expand_lessAPRI WIDGET

Scusa, ho Mercurio retrogrado. Viaggio nell’era del pensiero (2024) di Amanda Montell – Recensione

Il libro Scusa, ho Mercurio retrogrado (2024) ci guida alla scoperta dei bias cognitivi, e dei meccanismi mentali più insidiosi della nostra società

Di Giulia Campanale

Pubblicato il 20 Gen. 2025

Bias cognitivi e irrazionalità: come la mente affronta il sovraccarico informativo

La quantità di input provenienti dal mondo esterno può rivelarsi eccessiva rispetto alle capacità di processing ed elaborazione efficace della mente umana, la quale finisce spesso per illudere e ingannare sé stessa. Nell’era moderna dell’informazione via web, infatti, i processi di risposta e adattamento del nostro cervello (i cosiddetti meccanismi di coping) possono risultare sovraccaricati e, di contro, la nostra irrazionalità  aumentata. Convinti di essere sempre padroni attivi e consapevoli dei nostri pensieri e delle nostre azioni, ci costa fatica ammettere che talvolta ci nascondiamo dietro un’iper-razionalità solo apparente. Sarà forse per colpa dell’overconfidence bias?

Volenti o nolenti, la verità è che la nostra mente è spesso molto più irrazionale di quanto ci piaccia credere, e così capita che finisca per pensare troppo, o troppo poco, alle cose sbagliate. Al fine di fare preziosa economia cognitiva e adattarsi meglio a un ambiente complesso e in continua evoluzione, infatti, l’essere umano ha inconsapevolmente elaborato e sviluppato diversi bias cognitivi per affrontare la pressione del sovraccarico informativo moderno in maniera più funzionale. Si tratta sostanzialmente di scorciatoie mentali o errori sistematici di pensiero che influenzano e plasmano il nostro modo di percepire la realtà, di pensare e di prendere decisioni.

Le trappole del pensiero rapido: bias cognitivi e decisioni quotidiane

Daniel Kahneman, noto psicologo israeliano e vincitore del Premio Nobel per l’economia nel 2002, distinse due differenti sistemi di pensiero che sottostanno ai processi cognitivi. Il sistema 1 è intuitivo, impulsivo, rapido, inconscio, economico e tende ad operare velocemente con il minimo sforzo. Il sistema 2, al contrario, è consapevole, riflessivo, lento e volontario, e dirige l’attenzione e l’energia verso attività mentali che richiedono maggior concentrazione, analisi e impegno.

In genere il sistema 1 sa fare bene il suo lavoro, offrendo predizioni a breve termine precise e reazioni appropriate alle svariate situazioni. Tuttavia, a differenza del sistema 2, esso può facilmente rappresentare terreno fertile per la proliferazione di bias cognitivi ed euristiche. La maggior parte dei nostri errori di pensiero, infatti, è il risultato di errate intuizioni del sistema 1 che non sono state esaminate e vagliate dal sistema 2.  

Come mai, ad esempio, i fan più sfegatati delle celebrità (i cosiddetti stan, termine coniato dal rapper Eminem in una sua canzone del 2000, nato dalla crasi tra  stalker e fan, e usato nel mondo anglosassone per indicare i sostenitori più fanatici, esaltati e talvolta malintenzionati) possono passare inspiegabilmente dall’idolatrarle ossessivamente a detronizzarle e detestarle quando non soddisfano le loro assurde aspettative? O perché ci ostiniamo a mantenerci in relazioni dannose anche quando sappiamo che non ha più senso continuare? O ancora, come mai in ogni situazione non troviamo pace finché non individuiamo una forza dotata di intenzione alla quale attribuire il merito del nostro successo o la colpa della nostra infelicità?

Scusa, ho Mercurio retrogrado (2014): tra bias cognitivi e false credenze

Si tratta di domande alle quali Amanda Montell, scrittrice e linguista americana, ha provato a dare risposta nel suo libro “Scusa, ho Mercurio retrogrado”. Leggendo questo titolo, il cosiddetto effetto alone vi avrà probabilmente portato a pensare che si tratti di un libro sull’oroscopo, ma non è affatto così. Con una buona dose di acume e umorismo, infatti, la Montell ci guida in un viaggio alla scoperta dei bias cognitivi, delle false credenze e dei meccanismi mentali più insidiosi che permeano la nostra società solo apparentemente iper-razionale e guidano ogni giorno le nostre azioni e i nostri comportamenti.

