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Il vissuto materno e paterno legato all’allattamento

Studi recenti evidenziano come l'allattamento possa portare vantaggi non solo nella relazione madre-bambino, ma anche in quella padre-bambino

Di Alice Brignolo, Annalisa Sensi, Gabriella Gandino

Pubblicato il 04 Ott. 2023

L’allattamento al seno

Le maggiori organizzazioni internazionali affermano che l’allattamento al seno sia una pratica vantaggiosa sia per la salute psicofisica della madre, sia per quella del suo bambino. Nel corso del tempo numerosi studi hanno messo in luce quanto sia fondamentale nella costruzione del legame tra la mamma e il suo bambino; studi più recenti evidenziano come possa portare alcuni vantaggi anche nella relazione padre-bambino.

L’allattamento al seno è la prima esperienza di contatto e di nutrimento del bambino dopo la nascita ed è stato considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come una pratica vantaggiosa, dal momento che si è visto avere numerosi benefici sulla mamma, sul bambino e sulla sua relazione con i genitori. Da una parte, consente il rafforzamento del sistema immunitario del bambino (Ballard & Morrow, 2013) e favorisce il suo sviluppo cognitivo (Anderson, Johnstone & Remley, 1999); dall’altra, consente di abbassare la probabilità di sviluppare un cancro al seno o alle ovaie per la madre (OMS, Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, IARC, & Ministero della Salute, 2013; Scoccianti, Key, Anderson, Armaroli, Berrino, Cecchini, Boutron-Ruault, Leitzmann, Norat, Powers, Schüz, Wiseman Romieu, 2015), e di migliorare la relazione tra la mamma e il suo bambino, grazie al rilascio di ossitocina. Questo ormone, definito come “ormone dell’amore” si è visto favorire la sensibilità, attivare la cura del genitore (Weaver, Schofield & Papp, 2018; Leerkes, Nayena Blankson & O’Brien, 2009), e, poiché si è visto essere prodotto anche dal padre nei casi in cui egli si prende cura del bambino in modo costante, il suo rilascio è in grado di migliorare anche la relazione tra lui e il suo bambino (Volta & Capuano, 2018; pp. 9-12).

Il vissuto materno verso l’allattamento

Il primo periodo di vita del bambino comporta molte trasformazioni nei vissuti dei genitori, che devono adattarsi alla nuova situazione e ai nuovi ruoli genitoriali. Alcune donne riferiscono di vivere l’allattamento come un’esperienza di grande intimità con il bambino, che le fa sentire utili e necessarie per il suo sviluppo e la sua sopravvivenza e che consente loro di provare gratitudine nei confronti del proprio corpo (Burns, Schmied, Sheehan & Fenwick, 2010).

D’altro canto, spesso l’allattamento causa alcune difficoltà e paure: per esempio, è molto diffusa la preoccupazione di non avere abbastanza latte, che è stato dimostrato essere un problema molto meno diffuso di quanto generalmente si pensi (Amir, 2006). Anche le esperienze fisiche come le mastiti, le infiammazioni del seno causate da un blocco di latte, influiscono negativamente sul vissuto della mamma poiché causano dolore e impediscono di godersi il momento della poppata (Pevzner & Dahan, 2020).

Un ulteriore aspetto da considerare è che le mamme che smettono di allattare prima dei canonici sei mesi sentono di aver commesso un’ingiustizia nei confronti del proprio bambino, di non essere buone madri e di aver causato ritardi nello sviluppo del sistema immunitario. Esse ritengono di aver scelto la strada più facile a discapito del benessere del proprio bambino e sostengono che le donne che decidono di non allattare al seno vengano giudicate come delle “cattive madri” dal personale sanitario e dalle altre persone. Le pressioni sociali possono essere fonte di vergogna (Jackson, De Pascalis, Harrold & Fallon, 2021), mentre il senso di colpa legato a questi giudizi esterni e alla percezione di non essere una buona madre aumenta la probabilità di sviluppare ansia e depressione (Dagla, Dagla, Mrvoljak, Theodoropoulou, Kontiza, Tsolaridou & Antoniou, 2021). Infine, molte donne provano disagio ad allattare in pubblico poiché questa è vista come una cosa da fare in privato e l’allattamento è percepito come un “lavoro di cura” da relegare al luogo dell’intimità (Boyer, 2012). In questo caso il ruolo del compagno può essere di aiuto nel rassicurare la donna e supportarla nel continuare ad allattare anche in pubblico quando necessario (Hauck, Bradfield & Kuliukas, 2021)

Il vissuto paterno verso l’allattamento

Per quanto riguarda il padre, il suo ruolo è molto importante nel supportare la donna nella scelta di allattare al seno e nelle difficoltà successive; tuttavia, non bisogna dimenticare che anche per il padre questo è un momento di trasformazione che può portare vissuti differenti. Per esempio, anche il padre talvolta teme che il latte materno non sia sufficiente per il corretto sviluppo del bambino (Brown & Davies, 2014). Nonostante il padre riconosca nella maggior parte dei casi l’importanza dell’allattamento al seno (Hansen, Tesch & Ayton, 2018), egli può avere la sensazione di essere escluso dal rapporto stretto che si crea tra la madre e il bambino durante quest’esperienza e che questo possa influire negativamente anche sulla creazione del rapporto padre-figlio (Brown & Davies, 2014). Infatti, per molti uomini la creazione di un rapporto con il proprio bambino è un obiettivo molto importante dopo la nascita e talvolta l’allattamento al seno sembra essere un ostacolo in tal senso (Bennett, McCartney & Kearney, 2016) e i momenti di intimità dovuti all’allattamento al seno tra mamma e bambino fanno sentire l’altro genitore come “tagliato fuori” (Ayton & Hansen, 2016). Tuttavia, l’esperienza di allattamento può essere soddisfacente anche per il padre, soprattutto quando egli ha la possibilità di nutrire il bambino con il biberon tramite latte artificiale o latte tirato dal seno dalla mamma; in questo modo l’uomo può percepire un maggior senso di connessione con il neonato (Sihota, Oliffe, Kelly & McCuaig, 2019). Infine, alcuni uomini evidenziano la paura che l’allattamento al seno possa far diminuire l’intimità tra i partner (Bennett, McCartney & Kearney, 2016).

Combattere lo stigma

Dal momento che la letteratura mette in luce gli svariati vantaggi dell’allattamento al seno, sul piano fisico, psicologico e relazionale dell’intero nucleo familiare, è importante che questa pratica venga promossa e, al contempo, consigliata quando vi sono le condizioni ottimali affinchè essa venga vissuta come una risorsa e non un limite al benessere individuale, familiare e di coppia.

Tuttavia, in accordo con la letteratura più attuale, riteniamo che ciascuna “buona pratica” debba essere adeguata al contesto a cui la si applica, e pertanto pensiamo sia necessario sia diminuire lo stigma delle donne che non allattano o smettono di allattare anticipatamente, sia promuovere un contatto padre-figlio che passi anche dall’esperienza dell’allattamento.

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