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Promuovere lo sviluppo delle abilità sociali nell’autismo

Attraverso interventi specifici è possibile promuovere lo sviluppo delle abilità sociali, spesso punto di debolezza nelle persone con autismo

Di Erica Lacerenza, Claudia Spadaro

Pubblicato il 14 Giu. 2024

I disturbi dello spettro autistico (ASD)

I disturbi dello spettro autistico (ASD) sono estremamente variabili e complessi, tuttavia il deficit nell’area sociale che li accomuna rappresenta la limitazione centrale per tutto il corso della vita (APA, 2013). La mancata acquisizione di abilità sociali, infatti, assieme ai comportamenti ripetitivi e alla scarsa flessibilità di pensiero, costituirebbe la prima causa di un ridotto sviluppo di interazioni sociali e di una limitata partecipazione nelle attività quotidiane e di vita sociale. Per questo, diverse discipline concordano nell’individuare nell’area della socialità la prima su cui intervenire.

È stato evidenziato come le abilità sociali (social skills) siano necessarie per lo sviluppo delle interazioni sociali e dunque per la partecipazione sociale della persona. È utile precisare che non esiste un’unica definizione di abilità sociali, in quanto esse inglobano molteplici aspetti e possono assumere sfaccettature differenti in base allo specifico campo della disciplina che le indaga. Tuttavia, una delle definizioni maggiormente citate descrive le abilità sociali come “comportamenti acquisiti, socialmente accettati, che rendono una persona in grado di interagire con gli altri, di elicitare negli altri risposte positive o eventualmente neutrali, e di evitare risposte negative” (Elliot et al., 1995).

Le componenti delle abilità sociali

Revisionando la letteratura (Fisher A.G. & Griswold L.A., 2014; Kauffman N.A. & Kinnealey M., 2015; Gonca B. et al., 2015; Council for Exceptional Children, 2003) è stato possibile identificare le componenti che descrivono più specificatamente le abilità sociali. Ogni componente è essenziale per comprendere e rispondere in modo adeguato al contesto sociale.

  • Comportamenti sociali non verbali: si riferiscono all’abilità di gestire e modulare il linguaggio del corpo a seconda della situazione. Includono: mantenere il contatto oculare; toccare l’altro in modo appropriato; tenere una distanza appropriata a seconda del tipo di relazione; modulare il tono di voce, le espressioni facciali in base al tema della conversazione; coinvolgimento e condivisione nel gioco.
  • Comportamenti sociali verbali: si riferiscono alle abilità verbali di interazione sociale. Includono: salutare e presentarsi; iniziare, condurre e terminare una conversazione in modo appropriato; non deviare dal tema della conversazione; rispondere ad una chiamata; chiedere aiuto; ringraziare; fare domande appropriate quando si incontra una persona nuova.
  • Ricognizione e gestione emozionale: si riferisce alla “competenza emotiva”, ovvero all’insieme delle abilità che consentono alla persona di riconoscere, comprendere e rispondere coerentemente alle emozioni altrui, nonché di regolare l’espressione delle proprie. Include: consolare una persona triste; controllare la rabbia; accettare le critiche; affrontare le prese in giro; condividere i momenti felici; non sentirsi a disagio davanti alle novità; tollerare la presenza degli altri.

Le abilità sociali nell’autismo

Lo scarso sviluppo delle abilità sociali e l’incapacità di determinare quando utilizzare tali competenze contribuiscono alla disabilità complessiva per una porzione consistente di bambini con disturbi dello spettro autistico. Infatti, la causa delle ridotte opportunità per creare interazioni positive con i pari non è da ricercare in una mancanza di interesse sociale, bensì in una fallita acquisizione delle abilità sociali (White S.W. et al., 2007).

Un obiettivo per le persone con autismo dovrebbe essere quello di sviluppare abilità di conversazione più “tipiche” – compreso il mantenimento di un argomento di conversazione per più di uno scambio – e impegnarsi in un comportamento di conversazione non vocale appropriato. Questo obiettivo diventa sempre più importante man mano che l’individuo cresce e persegue situazioni sociali più indipendenti come l’istruzione superiore, il lavoro e ambienti di vita più autonomi.

Gli interventi sulle abilità sociali nell’autismo

Precedenti ricerche descrivono come il training sulle abilità comportamentali (BST), la formazione in contesti ecologici e il video modeling siano stati utilizzati per supportare le persone con autismo nello sviluppo di abilità sociali.

Il training sulle abilità comportamentali

La training sulle abilità sociali è una strategia didattica che insegna competenze specifiche attraverso istruzioni e pratica dirette. Consiste in quattro fasi sequenziali: istruzione, in cui  viene descritto allo studente il comportamento che si desidera incentivare; modellamento, che consiste nel mostrare in vivo o attraverso un video il comportamento target; simulazione, durante la quale lo studente praticherà in modo ripetuto il comportamento che ha osservato; feedback, che prevede il riconoscimento dei successi e la correzione degli errori (Miltenberger, 2014) e che talvolta viene utilizzato in combinazione con la formazione in contesto ecologico.

