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Terapia Cognitivo-Comportamentale per le Psicosi.

Il primo studio neuro-scientifico che ha dimostrato gli effetti prodotti dalla terapia cognitivo-comportamentale per le psicosi (CBTp)

Di Camilla Marzocchi

Pubblicato il 17 Feb. 2012

Aggiornato il 10 Gen. 2013 09:14

 

Parte I – DATI DI EFFICACIA 

Terapia Cognitivo-Comportamentale per le Psicosi. - Immagine: © svedoliver - Fotolia.com Un crescente numero di ricerche ha ormai dimostrato che la persistenza di sintomi psicotici positivi, quali voci allucinazioni deliri, può essere alleviata da trattamenti psicoterapici specifici per le psicosi. Alterata percezione e distorta elaborazione degli stimoli minacciosi sembrano essere alla base dello sviluppo dei contenuti deliranti, aspetti che costituiscono dunque il target di intervento di un percorso psicoterapico che favorisca processi di recovery sulla base delle risorse residue e non ancora colpite dalla patologica psichiatrica.

Uno studio condotto presso il Dipartimento di Psicologia del London King’s College e pubblicato sulla rivista Brain nel 2011, si è occupato di esaminare tramite neuroimaging la presenza di cambiamenti significativi nella reattività neuronale a stimoli minacciosi, a seguito di un trattamento cognitivo-comportamentale in pazienti affetti da psicosi.

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Dei 56 pazienti affetti da schizofrenia con sintomi positivi residui e persistenti, 28 hanno ricevuto un trattamento cognitivo-comportamentale specifico per le psicosi (CBTp) di 6-8 mesi oltre alla regolare somministrazione di farmaci antipsicotici (TAU), mentre gli altri 28 è stato somministrato il solo trattamento farmacologico (TAU). I due gruppi sono risultati omogenei nel corso della valutazione iniziale, relativamente ai parametri clinici e demografici e alle risposte neurali e comportamentali agli stimoli emotigeni (espressioni facciali neutre o minacciose) somministrati durante lo scanning in risonanza magnetica funzionale. I risultati finali hanno mostrato significative differenze tra i due gruppi sperimentali: a) miglioramento clinico nel gruppo sottoposto a trattamento CBTp + farmaci antipsicotici (TAU), con un mantenimento dei cambiamenti al follow-up (6-8 mesi dopo la fine del trattamento); b) il solo gruppo sottoposto a CBTp ha mostrato una ridotta attivazione della corteccia frontale, dell’insula, del talamo e della corteccia occipitale, in risposta agli stimoli percepiti come minacciosi e questa ipo-reattività si è mantenuta stabile anche al follow-up dopo 6-8 mesi; c) la riduzione di reattività corticale in queste aree alla presentazione di volti arrabbiati è risultata altamente correlata al miglioramento sintomatico riferito dai pazienti.

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Si tratta del primo studio pubblicato in ambito neuro scientifico che ha dimostrato gli effetti prodotti dalla terapia cognitivo-comportamentale per le psicosi (CBTp) sull’attività corticale: la CBTp abbinata ad una regolare terapia con antipsicotici sembra dunque in grado di attenuare la reattività corticale a stimoli emotigeni e costituisce un trattamento efficace nella riduzione dei sintomi perché promuove una migliore capacità di elaborare e interpretare gli stimoli minacciosi, facendo loro perdere il potenziale stressante.

Il dato clinico interessante è che il protocollo utilizzato dai ricercatori del King’s College London e validato in alcuni precedenti studi degli stessi autori (Kumari et al., 2010), costituisce uno dei pochi strumenti a disposizione di noi clinici per accostarsi alla cura delle psicosi, tutt’oggi considerate patologie destinate alla cronicizzazione e al progressivo isolamento. Lo stesso stigma che colpisce i pazienti affetti da psicosi, coinvolge spesso anche i clinici, le terapie e i protocolli ideati per la cura e il trattamento di queste patologie. Potrebbe essere proprio questo uno dei motivi della loro scarsa presenza nella letteratura scientifica e nei nostri ambulatori.

 LEGGI LA PARTE II – Trattamento

 

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Kumari, V., Fannon, D., Peters, E.R., Ffytche, D.H., Sumich, A.L., Premkumar, P., Anilkumar, A.P., Andrew, C., Phillips, M.L., Williams, S.C.R., Kuipers, E. (2011). Neural changes following cognitive behaviour therapy for psychosis: a longitudinal study. Frontiers in Behavioural Neuroscience 4:4, 1-15.
  • Kumari, V., Antonova, E., Fannon, D., Peters, E.R., Ffytche, D.H., Premkumar, P., Raveendran, V., Andrew, C., Johns, L.C., McGuire, P.A., Williams, S.C.R., Kuipers, E. (2010). Beyond dopamine: functional MRI predictors of responsiveness to cognitive behaviour therapy for psychosis. Brain, 134, 2396–2407.
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