L’integrazione tra il settore psicosociale e le scienze biomediche
Il libro ”La rivoluzione in psicologia e psichiatria” è un testo unico nel suo genere perché affronta, in maniera seria e documentata, un tema complesso quanto sentito dalla nostra società sempre più esposta a problematiche croniche bio-psico-sociali: il tema dell’integrazione tra le professionalità del settore psicosociale e delle scienze biomediche.
Scritto da Francesco Bottaccioli, filosofo della scienza e psicologo, fondatore della Società italiana di psiconeuroendocrinoimmunologia (SIPNEI) oltre che docente in diverse università italiane, e Anna Giulia Bottaccioli, medico specialista, docente in varie scuole di specializzazione in psicoterapie italiane e membro del direttivo nazionale SIPNEI, il testo affronta il tema delle implicazioni cliniche di un approccio realmente integrato.
Infatti, se da un lato risulta evidente dalla letteratura attualmente disponibile che gli approcci riduzionistici (esclusivamente biomedici quindi che adottano un riduzionismo “biologista” o esclusivamente psicologici quindi che adottano un riduzionismo “mentalista”) focalizzati a “curare” o “trattare” fenomeni complessi come l’ansia e la depressione sono palesemente fallimentari (confermando gli evidenti limiti già previsti dall’epistemologia), dall’altro siamo ancora immersi in una cultura professionale dominante che promuove il riduzionismo a discapito di una visione integrata ed olistica della salute ed il benessere umano.
Anche attualmente, infatti, il modello proposto a livello di formazione universitaria è fortemente orientato ad una iper-specializzazione (specialismo) sia da parte dei professionisti psi che di quelli bio-medici.
Il testo “La rivoluzione in psicologia e psichiatria. Il tempo del cambiamento” affronta proprio questo divario culturale sostenendo, attraverso un corposo riferimento di evidenze scientifiche, la necessità di un’ottica realmente integrata che deve essere adottata da entrambe queste comunità professionali.
Sottolineo il termine “realmente” riferito alla parola “integrata” perché l’esigenza, anche epistemologica, di adottare un modello bio-psico-sociale sia nell’ambito professionale psicologico che quello biomedico, pur essendo datata già quasi otto decenni, non ha mai trovato una effettiva, massiccia e diffusa applicazione a livello clinico.
Francesco e Anna Giulia Bottaccioli propongono l’idea che questa convergenza tra gli aspetti psicosociali e quelli biomedici, non solo è ormai matura dal punto di vista scientifico ma anche auspicabile ed opportuna dal punto di vista culturale e clinico, di qui il sottotitolo del libro “il tempo del cambiamento”.
La rivoluzione in psicologia e psichiatria: il paradigma PNEI
Il paradigma della psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) esposto nel libro ”La rivoluzione in psicologia e psichiatria”, abbracciando un’ottica che va dal “micro” bio-chimico al “macro” psicologico e socioculturale, non svilisce la complessità dei fenomeni bio-psico-sociali umani offrendo nuovi approcci terapeutici alle varie problematiche che interessano le persone.
Con uno stile caratterizzato da una rara chiarezza espositiva ed una notevole capacità di sintesi nei confronti di concetti anche molto complessi, il libro è indirizzato ad un pubblico di professionisti ma è fruibile anche da tutti coloro che non si scoraggiano di fronte ad una lettura densa ma molto stimolante e vogliono essere aggiornati riguardo la più recente letteratura scientifica del benessere e la salute umana.
La visione integrata, olistica e scientifica della persona nel libro ”La rivoluzione in psicologia e psichiatria”
Trattando temi importanti quali la psicologia, la psichiatria biologica ma anche le neuroscienze e le scienze biomediche, talvolta arricchendo anche le spiegazioni con preziosi riferimenti storici, il libro ”La rivoluzione in psicologia e psichiatria” propone un modello clinico applicativo (che include anche la trattazione dell’assessment integrato e la presentazione di reali casi clinici) dove il medico e lo psicologo collaborano al fine di offrire percorsi clinici più efficaci e duraturi.
Il volume propone anche varie ed importanti critiche ad approcci clinici diffusi (si veda la critica dell’uso esclusivo di psicofarmaci per trattare fenomeni come l’ansia o la depressione o la critica della teoria polivagale di Porges).
Unico (piccolo) neo che rilevo in questo testo è la mancanza di un indice analitico che, a mio avviso, avrebbe aiutato la “navigazione” tra i tanti temi trasversali quanto interessanti di questo libro.
Consiglio la lettura di questo testo a tutti gli operatori del benessere e la salute che condividono una visione integrata, olistica e scientifica della persona.