Cosa è la psicomotricità?
La psicomotricità è un insieme di metodologie e pratiche terapeutiche a mediazione corporea, utilizzate per migliorare la consapevolezza motoria, la coordinazione, le capacità motorie e l’interazione sociale (European Forum of Psychomotricity, 2025; Associazione Italiana Psicomotricisti, 2025).
La psicomotricità integra elementi di psicologia, pedagogia, medicina, scienze dell’educazione e neuroscienze per sviluppare interventi durante l’intero ciclo di vita, nello sviluppo tipico e atipico. Si tratta di una disciplina che supporta i processi di sviluppo di un individuo, considerandolo in una prospettiva olistica basata sull’unità di corpo e mente. Non a caso, il termine psicomotricità è composto dalla parola “psico”, che si riferisce alle aree di cognizione ed emozione, e “motricità”, focalizzata sugli aspetti fisici e motori. Nell’ottica della psicomotricità, il corpo diventa il veicolo attraverso il quale l’individuo si muove, conosce, si relaziona e sente (Berruezo Adelantado, 2008).
Evoluzione della psicomotricità
La psicomotricità ha origine negli anni ‘60 in Francia, dal lavoro di figure di spicco del panorama sanitario dell’epoca, tra cui il neuropsichiatra Julian de Ajuriaguerra, il medico Jean le Boulch e la fisioterapista Giselle Soubiran.
Negli ultimi decenni, la psicomotricità è stata sottoposta a vari tentativi di definizione e concettualizzazione, con lo scopo di sviluppare relative cornici concettuali e giuridiche. Diversi autori hanno evidenziato quanto una definizione univoca di psicomotricità possa rivelarsi complessa (Pastor Pradillo, 2005). La psicomotricità, infatti, può essere intesa sia come un campo di studi e ricerca con una propria identità, sia come un insieme di tecniche terapeutiche che utilizzano l’azione corporea, sia come un corpus di procedure educative o rieducative derivanti da altre discipline (Denche-Zamorano et al., 2022). Tali prospettive pongono la professione di psicomotricista a un crocevia tra diversi contesti educativi, sociali e di prevenzione, evolvendosi in maniera disomogenea a livello internazionale: mentre in alcuni Paesi non è ufficialmente regolamentata, in altri la professione può essere esercitata soltanto a seguito di specifici percorsi di formazione (Berruezo Alentado, 2000). 14 Paesi Europei – tra cui l’Italia – fanno attualmente parte del Forum Europeo di Psicomotricità, che dal 1996 sostiene la diffusione della psicomotricità in Europa. In Italia, la professione di psicomotricista non rientra tra le professioni sanitarie ed è disciplinata dalla legge n. 4/2013. La formazione prevede il completamento di un master universitario o la frequenza di una specifica scuola di psicomotricità.
La professione di psicomotricista
Lo psicomotricista è un esperto nel campo del movimento e degli interventi orientati al corpo per migliorare il funzionamento psicosociale e la salute mentale nei neonati, nei bambini, negli adolescenti, negli adulti e negli anziani (European Forum of Psychomotricity, 2025).
I suoi domini di competenza sono: percezione, prassie (capacità di eseguire un movimento), lateralità e lateralizzazione (uso dominante di un occhio, una mano, un piede per eseguire determinate azioni e corretta individuazione di destra e sinistra nel proprio corpo e nello spazio), integrazione spazio-tempo (comprendere la posizione propria e di altri oggetti o individui nello spazio), schema corporeo relativo alla consapevolezza del corpo, immagine corporea (relativa alla stima di sé), emozione, comunicazione non verbale, intenzione di movimento, interazione, espressione di movimento, gioco, interazione sociale e oggettiva.
Utilizza approcci basati sul movimento per conseguire tre obiettivi fondamentali (Associazione Italiana Psicomotricisti, 2025):
- favorire lo sviluppo psicofisico nel bambino e il mantenimento dell’equilibrio psicofisico nell’adulto e anziano;
- favorire il superamento di momenti critici e complessi nelle diverse età, operando per prevenire l’instaurarsi di una situazione patologica;
- attivare le risorse psicofisiche dell’individuo e del suo contesto di riferimento.
A tal fine, lo psicomotricista esegue un’osservazione psicomotoria e un bilancio psicomotorio. In tali fasi, si osservano, descrivono e sintetizzano le capacità e le difficoltà psicomotorie di un individuo in una situazione statica e dinamica, spontanea o guidata (European Forum of Psychomotricity, 2025). Il professionista identifica le capacità psicomotorie, i problemi psicomotori e le caratteristiche dello sviluppo mostrate dal paziente rispetto al relativo stadio di sviluppo. Lo psicomotricista tiene in considerazione l’ambiente di vita e gli aspetti delle relazioni che possono interferire potenzialmente con lo sviluppo psicomotorio del soggetto. Successivamente, formula indicazioni per un lavoro psicomotorio, tenendo conto di obiettivi, frequenza, durata, contesto, metodologia e aspetti economici. Le metodologie psicomotorie alla base di un intervento possono includere attività ludico-espressive, percettive, cognitive, comunicative ed esercizi di rilassamento.
Ambiti d’intervento della psicomotricità
Lo psicomotricista svolge la sua professione autonomamente o all’interno di un’équipe multidisciplinare, per operare in vari ambiti:
- ambito educativo: ad esempio, a scuola, offrendo ai bambini l’opportunità di sperimentarsi all’interno di percorsi psicomotori caratterizzati dall’esperienza libera e diretta con i materiali di gioco e da un preciso lavoro di percezione e regolazione delle abilità corporee, attraverso il confronto con lo spazio, il tempo, gli oggetti, i compagni (Chiossone et al., 2023);
- ambito preventivo, in popolazioni a rischio o in particolari tappe di sviluppo;
- ambito formativo e di ricerca, per lo sviluppo dell’attività professionale.
- Berruezo Adelantado P.P. (2008). El contenido de la Psicomotricidad. Reflexiones para la delimitación de su ámbito teórico y práctico. Rev. Interuniv. Form. Profr.;62:19–34.
- Berruezo Adelantado P.P. (2000). Hacia un marco conceptual de la psicomotricidad a partir del desarrollo de su práctica en Europa y en España. Rev. Interuniv. Form. Profr.; 37:21–33.
- Chiossone, A.M., Castiello, D., Longoni, B. (2023). L’evoluzione della psicomotricità dall’infanzia alle diverse età della vita. I luoghi della cura, riv. online, n. 4-2023.
- Denche-Zamorano Á, Mendoza-Muñoz M, Barrios-Fernandez S, Parraca JA. (2022). Bibliometric Analysis of Psychomotricity Research Trends: The Current Role of Childhood. Children (Basel); 9(12):1836.
- Matias AR, Almeida G, Veiga G, Marmeleira J. (2023). Child Psychomotricity: Development, Assessment, and Intervention. Children (Basel).; 10(10):1605.
- Pastor Pradillo J.L.(2005). Principios teóricos para una fundamentación conceptual de la intervención psicomotriz. Tabanque Rev. Pedagógica;19:229–242.