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Come mai i messaggi vocali ci piacciono così tanto – Psicologia digitale

I messaggi vocali, oltre ad essere pratici, hanno qualcosa in più rispetto alla comunicazione testuale: quello che la voce trasmette

Di Chiara Cilardo

Pubblicato il 29 Mar. 2024

Comunicare con i messaggi vocali

PSICOLOGIA DIGITALE – (Nr. 52) Come mai i messaggi vocali ci piacciono così tanto

La maggior parte delle nostre comunicazioni avviene attraverso dispositivi connessi. I canali tradizionali, come chiamate e SMS, hanno ceduto il passo alle app di messaggistica istantanea che consentono la condivisione di immagini, video e ogni altro tipo di media, inclusi messaggi vocali.

L’utilizzo della voce permette di esprimersi in modo più naturale rispetto al testo, il che spiega in parte la popolarità dei messaggi vocali: secondo gli ultimi dati messi a disposizione da Whatsapp (2022), ne vengono inviati più di 7 miliardi al giorno. La società, parte del gruppo Meta, ha introdotto i messaggi vocali nel 2013 puntando sul miglioramento dell’esperienza dell’utente con diverse funzionalità, per esempio la riproduzione in background dei messaggi vocali, che consente di ascoltarli anche quando la chat è chiusa o la riproduzione a velocità aumentata.

I messaggi vocali sono un mezzo di comunicazione efficace e comodo; quali sono le motivazioni che spingono le persone a utilizzarli? E quali sono le modalità di utilizzo preferite dagli utenti?

I messaggi vocali: un gesto d’affetto

La comunicazione mediata dal computer (CMC) comprende qualsiasi forma di interazione umana che avviene con e attraverso dispositivi elettronici, tra cui i sistemi di messaggistica e chat. I messaggi vocali e le note audio rappresentano una modalità specifica di CMC perché asincrona: gli interlocutori possono rispondere in qualsiasi momento pur mantenendo l’immediatezza tipica delle chat. Senza dimenticare che la possibilità di ascoltare il messaggio anziché leggerlo rende la comunicazione più accessibile e inclusiva per le persone con difficoltà di lettura.

Non sempre i messaggi audio sono preferiti rispetto a quelli testuali; dipende dal contesto. Per esempio, sia chi registra che chi ascolta potrebbe essere influenzato dall’ambiente circostante (Dove si trova? Chi potrebbe ascoltarlo?); ricevere messaggi audio potrebbe risultare noioso o fastidioso perché ci distoglie da ciò che stiamo facendo o può rendere più difficoltoso recuperare delle informazioni specifiche inviate in un messaggio vocale (che quindi andrebbe riascoltato per recuperare l’informazione). Inoltre, i messaggi vocali sono considerati un mezzo di comunicazione troppo informale e non adatto a conversazioni lavorative con superiori o colleghi poco intimi (Sampietro e König, 2023).

Perché i messaggi audio segnalano qualcosa: un maggior investimento relazionale. Infatti, sono molto più frequenti fra amici e in una comunicazione asincrona quando c’è un conflitto si passa quasi sempre dall’utilizzo di messaggi testuali a quelli audio (Sherman et al., 2013; Scissors e Gergle, 2013). Più recentemente, Haas et al. (2020) confermano la valenza emotiva che hanno i vocali: inviare un audio non è solo comodo ma è grazie alla voce che si può trasmettere davvero il tono emotivo del messaggio.

Perché mandiamo messaggi vocali

Perché mandiamo un audio invece di fare una chiamata?

Per più di una ragione: praticità, espressione paralinguistica, connessione emotiva e accessibilità (Haas et al., 2020). Un messaggio vocale si può cancellare, a differenza di quanto si dice in una chiamata (che è una comunicazione sincrona) e sono veloci, non c’è bisogno di perder tempo a digitare del testo; si può registrare in qualsiasi momento, come quando si sta camminando.

Un’altra ragione significativa è la capacità dei messaggi vocali di trasmettere sfumature emotive e paralinguistiche: tono, volume, intonazione e inflessione possono rendere il messaggio più chiaro e evitare fraintendimenti e incomprensioni. La voce è particolarmente efficace nel trasmettere il “colore emotivo” del messaggio: comunicare emozioni complesse o toni specifici, come l’ironia o la serietà, che potrebbero essere difficili da cogliere attraverso il testo scritto. I messaggi vocali sono considerati un mezzo per esprimere meglio pensieri ed emozioni, soprattutto su eventi o pensieri particolarmente sentiti; ed in effetti vengono utilizzati come mezzo di comunicazione per lo più con amici, familiari o partner (Sampietro e König, 2023).

Comunicare ha anche e soprattutto lo scopo di creare e mantenere le relazioni e, infatti, sono proprio l’input vocale e le caratteristiche paralinguistiche a giocare un ruolo fondamentale nel facilitare l’interazione e nel preservare l’aspetto emotivo della comunicazione. Un messaggio vocale genera un impatto emotivo maggiore rispetto a leggere semplicemente un testo o vedere un’emoji e, quando si è lontani, un vocale è la cosa più vicina allo stare con qualcuno a cui teniamo. 

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