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La rivalsa notturna: quando la notte diventa l’unico spazio per sentirsi vivi

La procrastinazione della buonanotte per rivalsa è il comportamento di rimandare il sonno per ritagliarsi momenti di libertà e gratificazione personale

Di Andrea Pirpignani

Pubblicato il 09 Set. 2025

Il fenomeno della Revenge Bedtime Procrastination (RBP)

«È tardi, dovrei dormire… ma voglio solo un’altra ora per me»

Capita spesso di scrollare il telefono fino a notte fonda, guardare video, ascoltare musica o semplicemente fantasticare, anche sapendo che il giorno dopo la sveglia suonerà presto. Non è semplice pigrizia né mancanza di disciplina: potremmo trovarci davanti alla Revenge Bedtime Procrastination (RBP), ovvero la “procrastinazione della buonanotte per rivalsa”. 

Un fenomeno moderno in cui si ritarda volontariamente l’ora di andare a dormire per recuperare spazi di libertà e gratificazione che il giorno non ha concesso.

Cos’è la procrastinazione della buonanotte per rivalsa?

Il concetto, nato in Cina (con il termine “veglia notturna per rivalsa“), è stato definito per la prima volta in ambito scientifico da Kroese et al. (2014) come:

“Il comportamento intenzionale di posticipare l’ora di andare a dormire, pur sapendo che questo comporterà conseguenze negative, per dedicarsi ad attività personali e gratificanti.”

A differenza dell’insonnia, in questo caso la persona è perfettamente in grado di dormire, ma sceglie consapevolmente di non farlo, spesso per affermare un bisogno emotivo non ascoltato durante il giorno.

Quanto è diffuso?

Negli ultimi anni, diversi studi hanno mostrato che la procrastinazione della buonanotte per rivalsa è molto comune, soprattutto tra giovani adulti, studenti universitari e lavoratori “mentali”.

  • Uno studio olandese (Kroese et al., 2016) ha trovato che il 74% dei partecipanti riportava comportamenti abituali di procrastinazione del sonno.  
  • Una ricerca cinese del 2020 (Zhang et al.) ha rilevato un’incidenza del 52% tra studenti universitari, con picchi nelle donne e nei soggetti ad alto carico accademico.
  •  In Italia, un’indagine del 2022 dell’Università di Padova condotta su un campione di giovani adulti (n = 502) ha riscontrato che circa il 60% dei partecipanti ritarda regolarmente l’ora di andare a dormire pur non avendo impegni o ostacoli oggettivi.
  • La motivazione più riportata? “È l’unico momento che ho per me.”

Una ribellione silenziosa (che si paga cara)

La Revenge Bedtime Procrastination è, in un certo senso, una risposta psicologica al sovraccarico di impegni e alla mancanza di tempo personale. In un contesto di giornate compresse e senza pause, la sera diventa l’unico momento percepito come libero — e quindi prezioso.

Il problema è che questo “spazio ritrovato” viene pagato a caro prezzo: il sonno è una delle basi biologiche più importanti per la regolazione dell’umore, dell’attenzione, della memoria e della salute fisica generale. Anche pochi giorni consecutivi di sonno ridotto possono portare a irritabilità, disfunzioni cognitive e vulnerabilità emotiva (Walker, 2017).

Revenge Bedtime Procrastination: un atto d’amore o una forma di autosabotaggio?

Wardah Alqo’idah et al. (2023), in uno studio recente, descrivono la procrastinazione della buonanotte per rivalsa come un paradosso affettivo: un tentativo di “amarsi” prendendosi del tempo, che però spesso diventa un gesto autolesivo. In altre parole, una forma di “auto-cura” che finisce per logorarci.

Nel lavoro citato, gli autori propongono una riflessione: è davvero amore per sé stessi, se ci impedisce di rigenerarci? La self-love therapy può aiutare a distinguere tra desiderio compensativo (es. “evadere dalla giornata”) e bisogno reale (es. “riposare e ricostruire energie”).

