Una recente indagine
Secondo un’indagine della fondazione canadese Heart & Stroke, il 50% delle calorie giornaliere che assumiamo proviene da alimenti ultra-processati. Questo significa che quasi la metà del cibo che mangiamo è stato prodotto a partire da sostanze chimicamente modificate estratte dagli alimenti, insieme ad additivi per migliorarne sapore, consistenza, durata e aspetto.
Che cosa sono gli alimenti ultra-processati?
Il NOVA (Monteiro et al., 2016), un sistema di classificazione degli alimenti tra i più utilizzati dalla comunità scientifica internazionale, suddivide gli alimenti in quattro gruppi, in base alla lavorazione e ai processi industriali a cui sono sottoposti (Braesco et al., 2022):
- NOVA1 – alimenti non trasformati o minimamente trasformati: ortaggi freschi, secchi o surgelati, frutta, legumi, cereali, latte, pesce, frutti di mare, carne e uova. Rappresentano la base di una dieta sana.
- NOVA2 – ingredienti culinari, ad esempio sale, zucchero, burro e olio, prodotti da lavorazione industriale.
- NOVA3 – alimenti trasformati con l’aggiunta di sale, zucchero, olio ecc, come pane appena sfornato, marmellata, legumi in scatola o salumi, ottenuti dalla combinazione di alimenti.
- NOVA4 – alimenti ultra-processati, non sono alimenti modificati, ma formulazioni di ingredienti industriali con l’aggiunta di additivi. Sono prodotti economici, meno deteriorabili (grazie ai conservanti), attraenti, iper-appetibili e pronti al consumo, che non saremmo in grado di ricreare nella nostra cucina. Hanno elevato apporto energetico e basso valore nutrizionale. Alcuni esempi: bevande gassate, succhi, pane prodotto in serie, biscotti, yogurt alla frutta, alcuni alcolici, zuppe istantanee, gelato, snack confezionati, latte artificiale, latte di proseguimento, piatti pronti, alternative vegane alla carne e al formaggio.
I cibi ultra-processati sono entrati sempre di più nelle nostre cucine come alternativa sfiziosa, rapida e a buon mercato ai pasti preparati in casa, tuttavia diversi studi hanno collegato il consumo di tali alimenti a un aumentato rischio di mortalità per patologie cardiovascolari, respiratorie, metaboliche e oncologiche (Lane et al., 2024).
Ulteriori evidenze mostrano che il rischio potrebbe riguardare anche la nostra salute mentale.
Alimenti ultra-processati e rischio di depressione
Un recente studio su larga scala ha indagato la possibile associazione tra alimenti ultra-processati e incidenza di sintomi depressivi (Werneck et al., 2024) e ha utilizzato dati provenienti da un campione formato da 15960 persone maggiorenni, coinvolte nel progetto di ricerca su abitudini alimentari e malattie croniche in Brasile, NutriNet Brasil. A 6 e 12 mesi dall’avvio del progetto, i partecipanti hanno compilato un questionario online basato sulla classificazione NOVA, che puntava a valutare la loro assunzione alimentare. L’obiettivo era stimare il consumo di base di alimenti ultra-processati. Inoltre, il campione incluso nella ricerca comprendeva solo partecipanti che, a un assessment iniziale, non presentavano sintomi depressivi. Queste persone erano sottoposte a un follow-up ogni sei mesi per monitorare l’insorgenza di sintomi depressivi nel tempo.
I risultati? I ricercatori hanno evidenziato una significativa associazione tra elevato consumo di alimenti ultra-processati e insorgenza di sintomi depressivi. Le persone che consumavano maggiori quantità di cibi ultra-processati presentavano un rischio più alto del 42% di sviluppare sintomi depressivi rispetto al gruppo con consumi più bassi, anche a parità di condizioni sociodemografiche, stile di vita e dieta alimentare seguita. Il rischio si attesta al 32% in una meta-analisi sviluppata dagli stessi ricercatori su sei studi prospettici che esaminavano la relazione tra consumo di cibo ultra-processato e incidenza di sintomi depressivi o disturbo depressivo maggiore tra gli adulti (Dolan, 2024 psypost).
Si tratta di risultati che confermano i dati derivanti da precedenti studi sul tema, e che suggeriscono, seppure nei limiti intrinseci di ogni ricerca, una relazione tra dieta alimentare con elevata esposizione a cibi ultra-processati ed effetti sulla salute mentale (Xu et al., 2021; Samuthpongtorn et al., 2023; Lane et al., 2024).
Al momento, il meccanismo che collega alimenti ultra-processati e depressione è ancora sconosciuto.
Gli alimenti ultra-processati danneggiano la salute psichica e fisica e accorciano la nostra vita? Ulteriori studi sono necessari per accertarlo, eppure questi primi risultati ci suggeriscono che occorre ripensare al nostro stile di vita e alle abitudini alimentari che abbiamo. I cibi ultra-processati non scompariranno certo dalle nostre tavole, ma possiamo imparare a leggerne le etichette e a non trasformarli nel perno della nostra alimentazione quotidiana.