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Il disturbo ciclotimico

Il disturbo ciclotimico è stato classificato nel DSM a partire dal 1980, ma sistematicamente sottostimato in campo diagnostico

Di Anna Boccaccio

Pubblicato il 08 Mar. 2024

Cos’è il disturbo ciclotimico?

Alti e bassi emotivi, possibile instabilità scolastica, sociale e lavorativa, esordio insidioso e andamento persistente. Il disturbo ciclotimico è stato classificato nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali a partire dal 1980, ma sistematicamente sottostimato in campo diagnostico clinico e di ricerca. Gli studi evidenziano che possa trattarsi della forma attualmente più diffusa di disturbo bipolare in particolare tra i giovani, con una prognosi che varia dalla remissione all’escalation sintomatologica (Van Meter et al., 2012).

I sintomi del disturbo ciclotimico

Il disturbo ciclotimico è caratterizzato dall’alternanza di periodi con sintomi depressivi e sintomi ipomaniacali, per almeno 2 anni negli adulti e 1 anno in bambini e adolescenti (APA, 2014). Durante tale arco temporale, i sintomi devono essere presenti per almeno la metà del tempo, e l’individuo non può essere privo di sintomi per più di 2 mesi consecutivi.

I sintomi depressivi più comuni possono riguardare:

  • umore depresso, con sentimenti di tristezza, vuoto, autosvalutazione, sensi di colpa o lamentosità e irritabilità
  • calo di interesse o piacere per le attività normalmente svolte
  • perdita o incremento di peso, con calo o aumento dell’appetito
  • insonnia o ipersonnia
  • maggiore faticabilità o mancanza di energie
  • ridotte capacità di concentrazione o decisione
  • pensieri di morte o ideazione suicidaria.

Nel periodo ipomaniacale, invece, la persona può presentare:

  • umore elevato, euforico, irritabile in modo anomalo e persistente
  • minor bisogno di dormire
  • maggiore loquacità o rapida successione di pensieri e idee
  • aumento del coinvolgimento in attività sociali, scolastiche, lavorative e sessuali
  • incremento di attività potenzialmente pericolose (come acquisti incontrollati, investimenti economici sconsiderati e comportamenti sessuali a rischio).

Per sapere di più sui sintomi e il trattamento del disturbo ciclotimico continua la lettura dell’articolo >> CLICCA QUI

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association (2014). Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta Edizione. Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Goodwin, F.K., Jamison, K.R. (2007). Manic Depressive Illness. Bipolar Disorders and Recurrent Depression. Oxford University Press, New York.
  • Hecker, E. (1877). Zur klinischen Diagnostik und Prognostik der psychischen Krankheiten . Allgemeine Zeitschrift für Psychiatrie, 33, 602-620 .
  • Howland, R.H., Thase, M.E. (1993). A comprehensive review of cyclothymic disorder. J Nerv Ment Dis. Aug;181(8):485-93. 
  • Perugi, G., Hantouche, E., Vannucchi, G., Pinto, O. (2015). Cyclothymia reloaded: A reappraisal of the most misconceived affective disorder. J Affect Disord. Sep 01;183:119-33.
  • Van Meter, A. R., Youngstrom, E. A., Findling, R. L. (2012). Cyclothymic disorder: A critical review. Clinical Psychology Review, 32(4), 229–243.
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