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Ansia da batteria scarica e paura di perdersi tutto – Psicologia digitale

Cosa provate quando siete fuori casa e il livello della batteria è 20% o meno? L’ansia da batteria scarica sembra influenzare le nostre abitudini

Di Chiara Cilardo

Pubblicato il 26 Gen. 2024

Aggiornato il 15 Feb. 2024 11:33

L’ansia da batteria scarica

PSICOLOGIA DIGITALE – (Nr. 47) Ansia da batteria scarica e paura di perdersi tutto

Rimanere, anche se per un tempo limitato, senza il nostro cellulare non è solo un problema pratico, ma vuol dire perdere una parte di noi: contatti, messaggi, foto, è tutto lì. Per questo possiamo avere l’ansia da batteria scarica e la FOLE, la paura di perdersi tutto.

Cosa provate quando siete fuori casa e il livello della batteria è 20% o meno? Vi è mai capitato di ordinare qualcosa al bar solo per poter ricaricare il computer o lo smartphone? Di chiedere in prestito, anche a sconosciuti, per esempio sul treno, un caricabatterie? Di monitorare insistentemente il livello di batteria? Ecco, avete un buon livello di ansia da batteria scarica. La prima definizione di low battery anxiety (LBA) è apparsa in un sondaggio condotto da LG nel 2016 tra più di 2.000 persone: ben 9 su 10 “vanno in panico” quando la batteria del cellulare arriva sotto una certa soglia. E questo le porta a cambiare comportamento o abitudini: addirittura, 1 intervistato su 3 si è dichiarato disposto a saltare la palestra se ha lo smartphone scarico (Tang et al., 2020). In effetti, un cellulare scarico sembra una questione seria: nel 2017 divenne virale la storia di una ragazza che avrebbe scollegato macchine che tenevano in vita il nonno per caricare il suo telefono; se perfino una bufala del genere viene considerata tanto credibile da diventare virale, vuol dire che in qualche modo è ritenuta verosimile (Snopes, 2017).

L’ansia da batteria scarica, oltre ad essere uno dei sintomi della nomofobia (preoccupazione e ansia all’idea di trovarsi senza il proprio telefono cellulare o di non poterlo usare), ha un impatto anche sulle nostre abitudini perché limita il nostro consumo di contenuti online. Non interessa solo ai clinici insomma: chi progetta e monetizza applicazioni deve tenerne conto e progettare sistemi che consumano poco e non mettano gli utenti nelle condizioni di provare quest’ansia, migliorando la qualità dell’esperienza (QoE, quality of experience). Soluzioni più efficienti che mettano insieme psicologia e tecnologia possono offrire servizi agli utenti su più piani: efficace come mezzo, efficace nel ridurre l’ansia (Zhang et al., 2022). 

Nomofobia, ansia da batteria scarica e FOLE

L’ansia da batteria scarica è il principale sintomo della nomofobia. Per nomofobia (da nomophobia, abbreviazione di “no mobile phobia”) ci si riferisce alla paura di non essere in grado di utilizzare un telefono cellulare; la nomofobia porta a tachicardia, panico, paura e depressione, soprattutto quando in comorbilità con disturbi di panico e agorafobia (King et al., 2013; 2014). Anche se non ancora formalizzata nel DSM-5, è molto plausibile pensare che presto verrà inserita e sistematizzata: nel campo della ricerca e della pratica è già un fenomeno ampiamente studiato e riscontrato. Non potrebbe essere altrimenti: gli smartphone sono parte integrante della nostra vita e come tali hanno un impatto sul nostro benessere psicofisico (Tang et al., 2020).
Qualcuno l’ha presa con ironia, come l’artista Depoorter e lo sviluppatore Surprenant, che hanno creato Die With Me, un’app di messaggistica che si può usare solo con meno del 5% di batteria. Un gioco, ma utile per riflettere su quanto ci facciamo prendere da questo tipo di malessere.

La ricerca mostra numeri importanti: su oltre 2.000 partecipanti allo studio di Zhang e colleghi (2022) ben il 92% ha riferito di soffrire di ansia da batteria scarica; l’80% ha dichiarato di utilizzare sempre alimentatori di riserva come powerbank anche quando non strettamente necessario. La soglia limite di livello di batteria è il 30%: oltre questa soglia l’ansia aumenta sensibilmente e rapidamente.