Con una penna schietta, onesta e ironica, l’autrice approfondisce capitolo dopo capitolo alcuni tra i principali bias e pregiudizi cognitivi che dilagano nel nostro cervello. Cominciando proprio dall’effetto alone, ossia la tendenza inconscia a valutare complessivamente una persona/oggetto sulla base di un solo tratto positivo o negativo, viene poi analizzato il bias di proporzionalità, che spiega il nostro bisogno di attribuire a eventi importanti delle cause altrettanto grandi, un fenomeno alla base della nascita delle teorie del complotto.

Con un tocco autobiografico intriso di grande lucidità, Amanda Montell racconta poi di una relazione tossica vissuta in prima persona e dell’inspiegabile difficoltà a porre fine a una condizione di consapevole infelicità. Risponde ai suoi perché avvalendosi della cosiddetta fallacia dei costi irrecuperabili, un concetto utilizzato dagli economisti per indicare la tendenza a persistere in imprese fallimentari solo perché vi si è investito molto: ritirarsi sarebbe un fallimento inaccettabile, perciò il solo fatto di aver investito delle risorse, giustifica il fatto di investirne altre, anche quando le condizioni diventano insostenibili. 

Passa poi all’analisi del pensiero somma zero, un atteggiamento in grado di scatenare dissidi e malumori e derivante dalla falsa convinzione che i guadagni e i successi di qualcuno siano inevitabilmente ottenuti a spese di qualcun altro.

L’analisi dei bias cognitivi in ”Scusa, ho Mercurio retrogrado” (2024)

Tra un frammento di vita personale e un altro, la Montell parla poi del bias del sopravvissuto, con il quale cerca di esplorare le motivazioni che spingono alcune persone a realizzare video-blog del loro percorso di malattia, stupendosi soprattutto di come il declino fisico di una persona sembri andare di pari passo con un maggiore interesse dei followers, e di come la remissione dalla malattia faccia invece crollare immediatamente il seguito e le visualizzazioni.

Cosa dire poi di tutte quelle volte in cui attribuiamo ai pianeti (a Mercurio retrogrado, per esempio) i nostri malumori, le nostre giornate storte o i nostri insuccessi? Si tratta del bias di conferma, ovvero la tendenza universale a favorire le informazioni che confermano le nostre opinioni e a scartare quelle che le contraddicono.

Nei capitoli finali, poi, l’autrice si districa abilmente tra l’effetto verità illusoria (ossia l’inclinazione a dar credito a un’affermazione solamente perché l’abbiamo sentita ripetere più volte), la recency illusion (la disposizione a pensare che qualcosa sia nuovo – e dunque minaccioso – solo perché è nuovo per noi), il declinismo (la tendenza a pensare che tutto stia andando per il peggio) e l’effetto Ikea (la propensione ad attribuire un valore sproporzionatamente alto a oggetti che abbiamo contribuito a creare).

L’invito di Amanda Montell a scoprire i nostri autoinganni

Insomma, con uno stile decisamente fresco, ironico e accessibile a tutti e uno sguardo lucido e brillante, la Montell offre al pubblico un libro capace di intessere perfettamente cenni di vita personale con riflessioni sui processi mentali e schemi di pensiero autoingannevoli che plasmano la nostra percezione del mondo, invitandoci a guardare con occhi nuovi e consapevoli a elementi caratteristici della nostra quotidianità e dei nostri comportamenti, a mettere in luce aspetti illogici del nostro presente e – perché no – a sorridere delle nostre stesse contraddizioni. 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Kahneman, D. (2012). Pensieri lenti e veloci. Edizioni Mondadori.
  • Montell A. (2024). Scusa, ho Mercurio retrogrado. Roi Edizioni.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
La trappola della verità intuitiva: come l’intuizione manipola le nostre credenze

Conoscere il funzionamento psicologico della verità intuitiva potrebbe aiutarci ad essere più attenti e meno influenzabili

ARTICOLI CORRELATI
La trappola della verità intuitiva: come l’intuizione manipola le nostre credenze

Conoscere il funzionamento psicologico della verità intuitiva potrebbe aiutarci ad essere più attenti e meno influenzabili

Perché siamo vittime della disinformazione?

Nessuno è completamente immune alla disinformazione e per capire come questo sia possibile dobbiamo capire come funziona il nostro cervello

cancel