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Ellis Albert

Albert Ellis è uno dei padri della terapia cognitiva e in particolare della REBT, tutt'oggi importante approccio terapeutico alla sofferenza del paziente

Nel 1955 Albert Ellis rinunciò alla psicoanalisi e si concentrò su come poter cambiare il comportamento delle persone partendo da una serie di credenze irrazionali per trasformarle in credenze razionali. In questo anno pubblicò il saggio “New approches to psychotherapy techniques” e denominò il suo nuovo approccio Rational Therapy (RT).

Albert Ellis: dagli inizi da psicoanalista alla nascita della Terapia Razionale Emotiva

Albert Ellis: la vita

Albert Ellis è nato a Pittsburgh nel 1913 e cresciuto a New York City. Albert Ellis ha vissuto un’infanzia difficile da cui ha appreso la determinazione e testardaggine che gli hanno consentito di raggiungere mete sempre più alte nella vita.

Egli dedicò, in giovane età, la maggior parte del suo tempo alla scrittura di racconti, opere teatrali, romanzi, poesie, saggi di fumetti e libri di saggistica. Già a 28 anni, aveva scritto due dozzine di manoscritti e ben presto si dedicò alla sex- family revolution, che trattò in un libro: “The Case for Sexual Liberty”. Di conseguenza, in molti dopo la pubblicazione di questo libro lo considerarono un esperto in materia e per questo iniziarono a chiedergli consigli su come comportarsi. Così, in Ellis si consolidò l’interesse e la passione nel dare consulenza agli altri.

Nel 1943 conseguì la laurea in psicologia clinica alla Columbia University e iniziò a lavorare in uno studio privato part-time occupandosi di consulenza familiare e sessuale.

Nel 1947 conseguì il dottorato e in quegli anni credeva che la psicoanalisi fosse la forma più efficace di terapia, per questo intraprese gli studi in ambito psicoanalitico e iniziò a praticarla.

Successivamente, la fede di Albert Ellis nella psicoanalisi si sgretolò quando intuì che i clienti visti solo una o due volte alla settimana, progredivano allo stesso modo di quelli visti tutti i giorni. Per questo decise di diventare parte attiva nella relazione terapeutica, intervenendo con consigli e interpretazioni dirette. In questo modo i clienti sembravano migliorare più rapidamente rispetto a quando utilizzava le procedure psicoanalitici passive.

Nel 1955 Albert Ellis rinunciò totalmente alla psicoanalisi e si concentrò su come poter cambiare il comportamento delle persone partendo da una serie di credenze irrazionali o non adattive per trasformarle in credenze razionali. In questo anno pubblicò il saggio “New approches to psychotherapy techniques” e denominò il suo nuovo approccio Rational Therapy (RT).

Nel 1957 pubblicò il suo primo libro : “Come vivere con un nevrotico”, e nel 1959 fondò l’Institute for Rational Living, divenuto in seguito l’Institute for Rational Emotive Therapy e infine l’ Albert Ellis Institute, dove si insegnavano e si insegnano i principi della REBT.

Nel 1960, a Chicago, Ellis presentò uno studio sulla sua terapia al convegno dell’Associazione Psicologi Americani, suscitando scarso interesse perché la sua forte enfasi cognitiva disturbò quasi tutti, con la possibile eccezione dei seguaci di Alfred Adler. Conseguentemente egli fu spesso accolto con ostilità alle conferenze professionali e dall’editoria.

Albert Ellis si sposò due volte, la prima relazione durò 37 anni con Janet Wolfe, che ha ricoperto per oltre 25 anni la carica di Direttore Esecutivo dell’ Albert Ellis Institute, e la seconda con Debbie Joffe che sposò negli ultimi anni.

Ellis scomparse il 24 luglio 2007 per cause naturali all’età di 93 anni.

La Teoria di Albert Ellis

Albert Ellis fondò la terapia razionale emotiva (RET), che successivamente divenne terapia comportamentale razionale-emotiva (rational-emotive behavior therapy/REBT), perché lavora sull’interazione reciproca tra cognizioni, emozioni e comportamento. La REBT si basa su principi semplici, efficaci e facilmente trasmissibili.

Ellis partì dal presupposto secondo il quale se si riuscisse a pensare in modo razionale allora la forza traumatica di qualunque evento si svuota del suo contenuto ansiogeno. Infatti, varie forme di disagio psicologico ed emotivo non sono determinate dalle caratteristiche dell’evento attivante in sé, ma dai pensieri, spesso distorti e irrazionali, per mezzo dei quali sono interpretati gli eventi e ai quali è attribuito un significato disturbante.

Gli assunti principali della REBT si possono sintetizzare nei seguenti punti:

  • il modo in cui ci sentiamo (emotivamente) e il modo in cui ci comportiamo derivano da quello che pensiamo;
  • un modo di pensare illogico, distorto, irrazionale genera problemi emotivi e comportamentali;
  • i problemi emotivi e comportamentali possono essere superati sostituendo i pensieri irrazionali con pensieri razionali.

