expand_lessAPRI WIDGET

La cognizione spaziale nella terza età

Le abilità visuo-spaziali risentono dell'età: gli anziani hanno prestazioni inferiori su percezione, visualizzazione spaziale, capacità di rotazione mentale

Di Giulia Goldin

Pubblicato il 17 Mar. 2021

Con abilità visuo-spaziali si intende “la capacità di rappresentare, trasformare, generare e recuperare informazioni simboliche di tipo non linguistico” (Linn & Petersen, 1985).

 

Con cognizione spaziale si intende quell’insieme di abilità che permettono all’individuo di muoversi nello spazio, creando e memorizzando la rappresentazione mentale della propria posizione in relazione all’ambiente circostante (Kelncklen et al., 2012). Essa è importante per il corretto svolgimento di tutte le attività quotidiane e con l’avanzamento dell’età subisce un decremento funzionale, limitando la quotidianità dell’individuo (Head & Isom, 2010).

Apprendimento di nuovi ambienti

La conoscenza dell’ambiente può essere acquisita direttamente tramite la navigazione o indirettamente attraverso l’utilizzo di strumenti simbolici come i sistemi di navigazione o le mappe (Siegel & White, 1975), comportando differenze nelle dinamiche di acquisizione delle conoscenze spaziali. Ad esempio, il conoscere un ambiente tramite mappa porta a una migliore stima delle distanze in linea d’aria, mentre l’apprendimento tramite navigazione comporta stime più accurate circa le distanze effettive (Thorndyke & Hayes-Roth, 1982). Inoltre, ciascuna modalità di apprendimento spaziale implica nella rappresentazione mentale un particolare tipo di prospettiva, che può essere ‘route’ o ‘survey’ (Siegel & White, 1975). La prospettiva route è tipica della navigazione e si basa sulla variazione della posizione del corpo rispetto all’ambiente e sull’informazione visiva direttamente accessibile al soggetto. La prospettiva survey offre, invece, una visione dell’ambiente dall’alto, come nelle mappe, tenendo conto della posizione dei punti di riferimento o landmark. Ogni tipo di input utilizzato presenta, dunque, vantaggi e svantaggi che influiscono sulla performance.

Dalla letteratura emergono numerosi compiti specifici per testare l’apprendimento spaziale, tra cui il compito di pointing (Pazzaglia & Taylor, 2007) e il disegno di mappa, corretto con appositi software (GMDA, Gardony et al., 2016).

Apprendimento di nuovi ambienti nell’invecchiamento

È stato dimostrato che le abilità di apprendimento e memoria spaziale sono influenzate negativamente dall’invecchiamento (Meneghetti et al., 2012). La letteratura si è focalizzata principalmente su due questioni: quale formato possa facilitare l’apprendimento ambientale negli anziani e quali meccanismi cognitivi sottostanti siano coinvolti nelle rappresentazioni mentali che formano (Borella et al., 2015).

In generale, si è notato che le differenze legate all’età si assottigliavano quando il compito proposto era coerente con il formato e la prospettiva utilizzati nella fase di apprendimento (Copeland & Radvansky, 2007). Ad esempio, l’apprendimento di una descrizione spaziale dal punto di vista egocentrico seguita dal disegno di mappa comporta cambiamenti sia nel formato (da verbale a visuo-spaziale) sia nella prospettiva (da route a survey) che richiedono il coinvolgimento di più processi cognitivi come la memoria di lavoro. Ciò può almeno in parte spiegare le differenze di età, dal momento che le abilità fluide declinano con l’invecchiamento (Salthouse, 1994).

Da diversi studi emerge che gli anziani hanno prestazioni migliori quando le informazioni spaziali sono presentate in modo allocentrico, per cui la mappa risulta il formato che può facilitare maggiormente l’apprendimento ambientale in questa fascia di età (Yamamoto & DeGirolamo, 2012).

Per quanto riguarda i meccanismi cognitivi coinvolti nell’apprendimento ambientale, le abilità visuo-spaziali risultano cruciali nello spiegare la rappresentazione mentale spaziale formata (Fields & Shelton, 2006). Infatti, con abilità visuo-spaziali si intende “la capacità di rappresentare, trasformare, generare e recuperare informazioni simboliche di tipo non linguistico” (Linn & Petersen, 1985). Tali abilità sono competenze complesse e possono essere classificate in tre sotto-fattori che risentono dell’effetto età: i più anziani hanno prestazioni inferiori su percezione spaziale, visualizzazione spaziale e capacità di rotazione mentale.

Uno studio (Borella et al., 2014) ha indagato gli effetti legati all’età sulle abilità spaziali lungo l’arco di vita adulta: sono emersi effetti non lineari legati all’età per la visualizzazione spaziale e l’assunzione di prospettiva, mentre sono emersi effetti lineari per la rotazione mentale. Dunque, l’età ha un’influenza considerevole sulle abilità spaziali nell’arco di vita, ma i suoi effetti cambiano in funzione del compito spaziale considerato.

Inoltre, diversi studi dimostrano il coinvolgimento della memoria di lavoro visuo-spaziale, meccanismo cognitivo di base dedicato al mantenimento e all’elaborazione delle informazioni visuo-spaziali, sia nella memorizzazione del percorso che nella capacità di posizionare i landmark (Meneghetti et al., 2018).

Con l’invecchiamento si assiste, dunque, a un declino generale della memoria e dell’apprendimento spaziale, mentre le abilità visuo-spaziali sembrano declinare in modo eterogeneo. Le prestazioni degli anziani in compiti di apprendimento spaziale dipendono principalmente dall’interazione tra il tipo di formato presentato nella fase di apprendimento e il compito proposto.

