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Salute mentale globale: cosa ci dice l’Ipsos Health Service Report 2024?

Secondo Ipsos 2024 la salute mentale è sempre più centrale, con nuove consapevolezze e sfide per i sistemi sanitari globali

Di Alessandro Ocera

Pubblicato il 10 Ott. 2025

Una nuova consapevolezza della salute mentale

Negli ultimi anni, soprattutto in seguito alla pandemia da Covid-19, la salute mentale ha assunto un ruolo predominante tra le preoccupazioni sanitarie globali. Secondo l’Ipsos Health Service Report 2024, un’indagine condotta in 31 Paesi, il 45% delle persone considera la salute mentale come il principale problema sanitario, in netto aumento rispetto al 27% registrato nel 2018 (Ipsos, 2024). Questo cambiamento segnala una profonda evoluzione nella percezione collettiva, portando la salute mentale a superare altre problematiche come il cancro, l’obesità e lo stress.

Le differenze demografiche nella percezione della salute mentale

L’importanza attribuita alla salute mentale varia notevolmente tra generazioni e generi. Le donne, in particolare, manifestano una maggiore preoccupazione rispetto agli uomini: il 51% delle donne identifica la salute mentale come prioritaria, contro il 40% degli uomini. Tale divario risulta particolarmente accentuato tra i giovani della “Generazione Z” (nati tra il 1997 e il 2012), con il 55% delle donne giovani che considera la salute mentale un problema centrale, rispetto al 37% dei coetanei maschi (Ipsos, 2024). Per contro, i “Boomers” (nati tra il 1946 e il 1964) rimangono maggiormente preoccupati dal cancro, considerato il principale problema di salute dal 46% di questa generazione.

La discrepanza tra consapevolezza pubblica e risposta dei sistemi sanitari

Sebbene la consapevolezza sulla rilevanza della salute mentale sia cresciuta significativamente, il rapporto Ipsos evidenzia un importante gap tra le aspettative dei cittadini e l’effettiva risposta dei sistemi sanitari. A livello globale, il 64% degli intervistati ritiene che il sistema sanitario del proprio Paese sia sovraccarico, una percentuale in costante crescita rispetto agli anni precedenti (Ipsos, 2024). Solo il 44% valuta positivamente la qualità dell’assistenza sanitaria ricevuta, segnando una diminuzione rispetto al 53% del 2021. Tali dati suggeriscono che, nonostante una maggiore attenzione pubblica alla salute mentale, i servizi sanitari non hanno ancora adeguato le proprie strutture e risorse per rispondere efficacemente a questa emergente priorità.

Risultati rilevanti per salute mentale, stress e abuso di sostanze

Il rapporto Ipsos 2024 evidenzia notevoli differenze tra Paesi e problematiche specifiche. Relativamente alla salute mentale, le percentuali più alte di differenza tra donne e uomini, ovvero quanto più le donne rispetto agli uomini hanno indicato questo problema come il più rilevante, si registrano in Polonia (23%), Indonesia (19%) e Australia (19%). L’Italia mostra un divario di genere del 13%. Per quanto riguarda lo stress, la Corea del Sud e l’Argentina guidano la classifica mondiale con il 43% della popolazione che lo indica come il problema principale, mentre l’Italia si attesta al 33%. Infine, riguardo all’abuso di sostanze, i dati più elevati provengono da Sudafrica (54%), Argentina (37%) e Colombia (36%), mentre in Italia il dato è significativamente più basso (7%), uno tra i più contenuti a livello globale.

Conclusioni: sfide future e raccomandazioni

L’Ipsos Health Service Report 2024 sottolinea l’urgenza di un cambiamento strutturale nei sistemi sanitari mondiali per rispondere adeguatamente alla crescente domanda di supporto psicologico e psichiatrico. La crescente preoccupazione per la salute mentale, soprattutto tra i giovani e le donne, richiede una risposta coordinata che coinvolga non solo i sistemi sanitari ma anche politiche sociali ed educative volte a ridurre lo stigma e promuovere interventi tempestivi. I dati evidenziano chiaramente la necessità di investire in risorse umane e infrastrutture per garantire che la salute mentale riceva l’attenzione che merita, riflettendo così il cambiamento avvenuto nella percezione globale su questo fondamentale tema sanitario.

Allo stesso tempo, va citato che recenti ricerche suggeriscono un possibile paradosso nelle campagne di sensibilizzazione della salute mentale: sebbene esse migliorino il riconoscimento di sintomi precedentemente trascurati, potrebbero anche contribuire all’aumento delle segnalazioni di problemi mentali. Secondo Foulkes & Andrews (2023), questo fenomeno, chiamato “prevalence inflation hypothesis” (ipotesi dell’inflazione della prevalenza), potrebbe portare alcuni individui a interpretare e segnalare forme lievi di disagio come problemi di salute mentale veri e propri. Di conseguenza, tale etichettamento potrebbe esacerbare i sintomi stessi, creando un ciclo che alimenta ulteriormente campagne di sensibilizzazione e segnalazioni. 

È pertanto cruciale che le future iniziative di sensibilizzazione tengano conto di questo rischio, bilanciando efficacemente la promozione della consapevolezza con l’attenzione a non medicalizzare eccessivamente le normali reazioni umane.

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