Per ridurre l’ansia da batteria scarica si può agire su più fronti. L’utente può usare le opzioni che gli permettono di nascondere l’icona con la percentuale di carica della batteria in modo da non avere sempre sott’occhio un potenziale stimolo ansiogeno; i produttori potrebbero impegnarsi nell’estendere il più possibile la durata della batteria e migliorare l’efficienza energetica dei dispositivi (Tang et al., 2020). Analogamente alla FOMO (fear of missing out), la paura di esser tagliati fuori e di perdersi qualcosa di quello che succede intorno a noi, di recente è stato coniato il termine FOLE (fear of losing everything) per racchiudere in senso più ampio la paura non solo di farsi sfuggire qualche novità, ma di perdere tutto – contatti, foto, messaggi e altro. La FOLE porta a controllare e ricontrollare il telefono, generando sentimenti di distacco, isolamento e disconnessione. Da qui l’ansia da batteria scarica: anche l’idea di perdere l’accesso al telefono può causare ansia e angoscia. Non è clinicamente rilevante monitorare e modificare l’uso del cellulare in relazione al livello di batteria; quello che è significativo è il livello di preoccupazione e ansia. Quando va ad interferire significativamente con il nostro comportamento e i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre relazioni, allora diventa oggetto di attenzione clinica.

Ansia da batteria scarica e affidabilità percepita

Essere preoccupati del livello di batteria in sé non è poi così irragionevole: affidiamo gran parte della nostra vita al nostro telefono. I cellulari nascono con lo scopo di consentire alle persone di comunicare con altri anche se in posti diversi e lontani, quindi fondamentalmente per favorire la nostra vita sociale. Nel tempo e con lo sviluppo tecnologico, sono diventati strumenti versatili e utili a tante altre funzioni. Numeri importanti, appuntamenti, foto, app di servizi, chat: lavoro, relazioni, vita sociale, è tutto lì. Se il dispositivo non funziona o si spegne, abbiamo motivi pratici e concreti per avere un problema. Per cui che ce ne preoccupiamo è più che lecito. D’altro canto ricaricare un cellulare è un’operazione che non dovrebbe destare troppa apprensione dato che, anche se siamo fuori casa o ufficio, ci sono molte opzioni per ricaricare un telefono: le principali stazioni di metro e treni hanno delle colonnine gratuite a cui potersi collegare; qualsiasi locale ha delle prese; trovare caricabatterie è tendenzialmente molto facile.

E quindi cosa giustifica questa ansia da batteria scarica? Secondo Jung e il suo team (2015), il problema è che non ci fidiamo. Quello che ci crea ansia non è il livello in sé di batteria o di rimanere senza il dispositivo, quanto l’incertezza: se le indicazioni fornite fossero realmente affidabili e accurate quest’ansia si ridurrebbe in maniera considerevole. Nello specifico, gli indicatori dello stato della batteria (come le barre o le percentuali) non godono di gran affidabilità percepita perché, sebbene ci sia la possibilità di avere una stima del tempo d’uso rimanente, nei fatti risulta approssimativa. Il motivo è tecnico e in un futuro non lontano avremo tecnologie più avanzate anche in questo senso. Nel frattempo l’unica via da seguire è abbracciare l’imprevisto e l’incertezza… ma con una powerbank nella borsa.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Jung, M. F., Sirkin, D., Gür, T. M., & Steinert, M. (2015, April). Displayed uncertainty improves driving experience and behavior: The case of range anxiety in an electric car. In Proceedings of the 33rd Annual ACM Conference on Human Factors in Computing Systems (pp. 2201-2210).
  • King, A. L. S., Valenca, A. M., Silva, A. C. O., Baczynski, T., Carvalho, M. R., & Nardi, A. E. (2013). Nomophobia: Dependency on virtual environments or social phobia?. Computers in human behavior, 29(1), 140-144.
  • King, A. L. S., Valença, A. M., Silva, A. C., Sancassiani, F., Machado, S., & Nardi, A. E. (2014). “Nomophobia”: Impact of cell phone use interfering with symptoms and emotions of individuals with panic disorder compared with a control group. Clinical practice and epidemiology in mental health: CP & EMH, 10, 28.
  • LG (2016). “Low battery anxiety survey”. 
  • Snopes (2017). Did a Young Girl Disconnect her Grandfather’s Life Support to Plug in her Phone’s Charger?
  • Tang, G., Wu, K., Wu, Y., Liao, H., Guo, D., & Wang, Y. (2020). Quantifying low-battery anxiety of mobile users and its impacts on video watching behavior. arXiv preprint arXiv:2004.07662.
  • Zhang, Y., Tang, G., Huang, Q., Wu, K., Wu, Y., & Wang, Y. (2022). Investigating Low-Battery Anxiety of Mobile Users. In 2022 IEEE International Conferences on Internet of Things (iThings) and IEEE Green Computing & Communications (GreenCom) and IEEE Cyber, Physical & Social Computing (CPSCom) and IEEE Smart Data (SmartData) and IEEE Congress on Cybermatics (Cybermatics) (pp. 272-279). IEEE.
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