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Smettere di opporsi al cambiamento

Spesso davanti ai cambiamenti insorgono frustrazione, ansia e stati di stress; il cambiamento però è anche risorsa e opportunità di crescita

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 26 Gen. 2024

Cambiamenti e allostasi 

Molte persone hanno una reazione contrassegnata da paura, minaccia e preoccupazione di fronte ai cambiamenti – che inevitabilmente caratterizzano l’esistenza. Alcuni tentano di negare il cambiamento, altri di resistervi, altri tentano di controllare; molto spesso insorgono emozioni di frustrazione, ansia, persino stati di stress più o meno prolungato. Tuttavia, il cambiamento è anche risorsa e opportunità di crescita. Gli anni della pandemia, ad esempio, hanno evidenziato e hanno reso reale la portata del cambiamento, e come i cambiamenti repentini possano impattare sulle esistenze dei singoli e delle comunità. 

Il concetto di “allostasi” fu introdotto alla fine degli anni 80 dal neuroscienziato Peter Sterling e dal biologo Joseph Eyer, e fa riferimento a una risposta adattiva dell’organismo tale per cui si può “raggiungere la stabilità attraverso il cambiamento” in risposta a stressor ambientali; in altre parole, la modalità di rimanere stabili attraverso i cambiamenti in corso è proprio quella di cambiare, almeno in qualche misura. Una risposta sana ai cambiamenti si baserebbe quindi sul processo allostatico, tale per cui vi sarebbero continui aggiustamenti interni al sistema in sé. 

Cambiamento carico allostatico

Verso l’inizio degli anni novanta Mc Ewen e Stellar (Ewen, Stellar, 1993) introducono il concetto di “allostatic load” tradotto in italiano con il termine “carico allostatico”. Il concetto di carico allostatico si riferisce al costo di un’esposizione cronica a risposte neurali, fisiologiche e neuroendocrine fluttuanti ed elevate che risultano come risposta e reazioni a sfide ambientali (a volte ripetute e croniche) vissute come stressanti dall’individuo.  

Il concetto di carico allostatico è correlato alla definizione di allostasi, e cioè l’abilità dell’organismo di raggiungere la stabilità attraverso il suo stesso cambiamento (Ewen, Stellar, 1993). 

Le sfide ambientali sono quindi esperienze di vita per l’individuo, che possono includere situazioni apparentemente ordinarie, ma vissute in modo cronicamente stressante dalla persona, così come veri e propri eventi di vita stressanti (es. lutti, malattie, perdita del lavoro, etc.). L’effetto cumulativo di queste esperienze, in cui il carico di stress è elevato poiché le richieste ambientali eccedono la capacità di coping dell’individuo, impattano a livello psicofisiologico sull’organismo e possono esordire anche comportamenti dannosi per la salute, quali -solo per citarne alcuni- scarsa attività fisica, fumo, consumo di alcol, regimi alimentari non salutari, difficoltà nel mantenimento di una buona qualità del sonno

Quando le richieste ambientali eccedono la capacità di far fronte ad esse, la persona subisce gli effetti di un elevato carico allostatico con un’estrema, pervasiva e cronica attivazione dei sistemi di risposta allo stress (Fava et al., 2019). 

Diversi studi in letteratura evidenziano che maggiore distress le persone esperiscono e vivono in relazione a periodi e situazioni che implicano cambiamenti, maggiore è la probabilità di incorrere in malattie fisiche e disturbi psichici (Guidi et al., 2021). In altre parole, a livelli elevati di carico allostatico sarebbero positivamente correlati peggiori outcomes in termini di salute fisica e psichica, sia nella popolazione sana che in campioni clinici. 

Relazionarsi al cambiamento

Relazionarsi ai cambiamenti in modo funzionale significa quindi porsi in una prospettiva che implica flessibilità e resilienza per gestire in modo adattivo lo stress e il carico emotivo che può connettersi agli eventi di vita che implicano cambiamenti. Ad esempio, modalità di negazione, resistenza ed evitamento cognitivo-emotivo non agevolano la presa di consapevolezza degli eventi e dei cambiamenti che stanno avvenendo; non lasciano spazio a strategie flessibili di ridefinizione di sé, delle condizioni e delle scelte in risposta ai cambiamenti. L’adattamento e la stabilità dell’individuo in situazioni mutevoli, secondo una prospettiva allostatica, si giocano nell’interdipendenza tra il cambiamento in relazione agli eventi mutevoli che ci troviamo a vivere e i cambiamenti che noi stessi mettiamo in atto in risposta, creando opportunità di crescita, evoluzione e ridefinizione anche nei momenti di fragilità. 

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Linda Confalonieri
Linda Confalonieri

Redattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Ewen BS, Stellar E. Stress and the individual. Mechanisms leading to disease. Arch Intern Med. 1993 Sep;153(18):2093–101. 
  • Fava GA, McEwen BS, Guidi J, Gostoli S, Offidani E, Sonino N. Clinical characterization of allostatic overload. Psychoneuroendocrinology. 2019 Oct;108:94–101. 7 McEwen BS, Wingfield JC.
  • Guidi, et al. (2021). Allostatic Load and Its Impact on Health: A Systematic Review.
  • Sterling P, Eyer J. (1998) Allostasis: a new paradigm to explain arousal pathology. In: Fisher S, Reason J, editors. Handbook of life stress, cognition and health. New York: John Wiley; pp. 629-49
  • Stulberg, B. (2023). “Master of Change: How to Excel When Everything Is Changing — Including You.
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