide con i rettili.
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Il meccanismo che decide la pericolosità degli stimoli ambientali e dunque quali delle tre reazioni vada messa in campo si chiama neurocezione, un rilevamento cioè del pericolo senza percezione, né consapevolezza.
Dal punto di vista psicopatologico, è interessante osservare come queste reazioni avvengano soprattutto a fronte di stimoli interni – es: sensazione di essere in pericolo in una relazione – o di stimoli “trigger” che attivano delle memorie nel corpo di eventi traumatici passati, ma come sempre producano lo stesso lavoro del nostro SN autonomo: sicurezza (vago-ventrale), pericolo (simpatico), minaccia di vita (vago dorsale). Quest’ultima risposta è molto frequente nell’uomo di fronte a traumi gravi quali violenze, abusi fisici, incidenti, catastrofi, e sarebbe responsabile della sensazione di impotenza vissuta sul corpo durante l’evento traumatico: terrore e immobilità, impossibilità a reagire.
Ma cosa succede quando si vive una paura così intensa senza poter fare il benché minimo movimento?
A queste ultime reazioni fisiologiche sono riconducibili i più frequenti sintomi dissociativi.
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Sebbene il nostro sistema autonomo funzioni appunto “in autonomia”, l’esperienza vissuta viene sottoposta successivamente ad una valutazione più consapevole e il risultato può essere emotivamente devastante. L’idea centrale della psicoterapia sensomotoria è appunto di osservare i segnali di attivazione o disattivazione del sistema nervoso autonomo, con l’obiettivo di monitorare il livello di sicurezza percepito nella relazione terapeutica e lavorare su una sempre maggiore attivazione del sistema vago ventrale, che è quello che permette di allargare la “finestra di tolleranza” di cui ci ha parlato Janina Fisher.
Importantissime le considerazioni di Porges sulla psicoterapia e sul ruolo del terapeuta:
“Le terapie spesso comunicano ai clienti che il loro corpo non si sta comportando adeguatamente. I clienti si sentono dire che devono essere diversi, che devono cambiare. In questo modo la terapia in se
stessa diventa qualcosa di estremamente giudicante per l’individuo, e quando ci sentiamo giudicati di base siamo in uno degli stati difensivi, quindi non in sicurezza. “
“[…] non esiste “la risposta cattiva”. Ci sono solo risposte adattive. Il punto fondamentale è che il nostro sistema nervoso sta cercando di fare la cosa giusta e dobbiamo rispettare ciò che fa.” (S.W. Porges)
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APPROFONDIMENTO:
BIBLIOGRAFIA:
- Porges, S.W. (2001). The polyvagal theory: phylogenetic substrates of a social nervous system. International Journal of Psychophysiology, 42:123-146.
- Tagliavini, G. (2011). Modulazione dell’arousal, memoria procedurale ed elaborazione del trauma. Il contributo clinico del modello polivagale e della terapia sensomotoria. Cognitivismo clinico, 8(1): 60-72. (LEGGI L’ARTICOLO)