Albert Ellis, ha ideato uno schema che permette di individuare le idee irrazionali da cui deriva la sofferenza. Lo schema da lui proposto si chiama ABC ed è così suddiviso:

  • A (Adversities e Activating Experiences, avversità ed esperienze attivanti): tutto ciò che interagisce (negativamente o meno) con il raggiungimento dei nostri obiettivi. Per esempio: essere lasciati dal partner, essere licenziati, farsi male ecc.
  • B (Beliefs, credenze o critical beliefs): le idee che le persone sviluppano rispetto alla situazione che si è verificata e possono essere:
    • Razionali: di solito soluzioni che si riassumono in preferenze e desideri che gli A non avvengano. Per esempio: “se ci tengo a questa relazione, occorre modificare alcuni comportamenti”; “sarebbe opportuno non essere licenziati e anche se avvenisse sono in grado di individuare delle soluzioni”, “dovrei curare maggiormente la mia salute”.
    • Irrazionali: sono pretese che gli A non debbano assolutamente accadere. Per esempio: “nessuno può permettersi di lasciarmi, se il mio compagno/a lo facesse significa che è una brutta persona”, “non devo essere licenziato e, se accadesse, significa che sono una persona che non vale nulla”, “Mi piace fumare, quindi per me è intollerabile per me smettere di farlo”.
  • C (Consequences, conseguenze): sono le conseguenze dei B e possono essere:
    • Sane: si tratta di comportamenti e di emozioni che derivano da B razionali. Per esempio: “se la mia relazione è finita significa che non eravamo compatibili, quindi trovo qualcosa di diverso per me”; “mi spiace essere stato licenziato, mi adopero a cercare altro”, “dovrò curare meglio il mio stile di vita per migliorare la mia salute”.
    • Patologiche: sono comportamenti e sentimenti che derivano da B irrazionali. Per esempio: “sono stato lasciato, la deve pagare!”; “sono stato licenziato quindi sono una nullità”, “fumo e non posso farci nulla”.

Nel modello REBT le emozioni, derivanti dai B disfunzionali, si distinguono tra funzionali e disfunzionali, non esiste solo una differenza quantitativa ma anche qualitativa. Lo scopo non è eliminare l’emozione negativa o sostituirla con una diversa, ma ottenere un’emozione che sia quantitativamente meno intensa e quindi tollerabile, a esempio è possibile ottenere preoccupazione al posto di ansia o frustrazione al posto di rabbia.

Dalle idee irrazionali alle alternative razionali

Secondo la REBT il focus della sofferenza emotiva è determinata dalle pretese irrazionali, e possono essere riassunte come segue:

  1. Doverizzazioni (devo essere bravo);
  1. Valutazione globale del valore personale, proprio e altrui (non valgo/non valgono);
  1. Terribilizzazioni/ Catastrofizzazioni (è terribile se andasse in questo modo);
  1. Intolleranza alla frustrazione (è intollerabile pensare di smettere)

Non si tratta di errori logici, ma di valutazioni negative della realtà che generano sofferenza non perché errate, anzi, possono essere corrette, e nemmeno perché negative, per Albert Ellis un pensiero può essere tollerabilmente negativo e quindi non patologico, ma per essere percepite come intollerabili e di conseguenza rigidissime (doverizzazioni). In sostanza, sono asserzioni su come dovrebbe andare la realtà, sia esterna che interiore.

È importante sottolineare che queste valutazioni sono pensieri pragmaticamente dannosi perché generano sofferenza emotiva e paralisi dell’azione vitale

Secondo Ellis la soluzione terapeutica consiste nel rendere consapevoli i clienti che sono i pensieri a generare sofferenza e non le situazioni e per questo è necessario metterli in discussione attraverso il Disputing, ovvero disputa, in cui si sostituiscono i B irrazionali con dei B razionali da cui derivano dei C funzionali.

Nella REBT, dunque, non si disputano i pensieri automatici ma i pensieri irrazionali. I pensieri automatici sono generati dai pensieri irrazionali (sono un fallimento perché DOVREI fare sempre tutto alla perfezione e non riesco). Quindi, si indagano prima i B irrazionali e si disputano e poi si modificano i pensieri automatici.

Esistono tre diverse dispute:

  1. Logica: in cui si sottolinea l’illogicità dei suoi pensieri (solo perché una cosa è desiderabile non è logico pensare che accada)
  2. Empirica: si verifica la coerenza con la realtà empirica
  3. Pragmatica: si induce il cliente a prendere in considerazione il valore edonico o pragmatico dei suoi pensieri

Alla fine, per ottenere un cambiamento è necessario sostituire i B irrazionali con B funzionali.

Quindi, non basta sostituire una pretesa con una preferenza, ma si chiede al cliente di abbandonare un pensiero che non lo aiuta nella sua realizzazione con un altro funzionale al raggiungimento dello scopo.

Albert Ellis: perché è importante

Albert Ellis insieme ad Aaron T. Beck furono considerati i primi grandi esponenti della terapia cognitiva, che negli anni ’70 influenzò molti esponenti della terapia comportamentale, come Albert Bandura, Arnold Lazarus, Cesare De Silvestri, Donald Meichenbaum e Michael Mahoney, agevolando la nascita della psicoterapia cognitivo-comportamentale.

La REBT è un metodo diretto ed efficace di risoluzione dei problemi che consente di confrontarsi con i clienti circa le loro convinzioni e dire loro ciò che è razionale e ciò che non lo è.

La REBT a tutt’oggi costituisce un importante approccio terapeutico alla sofferenza del paziente e l’ABC una tecnica che consente di individuare immediatamente il focus su cui agire a livello terapeutico.

Lo scopo finale di questa terapia è l’accettazione della paura più grande posseduta e imparare a convivere gestendola senza criticarla o rifiutarla.

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