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La disposizione dei posti a sedere può influenzare i processi cognitivi di studenti della scuola primaria?

La disposizione dei posti a sedere nella scuola primaria sembra avere effetto su processi cognitivi come ragionamento logico, creatività, teoria della mente

Di Sara Magliocca

Pubblicato il 11 Gen. 2021

Lo studio condotto da Tobia et al. (2020) ha indagato nella scuola primaria, l’effetto del cambiamento della disposizione dei posti a sedere, sul ragionamento logico, sulla creatività e sulla teoria della mente.

 

Le caratteristiche strutturali dell’ambiente scolastico influiscono sul rendimento, l’impegno, lo stato emotivo ed il benessere generale di coloro che lo frequentano (Higgins et al., 2005); condizionando le interazioni sociali tra pari e tra insegnanti e studenti (Byers et al., 2018).

Ad esempio, il posizionamento dei banchi nelle scuole primarie, sembra impattare notevolmente sul comportamento tenuto in classe dagli studenti, come alzare la mano per fare domande o essere fuori posto senza permesso (Wannarka & Ruhl, 2008).

La tradizionale disposizione dei banchi incentrata sull’insegnante, è costituita dalla collocazione degli studenti su file e colonne, con il docente posto di fronte a loro. Diversamente, l’organizzazione dei banchi in cluster che permette con facilità il lavoro in gruppi favorendo la cooperazione, è divenuta la più utilizzata dagli insegnanti negli ultimi anni (Gremmen et al., 2016). Tuttavia, in questa fase storica, la riapertura delle scuole durante il COVID-19, è stata effettuata a condizione del rispetto di misure volte a favorire il distanziamento sociale, intraprese cambiando la disposizione spaziale dei posti a sedere nelle aule, in file e colonne.

La distanza interpersonale tra gli studenti condiziona sia i processi relazionali che quelli cognitivi (Amit et al., 2013), influenza l’attenzione spaziale e favorisce la concentrazione al compito solo quando entrambi i partecipanti ne stanno eseguendo uno identico (Szpak et al., 2016).

La vicinanza con un compagno influisce negativamente nel ragionamento logico (Nagar & Pandey, 1987), nella creatività  (Lamm & Trommsdorff, 1973) e nei compiti di cognizione sociale (Strayer & Roberts, 1997), portando ad un rendimento scolastico peggiore soprattutto per le ragazze (Maxwell, 2003). Mentre la prossimità potrebbe promuovere la creatività di squadra (Milliken et al., 2010); la creatività nei compiti individuali è favorita dalla privacy (Dul & Ceylan, 2014), in assenza di vincoli fisici e sociali.

La distanza interpersonale non agisce sulla prestazione similmente per tutti gli individui, ma in modo variabile a seconda delle caratteristiche personali di ognuno (ad esempio, percepire la vicinanza come invasione dello spazio personale; Kaitz et al., 2004), in base al genere (ovvero le femmine tendono a stare più vicine tra loro rispetto ai maschi; Costa, 2010) e per la presenza di relazioni esistenti tra gli individui (Mehrabian, 1968).

Minore distanza interpersonale, influenza negativamente la performance per l’insorgenza del disagio sociale, una risposta allo stress determinata dall’invasione da parte dell’altro, nel nostro spazio personale. Fronteggiarlo richiede risorse cognitive, che possono essere sottratte a quelle necessarie alla risoluzione del compito (Helton et al., 2009).

Lo scopo dello studio, condotto da Tobia et al. (2020), era indagare sperimentalmente su 77 bambini della scuola primaria, l’effetto del cambiamento della disposizione dei posti a sedere (gruppi vs file e colonne), sul ragionamento logico (pensiero convergente), sulla creatività (pensiero divergente) e sulla teoria della mente (cognizione sociale).

Inoltre essendo plausibile che specifici fattori individuali, insieme alle caratteristiche del compito, possano influenzare i processi cognitivi; l’effetto della disposizione dei posti a sedere è stato analizzato in relazione ad alcune caratteristiche, come genere e grado di solitudine valutato dai compagni di classe.

I partecipanti seduti in file e colonne, dunque ben distanziati, hanno riportato un punteggio nel ragionamento logico globalmente più alto, insieme ad un miglioramento qualitativo e quantitativo del lavoro stesso; coerentemente col fatto che l’essere seduti separati dai coetanei facilita lo svolgimento di compiti individuali, aumentando la produttività (Bennett & Blundell, 1983).

Nonostante per gli altri processi cognitivi esaminati non siano emersi effetti significativi in relazione della disposizione dei banchi, per le variabili individuali sono emersi risultati rilevanti.

Nel dettaglio, le bambine riportavano prestazioni migliori nella teoria della mente quando sedute distanziate, avendo migliori competenze sociali e capacità di riconoscimento emotivo rispetto ai loro coetanei maschi. Durante i compiti di cognizione sociale, un compagno nelle vicinanze potrebbe agire come stimolo ambientale che le distrae e che entra in competizione con le richieste del compito, comportando un carico cognitivo maggiore e prestazioni peggiori (Choi et al., 2014).

I bambini più isolati, avevano prestazioni migliori nel compito di cognizione sociale ed in quello creativo quando seduti in file e colonne, avendo riportato idee più originali.

Coerentemente con il modello della solitudine di Hawkley e Cacioppo (2010), individui tendenzialmente soli ma costretti alla vicinanza con i loro coetanei, si ritrovano in sovraccarico cognitivo per un’ipervigilanza verso le minacce sociali; pongono attenzione alle informazioni negative dell’ambiente sociale e hanno minori risorse disponibili per il compito.

Tuttavia, i bambini che tendevano a circondarsi da coetanei, hanno beneficiato della loro vicinanza fisica promossa dalla disposizione dei banchi a grappolo durante il compito di creatività, avendo riportato un maggior numero di idee.

Concludendo, il posizionamento delle sedute nelle aule delle scuole primarie, andrebbe concordato con la natura del compito, favorendo posti distanziati per attività individuali che implicano il pensiero convergente, come nei compiti di ragionamento, e sedute più ravvicinate per i compiti creativi; non senza prima considerare le caratteristiche individuali dei singoli studenti.

Inoltre, sarebbe utile favorire politiche scolastiche volte a consolidare il gruppo classe, portando alla coesione e integrazione di tutti i membri, cosicché le prestazioni cognitive dei bambini tendenzialmente soli ma costretti a lavorare in gruppo, possano trarne beneficio.

Le linee guida imposte dal COVID-19 che impongono banchi disposti in file e colonne, pur avendo un impatto positivo per alcuni tipi di compiti e per alcuni studenti, dovrebbero essere limitate a questo momento di emergenza sanitaria.

Privilegiare un ambiente di apprendimento flessibile, significa riorientarlo a beneficio del fruitore primario, in modo tale da creare per il raggiungimento degli obiettivi scolastici, uno spazio di crescita incentrato sullo studente e per lo studente.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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