Il ruolo del contesto (e dell’estate)

La Revenge Bedtime Procrastination non è solo un comportamento individuale, ma anche un prodotto culturale e sociale. Viviamo in un’epoca in cui:

  • il tempo personale è compresso o percepito come “non guadagnato”;
  • la tecnologia ci espone a stimoli infiniti proprio nelle ore serali;
  • l’estate, con giornate lunghe e luce fino a tardi, disregola il ritmo circadiano, rendendo il sonno ancora più fragile.

Tutto questo contribuisce a ritardare il sonno non per noia, ma per bisogno emotivo.

Strategie possibili: proteggere il sonno senza rinunciare a sé stessi

Sapere che stiamo procrastinando il sonno per “riprenderci del tempo” è già un passo avanti. Ma da solo non basta. Per cambiare davvero serve anche un nuovo modo di prendersi cura di sé.

Uno studio recente (Alqo’idah et al., 2023) ha mostrato che la self-love therapy può aiutare a ridurre la Revenge Bedtime Procrastination. Si tratta di un percorso che insegna a riconoscere i propri bisogni reali — non solo i desideri — e a costruire abitudini più sane.

Durante la terapia, i partecipanti hanno:

  • scritto i pensieri che li portavano a rimandare il sonno
  • riflettuto su cosa significa davvero volersi bene e prendersi cura di sè
  • imparato a rilassarsi prima di dormire
  • scoperto come fermarsi, anche quando il telefono o una serie TV sembrano più invitanti del riposo.

Il risultato? Dopo due settimane, molti di loro hanno iniziato ad andare a dormire prima, con più regolarità, e con meno senso di privazione.

Questo ci insegna una cosa importante: volersi bene non vuol dire sempre concedersi qualcosa, ma anche sapere quando è il momento di fermarsi. Non per dovere, ma per cura.

Ecco alcune strategie che possono aiutare:

  • Riconoscere il bisogno: non sentirsi in colpa se si desidera tempo per sé.
  • Anticipare il piacere: creare piccoli momenti gratificanti prima di andare a letto.  
  • Proteggere il ritmo sonno-veglia: ridurre luce blu e stimoli forti la sera.  
  •  Fare pace con il sonno: viverlo come un gesto di cura, non come una rinuncia.  
  • Praticare un atteggiamento di autentica auto-cura: scegliere ciò che ci nutre, non solo ciò che ci distrae.

La procrastinazione della buonanotte per rivalsa: molto più di una cattiva abitudine

La procrastinazione della buonanotte per rivalsa è molto più di una cattiva abitudine: è un sintomo sociale ed emotivo di un tempo che non lascia tempo. Ma il sonno non è il nemico del piacere: è il terreno su cui il piacere stesso si costruisce. 
Imparare a proteggerlo non significa rinunciare a sé stessi, ma rendere possibile la propria vitalità anche domani.

Riferimenti Bibliografici
  • Alqo’idah, W., Lutfiyah, F., & Elya, Y. (2023). Revenge bedtime procrastination: A self-love phenomenon or revenge against yourself? Jurnal Psikologi Perseptual.
  • Kroese, F. M., Evers, C., Adriaanse, M. A., & de Ridder, D. T. D. (2014). Bedtime procrastination: Introducing a new area of procrastination. Frontiers in Psychology, 5, 611. 
  • Kroese, F. M., Soyer, E., van de Werken, M., & de Ridder, D. T. D. (2016). Self-regulation failure: A novel perspective on procrastination. Personality and Individual Differences, 90, 50–54. 
  • Università di Padova, Dipartimento di Psicologia Generale. (2022). Report interno non pubblicato su sonno e abitudini serali nei giovani adulti italiani [Manoscritto non pubblicato].
  • Walker, M. (2017). Why we sleep: Unlocking the power of sleep and dreams. Penguin.
  • Zhang, X., Chen, S., Zhang, R., & Liu, B. (2020). Prevalence and predictors of bedtime procrastination in Chinese college students. International Journal of Environmental Research and Public Health, 17(2), 373. 
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