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Disconnettersi dallo smartphone rigenera mente e umore

Secondo una recente ricerca bloccare l’accesso a Internet per due settimane migliora attenzione, salute mentale e benessere soggettivo

Di Alessandro Ocera

Pubblicato il 23 Lug. 2025

Connessione continua e salute mentale: un dilemma moderno

Negli ultimi anni, l’uso costante degli smartphone è diventato una caratteristica pervasiva della vita quotidiana. Molte ricerche hanno evidenziato correlazioni tra l’uso eccessivo del telefono e problemi di salute mentale – ad esempio più alti livelli di ansia, sintomi depressivi e stress – oltre a una minore capacità di concentrazione (Castelo et al., 2025). Finora, però, gran parte di queste evidenze erano di natura correlazionale e non permettevano di stabilire un nesso causale diretto. Ci si è quindi chiesti se la connessione ininterrotta offerta dallo smartphone possa effettivamente causare un peggioramento del benessere psicologico e cognitivo, o se si trattasse soltanto di un’associazione indiretta. 

Con la connessione costante che ormai accompagna ogni momento della giornata, diventa sempre più importante comprendere quali effetti possa avere una pausa intenzionale dall’accesso a Internet tramite smartphone. Recentemente, alcuni studi sperimentali hanno iniziato a fornire risposte più chiare, indagando cosa accade quando le persone si concedono una pausa da Internet sul proprio telefono. I risultati emergenti suggeriscono che la mente e il nostro umore potrebbero trarre beneficio dal ridurre la connessione continua, confermando i timori che la dipendenza dallo smartphone non sia priva di costi per il benessere mentale (Castelo et al., 2025).

Uno studio sperimentale: due settimane senza Internet sul telefono

Un importante passo avanti nelle evidenze causali proviene dallo studio di Castelo et al. (2025). In questo studio, 467 partecipanti adulti (età media 32 anni) hanno accettato di bloccare l’accesso a Internet sui propri smartphone per un periodo di due settimane. Grazie a un’applicazione apposita installata sul telefono, ai partecipanti è stato impedito di usare qualsiasi connessione dati o Wi-Fi sullo smartphone – niente social network, niente navigazione web – pur consentendo funzioni base come chiamate e SMS. 

Dopo due settimane senza Internet sul telefono, i partecipanti hanno mostrato un netto miglioramento della salute mentale e del benessere rispetto all’inizio: in media sono diminuite le emozioni negative e i sintomi di depressione e ansia, mentre aumentavano le emozioni positive e la soddisfazione per la propria vita (Castelo et al., 2025). Ben 71% dei partecipanti ha riportato una salute mentale migliore dopo la “pausa digitale” rispetto a prima. Anche la capacità di sostenere l’attenzione è migliorata durante il periodo offline: i test oggettivi indicavano meno cali di concentrazione, con un progresso equivalente a “riavvolgere” circa dieci anni di declino cognitivo dovuto all’invecchiamento. 

Altre prove: il “digital detox” fa bene al benessere

Le conclusioni di Castelo e colleghi si allineano con un crescente filone di ricerche sperimentali sul cosiddetto “digital detox”. Ad esempio, uno studio pubblicato nel 2025 ha esaminato gli effetti di una riduzione moderata dell’uso dello smartphone sulla salute mentale (Pieh et al., 2025). In questo caso, ai partecipanti – un gruppo di studenti universitari – è stato chiesto di limitare il tempo di schermo sul cellulare a massimo 2 ore al giorno per tre settimane. Anche senza spegnere del tutto Internet, il semplice ridimensionamento dell’utilizzo quotidiano ha portato miglioramenti piccoli ma significativi: rispetto a un gruppo di controllo, chi aveva ridotto lo screen time ha riportato livelli più bassi di depressione e stress, un aumento del benessere generale e persino un sonno di migliore qualità (Pieh et al., 2025). Tali miglioramenti, sebbene di entità moderata, potrebbero suggerire un rapporto causale tra l’uso prolungato dello smartphone e vari indicatori di salute mentale – rapporto che va oltre la semplice correlazione osservata in studi precedenti (Pieh et al., 2025). 

Un’altra ricerca, condotta alla University of Pennsylvania, si è invece focalizzata sui social media (Hunt et al., 2018). I ricercatori hanno dimostrato che limitare l’uso dei social network a circa 30 minuti al giorno può diminuire significativamente i sentimenti di solitudine e i sintomi depressivi nel giro di poche settimane. In quello studio, giovani adulti assegnati a un regime di uso “ridotto” di Facebook, Instagram e Snapchat hanno mostrato, rispetto al gruppo senza restrizioni, un netto calo nel timore di essere tagliati fuori (il cosiddetto FOMO, fear of missing out) e un miglioramento del proprio benessere emotivo (Hunt et al., 2018). Allo stesso modo, un ampio esperimento condotto da ricercatori di Stanford e NYU ha riscontrato effetti positivi quando le persone smettono del tutto di usare una piattaforma social per un certo periodo. In particolare, spegnere Facebook per quattro settimane ha portato a piccoli ma significativi incrementi della felicità e della soddisfazione per la vita, oltre a ridurre i sintomi di ansia e depressione (Allcott et al., 2020).

Disconnettersi per ritrovarsi

Le evidenze scientifiche attuali suggeriscono che una pausa dall’accesso costante a Internet tramite smartphone può apportare benefici significativi al benessere psicologico. Ridurre le distrazioni digitali favorisce il ripristino dell’attenzione, migliora l’umore e promuove uno stile di vita più attivo e socialmente coinvolto. Le attività offline – come il sonno regolare, le relazioni in presenza e il contatto con la natura – sembrano giocare un ruolo chiave in questi effetti. I vantaggi risultano particolarmente marcati in chi è più vulnerabile alla dipendenza digitale, come soggetti con elevato fear of missing out o difficoltà attentive. Anche una disconnessione parziale può produrre cambiamenti positivi, suggerendo che il semplice atto di limitare l’uso dello smartphone può contribuire a un maggiore equilibrio emotivo e cognitivo. In un’epoca di connessione continua, imparare a dosare la presenza online diventa quindi una scelta di benessere e consapevolezza.

Riferimenti Bibliografici
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