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Suicide survivors: il dolore di chi resta

Per i suicide survivors il lutto è intenso e complesso e il supporto della psicoterapia può aiutare a elaborare il dolore e ritrovare sostegno

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 31 Ott. 2025

I suicide survivors: le conseguenze di una morte per suicidio

Secondo l’organizzazione Mondiale della Sanità, più di 720 000 persone muoiono per suicidio ogni anno nel mondo e il suicidio rappresenta la terza causa di morte nella popolazione giovane di età compresa tra i 15 e i 29 anni. 

Il dramma di una morte per suicidio impatta in maniera significativa i familiari e gli amici del defunto, i quali si trovano ad affrontare una perdita e un lutto devastante dai contorni traumatici. In letteratura, con il termine “suicide survivors” si fa riferimento proprio a parenti e amici che perdono un loro caro a causa di un suicidio

L’impatto psicologico della morte suicidaria sui survivors è di elevata intensità, si può definire traumatico, e le ripercussioni possono includere depressione, disturbo da lutto persistente e complicato, sintomi ansiosi, stati emotivi di rabbiasenso di colpa e vergogna, tendenze all’isolamento, reazioni sintomatologiche che si riferiscono ai disturbi dello stress traumatico (es. disturbo acuto da stress, disturbo post-traumatico da stress) (de Groot, Kollen, 2013).

Una delle possibili conseguenze gravi per i sopravvissuti è rappresentata dalle sequele suicidarie, che includono ideazione, pianificazione e tentativi di suicidio in relazione a una profonda angoscia e disperazione (Campos, Holden e Santos, 2018). Il processo di lutto nei sopravvissuti può quindi essere associato a pensieri suicidari e tentativi di suicidio (Latham et al, 2004).

Il lutto a seguito di un gesto suicidario

Il processo del lutto relativo alla perdita di un caro in seguito a un suicidio presenta aspetti peculiari che lo differenziano da altri tipi di lutti (Harwod et al, 2002). In molti casi, il dolore è insidioso e pervasivo, accompagnato da emozioni e vissuti complessi e intensi, come ad esempio senso di colpa e risentimento verso sé stessi o altri membri della famiglia per il fatto che si sarebbe potuto fare qualcosa per evitare e prevenire il gesto estremo. 

I survivors in alcuni casi ricercano e continuamente si domandano le ragioni della scelta suicidaria. Molto spesso emerge la rabbia rivolta alla persona suicida, con l’idea che di fatto il suicida, decidendo di porre fine alla propria vita, decide di terminare anche la possibilità di rapporto e relazione con loro lasciando un senso di abbandono e gravi effetti su chi rimane. 

I sopravvissuti riportano quindi in molti casi reazioni di shock, rifiuto e negazione della perdita, ottundimento emotivo, rabbia, vergogna, disperazione, incredulità, depressione, tristezza, solitudine, sentimenti di abbandono, ansia e irritabilità. 

Un ulteriore aspetto doloroso è la vergogna, spesso inerente allo stigma che circonda una morte per suicidio; lo stigma ha radici storiche profonde nei tempi passati in cui spesso, oltre ad altre conseguenze sul sistema familiare, si negava persino il rito funebre e la sepoltura nei casi di morte per suicidio. Ad oggi vi è il rischio che le famiglia della vittima di suicidio venga vista come diversa, depositaria di qualcosa di terrifico oppure venga persino giudicata per il dramma che si ritrova a vivere. La rete sociale quindi può fare la differenza in tal senso, combattendo lo stigma, l’emarginazione e l’isolamento, e supportando emotivamente e materialmente i survivors

Un aiuto specialistico per i survivors

In altre parole, l’estremo dolore psicologico che avrebbe portato la persona al suicidio non ha fine con la morte del suicida ma viene in qualche misura ereditato dai survivors

In tal senso, risulta fondamentale un intervento psicoterapico e psicosociale tempestivo a supporto dei suicide survivors, da parte di personale qualificato ed esperto per accompagnare la persona nel processo di elaborazione e accettazione del lutto per suicidio nelle sue sfaccettature estremamente complesse.  Anche i gruppi di supporto di mutuo aiuto possono rappresentare un valido sostegno per i survivors, in cui esprimere e condividere il proprio dolore e ottenere supporto.  

Survivors: affrontare il dolore per il suicidio di un proprio caro – 18 novembre 2025 >> CLICCA QUI

Riferimenti Bibliografici
  • World Health Organization. Suicide 
  • Campos, R. C., Holden, R. R., & Santos, S. (2018). Exposure to suicide in the family: Suicide risk and psychache in individuals who have lost a family member by suicide. Journal of Clinical Psychology, 74(3), 407-17. 
  • de Groot M, Kollen BJ. Course of bereavement over 8-10 years in first degree relatives and spouses of people who committed suicide: longitudinal community based cohort study. BMJ. 2013 Oct 2;347:f5519. 
  • Grad, O. T. (2005). Suicide survovivorship: an unknown journey from loss to gain – from individual to global perspective. In K. Hawton (a cura di) Prevention and treatment of suicidal behavior. Oxford University Press, Oxford.
  • Harwood, D., Hawton, K., Hope, T., & Jacoby, R. (2002). The grief experiences and needs of bereaved relatives and friends of older people dying through suicide: a descriptive and case-control study. Journal of affective disorders, 72(2), 185-194.
  • Latham, A. E., & Prigerson, H. G. (2004). Suicidality and bereavement: complicated grief as psychiatric disorder presenting greatest risk for suicidality. Suicide & life-threatening behavior, 34(4), 350-362
  • Pompili M. (2022). Il rischio di suicidio. Valutazione e gestione. Raffaello Cortina Editore
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