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È tutto normale. L’altra faccia della normalizzazione

La normalizzazione può portare ad una maggiore inclusività ma anche alla desensibilizzazione. Come contrastare i rischi?

Di Alessio Mantovani

Pubblicato il 15 Apr. 2024

I rischi della normalizzazione

I tempi moderni sono caratterizzati da una grande disponibilità di informazioni e notizie provenienti da tutto il mondo. Non è difficile trovare qualsiasi cosa si cerchi all’interno del mondo di internet ed allo stesso tempo si può essere esposti ad una grande mole di notizie provenienti dalle più disparate fonti, ufficiali e non. Anche le notizie più tragiche, come possono essere le guerre o atti di violenza, sono diffuse in maniera importante dai canali social e dalle testate giornalistiche. Questa grande diffusione può avere un riscontro sulla percezione di ciò che viene considerato “normale”, o all’ordine del giorno? 

La normalizzazione può manifestarsi in due forme distinte: positiva e negativa. Da un lato, si può assistere ad un crescente movimento per normalizzare argomenti precedentemente considerati tabù, come può essere la visione corporea delle donne successivamente al parto (Fox & Neiterman, 2015), o la salute mentale sul posto di lavoro (Smithson & Stokoe, 2005). Questo sforzo mira a ridurre stigma o eventuali bias (Kahneman, 2023), promuovendo un clima di apertura e accettazione. Dall’altro lato, si può verificare la normalizzazione di eventi con un alto impatto negativo come possono essere le guerre o le catastrofi. Questa forma di normalizzazione può portare a una sorta di insensibilità, dove ci si abitua a situazioni problematiche o dannose, rendendo più difficile riconoscere l’importanza e l’urgenza di agire.

Una delle sfide principali legate alla normalizzazione è il modo in cui ci abituiamo gradualmente a situazioni negative, sia a livello personale che sociale. Gli individui esposti a violenza o tragedie ripetute possono iniziare a percepire questi eventi come normali (Gurr & Metag, 2022), rendendo più complesso per loro avvertire un bisogno di cambiamento o assistenza. Allo stesso modo, le società possono diventare insensibili a problemi cronici come i mutamenti climatici o le disuguaglianze sociali, diminuendo così la pressione per affrontare tali questioni in modo significativo.

Contrastare gli effetti negativi della normalizzazione

Ma come contrastare la tendenza a questa tipologia di normalizzazione

  • In primo luogo, occorre riconoscere quando la normalizzazione sta avvenendo, sia a livello individuale che collettivo. Farsi delle domande su ciò a cui ci si sta abituando e riflettere sulle possibili conseguenze può aiutare a contrastare l’insensibilità, così come adottare una prospettiva più consapevole durante la fruizione delle notizie (De Bruin et al., 2021). 
  • Secondariamente, passare all’azione può aiutare a contrastare la normalizzazione degli eventi negativi. Con passare all’azione si intende agire in maniera opposta alla tendenza negativa del momento: per esempio, prendere parte ad attività di volontariato oppure impegnarsi nel fare beneficenza. La ricerca evidenzia come la promozione di un atteggiamento attivo nei confronti di un contesto/notizia/avvenimento recepito come stressante possa diminuire la sensazione di “burnout” sullo stesso (Hofmeyer et al., 2020). 

In conclusione, la normalizzazione è un fenomeno complesso che può influenzare la percezione di un dato evento, sia in positivo che in negativo. Attraverso la consapevolezza e la partecipazione attiva alla vita comunitaria è possibile mitigare i suoi effetti negativi.

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