Le disfunzioni sessuali
Secondo l’American Psychiatric Association le disfunzioni sessuali sono caratterizzate da difficoltà nella sfera sessuale che perdurano per almeno tre mesi con sintomi che si manifestano per più del 75% dei rapporti, implicano un’anomalia nel processo che sottende il ciclo di risposta sessuale, o dolore associato al rapporto sessuale. Le disfunzioni sessuali includono i seguenti disturbi: eiaculazione ritardata, disturbo erettile, disturbo dell’orgasmo femminile, disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile, disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione, disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile, eiaculazione precoce, disfunzione sessuale indotta da sostanze/farmaci (APA, 2013).
Disfunzioni sessuali e affettività negativa
Diversi studi hanno evidenziato una significativa e forte correlazione tra disfunzioni sessuali e affettività negativa (ad esempio sintomi di deflessione dell’umore e ansia; Kaplan, 1974). Secondo il modello di Wells, è dimostrato che le credenze metacognitive giocano un ruolo importante nel mantenimento dei disturbi d’ansia e dell’umore.
Le credenze metacognitive si possono definire come delle informazioni soggettive relative al proprio funzionamento cognitivo e alle strategie di coping generalmente utilizzate. Secondo Wells e Matthews (1994) i disturbi psicologici insorgono e vengono mantenuti a causa di modalità cognitive ed emotive che interessano il pensiero, il monitoraggio delle minacce, comportamenti di prevenzione ed evitamenti, e modalità pensiero negativo ripetitivo e perseverante (rimuginio e ruminazione, “repetitive negative thinking” – RNT). Queste modalità dipendono strettamente dalle credenze metacognitive sottostanti, che possono essere di natura positiva che negativa, portando la persona a mettere in atto strategie di coping disfunzionali.
I disturbi legati alla sfera dell’umore e le credenze metacognitive possono avere un ruolo centrale nelle disfunzioni sessuali maschili e femminili, essendo evidenziate chiare correlazioni tra queste variabili da diversi studi (Wells, 1995; Bagcioglu et al., 2012; Giuri et al., 2017; Yazdanpanahi et al.,2018).
Una review sistematica sul ruolo delle credenze metacognitive nelle disfunzioni sessuali
La review sistematica di Olivari e colleghi (2023) recentemente pubblicata, ha l’obiettivo di analizzare il ruolo delle credenze metacognitive nelle disfunzioni sessuali maschili e femminili, focalizzandosi su una revisione sistematica delle ricerche presenti in letteratura. Nello specifico, la review ha preso in considerazione se le persone con una disfunzione sessuale presentassero maggiori credenze metacognitive rispetto ai soggetti di controllo e se tali credenze fossero correlate alla sintomatologia delle disfunzioni sessuali.
La review sistematica ha incluso sei studi presenti in letteratura che si sono occupati della relazione tra credenze metacognitive e disfunzioni sessuali, per un totale di 837 soggetti partecipanti agli studi.
Dalla review è emerso che in generale le persone con una disfunzione sessuale si ritrovano ad utilizzare maggiormente credenze metacognitive rispetto alla popolazione generale. La correlazione tra credenze metacognitive e disfunzioni sessuali non presenta differenze significative tra generi maschile e femminile.
Le analisi su disfunzioni sessuali e metacredenze
Dalle analisi dei dati delle diverse ricerche è emerso che gli uomini che presentano un disturbo erettile o eiaculazione precoce riferiscono maggiori livelli di credenze metacognitive negative, maggior autoconsapevolezza cognitiva e un bisogno più significativo di controllare i pensieri. Per quanto riguarda il genere femminile, anche le donne con diagnosi di disfunzioni sessuali presentano punteggi maggiori nelle credenze metacognitive negative, consapevolezza cognitiva e nel bisogno di controllare i pensieri rispetto alla popolazione generale.
Alcuni studi in letteratura evidenziano che le donne con dolore durante l’atto sessuale, tenderebbero in una certa misura a sopprimere i pensieri e a tentare di focalizzarsi su sensazioni corporee positive (Thomas et al., 2006; Thomtén & Karlsson, 2014), anche se la focalizzazione su sensazioni corporee può portarle ad esperire significative quote di dolore fisico, e nel momento in cui fallisce la strategia della soppressione dei pensieri, emergono credenze metacognitive negative riguardanti l’incontrollabilità. Secondo Zarbo e colleghi (2019), le credenze metacognitive negative sarebbero in grado di predire il distress sessuale nelle donne con endometriosi in misura maggiore rispetto all’intensità del dolore e alla dispareunia.
Come sottolineano Giuri e colleghi (2017) gli uomini con disfunzione sessuale hanno la tendenza ad adottare strategie cognitivo-attenzionali durante l’atto sessuale allo scopo di migliorare la propria performance sessuale. Tuttavia, la focalizzazione sull’incontrollabilità dei pensieri e sul senso di minaccia porterebbe la persona ad utilizzare strategie di coping disfunzionali che a loro volta farebbero accrescere l’ansia riguardo il possibile fallimento (Bagcioglu et al., 2012). Gli uomini con eiaculazione precoce avrebbero minori livelli di rimuginio e ruminazione durante l’atto sessuale, secondo gli studi considerati, rispetto a soggetti con disfunzione erettile.
Tra le limitazioni della review, si evidenzia la scarsità degli studi presenti in letteratura sull’argomento e la tipologia di studi che non consentono di approfondire la direzionalità della correlazione tra disfunzione sessuali e credenze metacognitive. In tal senso, sono auspicabili ulteriori studi di carattere longitudinale e sperimentale che vadano ad indagare il ruolo delle credenze metacognitive nell’esordio e nel mantenimento delle disfunzioni sessuali, considerando anche altre variabili significative quali ad esempio livello di ansia e di dolore percepito durante i rapporti.