A questo si aggiungono una serie di fattori individuali che possono influenzare la relazione tra età e prestazione spaziale, come le proprie preferenze e credenze (Hertzog & Dixon, 1994). Questi fattori vengono generalmente valutati tramite questionari di autovalutazione, come quelli presenti nella Batteria VS (De Beni et al., 2014). È emerso che preferenze e stili spaziali tendono a rimanere piuttosto stabili nell’arco di vita (Borella et al., 2014), mentre l’ansia provata durante gli spostamenti ambientali aumenta con l’avanzare dell’età ma non in maniera significativa ed è maggiore nelle donne, probabilmente per l’influenza della minaccia dello stereotipo che le porta a sentirsi meno abili in compiti spaziali rispetto agli uomini.

La relazione tra emozione e spazio non è ancora stata molto approfondita poiché si tende a separare i due domini, si ipotizza però che le risposte emotive allo spazio possano avere un ruolo nella navigazione dell’ambiente, migliorando il ricordo e l’accuratezza delle decisioni di direzione. Diversi studi sulla percezione spaziale in giovani adulti hanno dimostrato che il modo in cui percepiamo l’informazione spaziale è anche influenzato dai nostri sentimenti e/o stati corporei (Stefanucci et al., 2008; Ruotolo et al., 2018). Sarebbe, dunque, interessante indagare se le emozioni influenzino anche negli anziani le prestazioni in compiti di apprendimento spaziale, agendo da fattore di compensazione e confermando ulteriormente l’effetto positività.

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Borella, E., Meneghetti, C., Ronconi, L., & De Beni, R. (2014). Spatial abilities across the adult life span. Developmental psychology, 50(2), 384.
  • Borella, E., Meneghetti, C., Muffato, V., & De Beni, R. (2015). Map learning and the alignment effect in young and older adults: how do they gain from having a map available while performing pointing tasks? Psychological research, 79(1), 104-119.
  • Copeland, D. E., & Radvansky, G. A. (2007). Aging and integrating spatial mental models. Psychology and aging, 22(3), 569.
  • De Beni, R., Meneghetti, C., Fiore, F., Gava, L., & Borella, E. (2014). Batteria Visuo-spaziale. Strumenti per la valutazione delle abilità visuo-spaziali nell’arco di vita adulta.
  • Fields, A. W., & Shelton, A. L. (2006). Individual skill differences and large-scale environmental learning. Journal of Experimental Psychology: Learning, Memory, and Cognition, 32(3), 506.
  • Gardony, A. L., Taylor, H. A., & Brunyé, T. T. (2016). Gardony map drawing analyzer: Software for quantitative analysis of sketch maps. Behavior research methods, 48(1), 151-177.
  • Head, D., & Isom, M. (2010). Age effects on wayfinding and route learning skills. Behavioural brain research, 209(1), 49-58.
  • Hertzog, C., & Dixon, R. A. (1994). Metacognitive development in adulthood and old age. Metacognition: Knowing about knowing, 227-251.
  • Klencklen, G., Després, O., & Dofour, E. (2012). What do we know about aging and spatial cognition? Reviews and perspectives. Ageing Research Reviews, 123-135.
  • Linn, M. C., & Petersen, A. C. (1985). Emergence and characterization of sex differences in spatial ability: A meta-analysis. Child development, 1479-1498.
  • Meneghetti, C., Borella, E., Grasso, I., & De Beni, R. (2012). Learning a route using a map and/or description in young and older adults. Journal of Cognitive Psychology, 24(2), 165-178.
  • Meneghetti, C., Muffato, V., Borella, E., & De Beni, R. (2018). Map learning in normal aging: The role of individual visuo-spatial abilities and implications. Current Alzheimer Research, 15(3), 205-218.
  • Pazzaglia, F., & Taylor, H. A. (2007). Perspective, instruction, and cognitive style in spatial representation of a virtual environment. Spatial Cognition and Computation, 7(4), 349-364.
  • Ruotolo, F., Claessen, M. H. G., & van der Ham, I. J. M. (2018). Putting emotions in routes: the influence of emotionally laden landmarks on spatial memory. Psychological Research, 1-13.
  • Salthouse, T. A. (1994). The aging of working memory. Neuropsychology, 8(4), 535.
  • Siegel, A. W., & White, S. H. (1975). The development of spatial representations of large-scale environments. In Advances in child development and behavior (Vol. 10, pp. 9-55). JAI.
  • Stefanucci, J. K., & Storbeck, J. (2009). Don't look down: Emotional arousal elevates height perception. Journal of Experimental Psychology: General, 138(1), 131.
  • Thorndyke, P. W., & Hayes-Roth, B. (1982). Differences in spatial knowledge acquired from maps and navigation. Cognitive psychology, 14(4), 560-589.
  • Yamamoto, N., & DeGirolamo, G. J. (2012). Differential effects of aging on spatial learning through exploratory navigation and map reading. Frontiers in aging neuroscience, 4, 14.
 
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Geropsicologo: ruolo e competenze specifiche della figura - Psicologia
Il geropsicologo: ruolo e competenze

Il geropsicologo lavora con chi soffre di demenza tramite interventi rivolti ad anziano e caregivers per garantire una migliore qualità di vita al sistema

ARTICOLI CORRELATI
La psicologia dell’invecchiamento

La psicologia dell’invecchiamento studia l’invecchiamento e le possibilità di trattamento e servizi clinici da offrire alle persone over 65

Nonni e persone anziane: tra celebrazione e discriminazione – Uno sguardo al fenomeno dell’ageismo

Il 1° Ottobre si celebra la giornata dedicata alle persone anziane e ai nonni. Eppure l'ageismo resta una delle forme di discriminazione più "normalizzate"

WordPress Ads
cancel