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La Cannabis Medica in Aiuto della Malattia Cronica

Cannabis: rimedio per chi soffre di cancro, PTSD e lSLA. La sostanza è nota per lenire dolore, aumentare l'appetito e ridurre l'insonnia.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 07 Feb. 2013

Aggiornato il 08 Feb. 2016 11:47

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Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Nonostante le controverse opinioni in merito, la cannabis ha conquistato un posto di rilievo come rimedio nel dare sollievo a chi soffre di malattie come il cancro, il disturbo post traumatico da stress, e la SLA. La sostanza è nota, là dove altri farmaci invece falliscono, per lenire dolore, aumentare l’appetito e ridurre l’insonnia.

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Israele è leader mondiale nella ricerca sulla cannabis medica. Il principio attivo della marijuana, il THC, è stato scoperto da Raphael Mechoulam e Yechiel Gaoni. Il Prof. Mechoulam ha anche merito di aver definito il sistema endocannabinoide, che imita gli effetti della cannabis e svolge un ruolo sull’appetito, la sensazione di dolore, l’umore e la memoria.

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Nel 2009, Zach Klein, un laureato del Tel Aviv University’s Department of Film and Television Studies, ha diretto il documentario dal titolo Prescribed Grass e ha così sviluppato un interesse per la ricerca scientifica sulla marijuana medica; ora insieme a dei ricercatori della TAU’s Porter School of Environmental Studies sta conducendo una ricerca sui benefici di cannabis medica.

Utilizzando la marijuana proveniente da una fattoria chiamata Tikkun Olam, Klein e i suoi colleghi ricercatori hanno testato l’impatto del trattamento su 19 pazienti (di età compresa tra 69 e 101) della casa di cura Hadarim in Israele. I pazienti sono stati trattati con cannabis medica sotto forma di polvere, olio, vapori e fumi, tre volte al giorno nel corso di un anno, per condizioni quali il dolore, la mancanza di appetito, spasmi muscolari e tremori.

I risultati sono stati sorprendenti: non solo i partecipanti hanno mostrato evidenti cambiamenti fisici, tra cui l’aumento di peso e la riduzione di dolore e tremori, ma anche il personale che lavora ad Hadarim ha riferito un miglioramento immediato negli stati d’animo dei pazienti, nella capacità di comunicazione e nella facilità nel completare le attività della vita quotidiana; inoltre quasi tutti i pazienti hanno riferito un aumento di ore di sonno e una diminuzione degli incubi e dei flashback correlati al PTSD.

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Questi risultati hanno anche permesso di ridurre significativamente l’assunzione cronica di farmaci, come gli antipsicotici, gli antiparkinsoniani, gli stabilizzatori dell’umore, e gli antidolorifici.

 Quest’anno, Klein inizia uno nuovo studio in collaborazione con i ricercatori dell’Israel’s Reuth Medical Center, in cui verificherà se l’assunzione di cannabis medica può migliorare la deglutizione, visto che uno dei più grandi problemi nei pazienti affetti da malattie croniche è l’assunzione di cibo.

Disfagia, e difficoltà a deglutire, possono portare ad un calo della nutrizione e anche alla morte. Klein ritiene che l’uso di cannabis, che riesce a stimolare le regioni del cervello associate con i riflessi di deglutizione, possa avere un impatto positivo su questo tipi di problemi.

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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