Il video modeling

Il video modeling è una procedura di insegnamento in cui gli studenti guardano video di se stessi o di altri che completano con successo le fasi di un determinato compito. Ha dimostrato efficacia nell’acquisizione di una varietà di abilità per adolescenti e adulti con autismo (Roth et al., 2014). Inoltre, le competenze acquisite attraverso il video modeling tendono a generalizzarsi bene in altri contesti (Hume et al., 2009) e la strategia si è rivelata utile per insegnare una varietà conversazionale maggiore nelle persone con autismo (Charlop et al., 2008).

Il video modeling è associato ad alcuni vantaggi come l’apprendimento rapido, la promozione di generalizzazione delle abilità in altri contesti e con altre persone (Matson & Sweezy, 1994) e la possibilità di sostenere un’intera conversazione senza dover programmare la progressiva riduzione degli aiuti (fading del prompt).

La token economy nei disturbi dello spettro autistico

La Token Economy, “economia a gettoni”, è una tecnica psico-educativa, che ha lo scopo di promuovere comportamenti positivi mediante l’utilizzo di rinforzi. Ricordiamo che il rinforzo è una conseguenza positiva associata ad un comportamento, che rende più probabile che la persona riproponga in futuro quello stesso comportamento. I partecipanti guadagnano i propri gettoni (token) quando emettono comportamenti adeguati e possono scambiarli con alcuni premi: piccoli oggetti, merende particolarmente appetibili, accesso ad attività gradite, maggiore tempo libero o qualsiasi altro rinforzo utile a motivare il cambiamento comportamentale nello studente o nel gruppo di studenti (Pelizzoni, Lombardi, Costa e Cavallini, 2020).

Altre procedure per promuovere lo sviluppo delle abilità sociali nell’autismo

Un’altra procedura utilizzata per insegnare le abilità sociali consiste nell’insegnamento di scripts audio o visivi, relativi a specifici argomenti di conversazione, che vengono gradualmente rimossi (fading) (Flynn & Healy, 2012). Tuttavia, potrebbe non essere efficace quando si insegnano competenze multicomponenti, come la risposta flessibile alla conversazione (Flynn & Healy, 2012), ovvero la capacità di saper adeguare argomenti, velocità dell’eloquio, pause e ritmo della conversazione all’interlocutore e al contesto.

Anche le storie sociali, ovvero quei supporti creati per migliorare la comprensione di eventi avvalendosi della fruibilità delle immagini, costituiscono una strategia per favorire l’acquisizione di abilità sociali attraverso la descrizione di una situazione, di un concetto, precisando quali indizi sociali sono rilevanti, cosa avverrà in una situazione e quali sono i comportamenti più comunemente attesi per esercitare un’abilità specifica.

Tuttavia queste ultime procedure potrebbero non essere ideali per tutti gli ambiti di insegnamento. 

Inoltre, le storie sociali e il video modeling richiedono l’uso di materiali aggiuntivi, a volte costosi (ad esempio, storie e video attrezzature) che potrebbero non essere disponibili in tutti i contesti (Leaf et al., 2009).

Uno studio su tre soggetti con autismo

Abbiamo condotto uno studio con lo scopo di esaminare l’efficacia dell’utilizzo di un pacchetto di interventi che comprende training sulle abilità comportamentali, video modeling e token economy per insegnare abilità di conversazione vocale e non vocale a soggetti con diagnosi di autismo.

 Nello specifico i comportamenti bersaglio sono stati i seguenti:

  • guardare l’interlocutore negli occhi o nella regione visiva
  • mantenere un’adeguata distanza sociale
  • saper porre domande e fare commenti relativi all’argomento di conversazione
  • riconoscere i segnali di noia o disinteresse da parte dell’interlocutore e cambiare argomento 
  • mantenere un tono di voce adeguato per l’intera conversazione.

Tutti i partecipanti sono stati in grado di acquisire i comportamenti target e di manifestarli in conversazione nel momento in cui il trattamento è stato implementato, dimostrando l’efficacia della procedura scelta e utilizzata. Il comportamento imparato è stato poi generalizzato con soggetti diversi dagli implementatori (pari senza diagnosi di disturbi dello spettro autistico). 

Per ogni partecipante è stato insegnato un solo comportamento bersaglio per volta.

Anche se un maggior numero di dati avrebbe potuto fornire maggiore forza per l’efficacia del pacchetto training sulle abilità comportamental, i risultati hanno mostrato un chiaro miglioramento per tutti i partecipanti subito dopo il training e la generalizzazione delle abilità apprese.

Grafici della ricerca su autismo e abilità sociali

I grafici mostrano la successione tra le tre fasi di trattamento (baseline, trattamento con l’utilizzo di token e video modeling e fase di generalizzazione con i pari) mettendo in relazione la percentuale di risposte corrette per ciascun comportamento bersaglio (definito come CT1, CT2 e CT3) e il numero di sessioni di trattamento per ciascuno dei tre soggetti (Caterina, Antonio e Nicolas). Il trend dei dati è ascendente e costante e il grafico mostra l’acquisizione delle abilità insegnate e la loro generalizzazione. Data la velocità di acquisizione e la generalizzazione di tutti i comportamenti bersaglio per tutti e tre i soggetti, si può definire la variabile indipendente, ovvero l’uso di token economy e videomodeling, assolutamente efficiente nell’agire sulla variabile dipendente e quindi sui comportamenti bersaglio.

Riferimenti Bibliografici
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