Nelle teorie del doppio processo il pensiero intuitivo è definito come preconscio, strettamente associato all’affetto, veloce e operante in modo automatico e olistico.
Nelle loro numerose pubblicazioni su euristiche e bias, Tversky e Kahneman, e con essi la maggior parte dei ricercatori che hanno seguito le loro tracce, hanno dimostrato come le prestazioni delle persone si discostano sistematicamente dalla norma razionale e che gli individui ricorrono spesso invece alle euristiche anziché seguire le regole della logica e della teoria della probabilità.
Recentemente tali euristiche sono state chiamate “intuizioni” ed è stato riconosciuto il loro importante valore (Kahneman, 2003). Altri ricercatori inoltre hanno trovato sempre più prove a favore del fatto che, a seconda principalmente della complessità del compito, il pensiero intuitivo può essere utile e preciso tanto quanto il pensiero analitico (Dijksterhuis, 2004; Klein, 2003; Witteman e Van den Bercken, 2007). Quando le attività non possono essere eseguite mediante analisi, ad esempio quando richiedono il riconoscimento di schemi o quando sono complesse o la pressione del tempo è elevata, il pensiero intuitivo può essere lo stile di pensiero più vantaggioso (De Vries, Holland & Witteman, in stampa; Wilson, 2002).
Il pensiero intuitivo e le teorie a doppio processo
Le teorie del doppio processo mirano a chiarire la distinzione tra intuizione e deliberazione. Definiscono il pensiero intuitivo come preconscio, strettamente associato all’affetto, veloce e operante in modo automatico e olistico; e il pensiero razionale è caratterizzato come lento, deliberato, governato da regole, principalmente verbale e consapevole (Epstein, 1990, 2008; Evans, 2008; Hogarth, 2005; Kahneman, 2003; Kahneman & Frederick, 2002; Sloman, 1996; Stanovich & West, 2000).
Pensiero intuitivo e personalità
Poiché sia la razionalità che il pensiero intuitivo sembrano strumenti di pensiero preziosi, l’interesse dei ricercatori si è concentrato sulle relazioni tra questi stili di pensiero e le caratteristiche personali. Etichettiamo spesso le persone come prevalentemente razionali o più intuitive, ad esempio nel confronto tra un preciso matematico e un artista emotivo. Osservando i correlati di entrambi gli stili di pensiero con le caratteristiche di personalità, è plausibile aspettarsi che il processo deliberato e verbale, la razionalità, sia lo stile preferito della persona coscienziosa. Pacini ed Epstein (1999), infatti, hanno trovato una correlazione significativa tra razionalità e coscienza. Sempre Pacini ed Epstein (1999) hanno messo in luce come la razionalità fosse fortemente correlata al basso nevroticismo, all’apertura all’esperienza e alla coscienza; meno fortemente, ma ancora significativamente, all’estroversione; e per niente correlata alla Piacevolezza.
Bibliografia:
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