Quanti sono 136 miliardi? La crescita del gambling online in Italia
Il report 2023 di Federconsumatori ha evidenziato una crescita sensazionale del fenomeno del gioco d’azzardo online, a partire dal lockdown del 2020 per la pandemia da Covid-19. Il 2022 ha segnato, con 1719 euro annui pro capite, il sorpasso del gioco d’azzardo online rispetto a quello fisico, svolto nelle sale gioco.
Nello stesso anno, gli abitanti dello “stivale” hanno speso ben 136 miliardi di euro in tutte le tipologie di gioco d’azzardo. Gli autori del report forniscono un particolare spunto di riflessione, domandandosi: quanti sono effettivamente 136 miliardi di euro? Per avere un’idea del volume d’affari del gambling legale, basti pensare, ad esempio, che il governo italiano ha stanziato nel 2023 fondi per l’Istruzione pari a 52 miliardi di euro, per la Difesa 27,7 miliardi e per la Sanità pubblica 128 miliardi di euro. Sommando la spesa degli italiani e delle italiane nel gioco d’azzardo, si ottengono numeri di gran lunga più elevati rispetto a quelli destinati al welfare italiano. Un fenomeno record, che interesserebbe, secondo Federconsumatori, soprattutto centri urbani di medie e piccole dimensioni del Sud, con indici più alti di disoccupazione e difficoltà socioeconomiche nella popolazione.
Se consideriamo, inoltre, che il gambling online è affiancato da un mercato parallelo e sommerso di azzardo illegale che, sfuggendo ai monopoli statali, viene gestito da veri e propri imperi mafiosi nazionali e internazionali, le implicazioni possono essere molteplici (Federconsumatori, 2023; Nardacchione, 2019; Corica et al., 2020).
Legalizzazione delle scommesse sportive negli USA: effetti psicologici e sociali
Attualmente, non esiste una legislazione unica all’interno dell’Unione Europea che regolamenti il gioco d’azzardo fisico e online. In Italia, ad esempio, è l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ad autorizzare o meno l’esercizio del gioco d’azzardo in ogni sua forma sulla base di particolari requisiti, pertanto le scommesse sportive online sono ritenute legali unicamente se effettuate su siti e piattaforme autorizzati dallo Stato. Al contempo, le scommesse sportive su siti esteri sono illegali, a meno che non si tratti di siti con licenza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Legge n.266/2005).
Diverso è il panorama degli Stati Uniti. Se il Professional and Amateur Sports Protection Act del 1992 (il cosiddetto PASPA per gli americani) proibiva il gioco d’azzardo sportivo, vietando le scommesse negli sport competitivi, nel 2018 la Corte Suprema ha stabilito che il PASPA contravveniva al divieto posto dal Decimo Emendamento di esercitare poteri riservati agli stati da parte del governo federale.
Cosa ha significato questo? La legalizzazione delle scommesse sportive online e al dettaglio in 38 Stati e nel Distretto della Columbia, con un relativo volume d’affari pari a 10 miliardi di dollari annui secondo le stime Goldman Sachs (2024).
Gli effetti non soltanto socioeconomici, ma anche psicologici di questa rivoluzione sono stati indagati da varie ricerche. Uno studio di Hollenbeck e colleghi (2024), esaminando il gambling sportivo online, sottolinea che la legalizzazione ha aumentato il rischio che una famiglia vada in bancarotta del 25-30%; questo avviene in particolare tra i giovani residenti in zone a basso reddito, suggerendo che proprio i meno abbienti sono i più danneggiati dal processo di legalizzazione. Non solo: il gioco d’azzardo sportivo dimezza i risparmi delle famiglie, con un aumento del rischio di scoperto nei conti bancari di coloro che versano in condizioni già precarie (Baker et al., 2024).
Un ulteriore studio dell’Università dell’Oregon rivela che esiste una relazione tra sconfitta “a sorpresa” della squadra del cuore della National Football League e aumento della violenza domestica sul partner, soprattutto negli stati USA dove le scommesse sportive sono diventate legali, intorno ai giorni di paga, nei luoghi in cui vengono piazzate scommesse più elevate e con squadre reduci da una serie di vittorie pregresse (Matsukawa & Arnesen, 2024). In altri termini, la legalizzazione delle scommesse sportive può amplificare la reazione emotiva alla sconfitta e il rischio di violenza sul partner, inoltre aumenta il rischio di dipendenza (Winters & Derevensky, 2019). Il disturbo da gioco d’azzardo fa parte delle dipendenze comportamentali definite e classificate nella quinta edizione dell’attuale Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (APA, 2013).
Il gioco d’azzardo patologico è associato non solo a perdite anche ingenti di denaro, frode o attività illegali, ma persino a depressione e altri disturbi dell’umore, ideazione suicidaria, ansia e altre dipendenze (Marionneau & Nikkinen, 2022; Welte et al., 2001).
Scommesse sportive e gioco d’azzardo: chi è il vero vincitore?
In un recente articolo del The Atlantic (2024), Charles Fain Lehman, membro del Manhattan Institute per l’area di Pubblica Sicurezza, ha affermato che, per quanto le società di gioco d’azzardo sostengano di impegnarsi nella prevenzione delle dipendenze, nei fatti traggono maggiori profitti da quei giocatori il cui comportamento diventa compulsivo:
L’industria può affermare di voler prevenire il gioco d’azzardo problematico, ma i suoi profitti derivano in gran parte dalle compulsioni delle persone con un problema. […] I costi del gioco d’azzardo si concentrano tra coloro che sono meno in grado di pagare, facendo arretrare coloro che hanno più bisogno di aiuto. Quel dollaro che avrebbe potuto essere speso per acquistare una casa, conseguire una laurea o sfuggire ai debiti va invece a un’altra scommessa. Tale comportamento è irresponsabile, ma è difficile incolpare solo gli scommettitori quando le aziende realizzano i loro profitti spingendoli a scommettere di più.
Nelle scommesse sportive e nel gioco d’azzardo in generale i veri vincitori non sono coloro che scommettono e vincono una somma di denaro, ma le società che traggono profitto dai disturbi mentali, la dipendenza appunto, dei giocatori (Ehrenreich, 2024).