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Felicità & Scenari Negativi: Non è vero che più pensiamo positivo e più saremo felici. Per il nostro benessere è meglio immaginare che qualcosa vada storto
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Ebbene sì, sembra un paradosso ma non lo è. Da recenti studi sembra che le persone riescono a vedere un futuro luminoso nonostante si prefigurino nella mente possibili scenari negativi, perché rifiutano che questi episodi possano realmente accadere.
Spetta a Ed O’Brien (University of Michigan) il merito di aver approfondito come varia la percezione della felicità: perché alcune volte il futuro ci sembra roseo ed altre volte invece le stesse situazioni ci sembrano terrificanti?
Lo studio preso in considerazione è costituito da cinque ricerche sperimentali aventi lo scopo di valutare la percezione di benessere in relazione alla fluidità con cui episodi passati e futuri venivano raccontati. Ai partecipanti venne chiesto, quindi, di pensare ad episodi del passato e del futuro, sia negativi che positivi, e di metterli in relazione alla sensazione di felicità che questi evocavano.
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I risultati hanno confermato gli studi passati: la facilità con cui questi episodi venivano raccontati aveva l’effetto di amplificare la percezione di benessere esperita. Quindi, maggiore era la facilità di racconto, maggiore era anche la sensazione di felicità.
Allo stesso modo, più erano scorrevoli i racconti su episodi passati negativi, maggiore era la percezione di infelicità ad essi riferita. L’elemento interessante fu scoprire che gli stessi risultati non furono trovati in relazione ad episodi del futuro. Mentre i soggetti riportavano alti punteggi nella percezione di felicità per eventi futuri positivi, nel momento in cui venne chiesto di inventarne di sfavorevoli il trend non venne confermato. Il semplice fatto di immaginare circostanze negative nel nostro futuro non ci rende infelici, come poteva essere ipotizzato. La spiegazione ruota intorno alla capacità umana di giustificare queste situazioni sostenendo l’improbabilità che nella realtà possano effettivamente occorrere.
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Come a dire che siamo in grado di scacciare l’idea che brutte situazioni possano accadere nella nostra vita e, così facendo, sentirci meno infelici. Questa tendenza non si riscontra, però, per quanto riguarda i giudizi nei confronti degli altri, verso i quali è risultato più semplice ipotizzare scenari di infelicità in relazione a condizioni sfavorevoli.
Inoltre, O’ Brien ha cercato di valutare in che modo variava la capacità di rievocare eventi positivi in relazione alla quantità di episodi che si dovevano immaginare: la ricerca ha evidenziato come fosse più difficile raccontare numerosi fatti del passato che solamente un paio, e i punteggi di benessere percepito rispecchiavano questo aspetto. Il nocciolo sembra essere evidente: pensare ad un gran numero di possibili scenari positivi non aiuta il nostro benessere.
Ciò, ancora una volta, non è stato confermato in merito al nostro futuro. A prescindere dal numero di situazioni future immaginate, le persone tendono a sottostimare la probabilità che queste possano accadere realmente nella vita e quindi la percezione di benessere non risulta negativamente influenzata.
Non è vero, insomma, che più pensiamo positivo più saremo felici. Talvolta per il nostro benessere è meglio immaginare che qualcosa possa andare storto piuttosto che sforzarsi di pensare a numerosi scenari favorevoli. Insomma, è gratificante pensare che essere un po’ pessimisti può aiutare a renderci più felici.
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BIBLIOGRAFIA:
- O’Brien, E. (2013). Easy to Retrieve but Hard to Believe: Metacognitive Discounting of the Unpleasantly Possible. Psychological Science, april 4.