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Should I Stay or Should I Go? Le relazioni ambivalenti

Le relazioni ambivalenti portano a investire risorse emotive, tempo ed energia, in persone che non sempre agiscono in linea con quanto dicono

Di Francesca Naldi

Pubblicato il 21 Set. 2023

Cos’è una relazione ambivalente?

Una relazione ambivalente è caratterizzata da un costante dubbio sul potersi fidare o meno dell’altro, dal frequente chiedersi “a che punto della nostra relazione siamo?” e da un’altalenante gratificazione derivante dalle attività condivise.

È possibile infatti che i partner partecipino a piacevoli attività sia in coppia sia con un più vasto gruppo di amici, tuttavia si possono manifestare frequenti momenti di incertezza riguardo all’autenticità del divertimento e alla genuinità del legame effettivamente instaurato. Contrariamente a un “nemico” o un conoscente inequivocabilmente “tossico”, con cui non si prenderebbe mai un aperitivo, la persona ambivalente potrebbe contattarvi incessantemente e proporvi in modo entusiasta una cena, alla quale parteciperete. A causa della natura sfumata e confusa di tale relazione, ci si sente spinti a idealizzare il rapporto, ad investire maggiormente in esso e ad accettarlo con facilità.

Questa tipologia di relazione rappresenta una sfida per la nostra salute psicologica, poiché ci porta ad investire risorse, come spazio emotivo, tempo ed energia, per persone che non sempre contribuiscono al nostro benessere.

Perché si tende a mantenere una relazione ambivalente?

La relazione ambivalente può essere sostenuta da una fragile coesione basata sulla convenienza: attraverso un maggior numero di interazioni, si accumulano evidenze che tentano di convincerci della presenza di aspetti positivi all’interno del rapporto. Ricevere un complimento o condividere un ricordo, ad esempio, può influenzare la nostra percezione della situazione, portandoci a giustificarla e a considerarla accettabile. È molto probabile che questa situazione sia ancora più comune per le persone dotate di una forte capacità empatica, le quali tendono ad adottare un approccio attivo nel cercare di riconoscere il lato migliore negli altri.

Tuttavia, bisogna accettare la realtà dei fatti: dopo queste interazioni, si può sperimentare un senso di vuoto emotivo. Spesso si cerca di giustificare la possibilità di trascorrere più tempo con queste persone in futuro. A differenza dei veri amici, con i quali si passa del tempo perché si desidera la loro compagnia e si sente la loro mancanza, con le persone ambivalenti si accetta di trascorrere tempo insieme più per senso di colpa o obbligo.

In sintesi, un’alta dose di negatività, indipendentemente dalla positività apparente della relazione, può lentamente logorare il benessere emotivo.

Come si interrompe una relazione ambivalente?

  • È consigliabile affrontare la relazione da un punto di vista razionale, facendo una valutazione bilanciata, dove vengono analizzati gli aspetti positivi e negativi, senza tener conto della durata della relazione stessa. Talvolta, ciò che rende difficile riconoscere gli aspetti meno desiderabili degli altri è la sensazione di colpa che può sorgere quando si ha il pensiero di fare delle considerazioni negative.
  • Per ridurre lo stress e gli effetti negativi sulla salute correlati, è necessario stabilire dei limiti personali. È importante riconoscere il proprio valore e sentirsi legittimati a perseguire le proprie preferenze senza provare sensi di colpa. Questo approccio può risultare fondamentale per comunicare in modo appropriato i propri bisogni e desideri.
  • È importante perseguire una sensazione di sicurezza e agio nel rifiutare delle richieste. Accettare di accontentare una persona che potrebbe trattarvi con gentilezza oppure no comporta la possibilità di sprecare il proprio tempo e di sottoporsi a un’esperienza potenzialmente tossica. La definizione di confini chiari riguardo al modo in cui impiegare il proprio tempo e permettere agli altri di influenzarlo rappresenta un aspetto essenziale per preservare il benessere e la salute emotiva.
  • Quando si stabilisce un limite, è opportuno evitare di concentrarsi sulle azioni o sull’atteggiamento dell’altro. Ad esempio, se si vuole interrompere i pranzi con un collega, non è utile discutere le sue azioni o comportamenti. Invece, si può esprimere il proprio bisogno personale dicendo qualcosa del tipo: “Ho la necessità di avere un po’ di tempo per me stesso e questi pranzi rappresentano l’unico momento in cui posso farlo”. In questo modo, si evita di criticare o giudicare l’altro e si pone l’attenzione sulle proprie esigenze e preferenze.
  • In particolare, se si nota che la maggior parte delle relazioni è caratterizzata da ambivalenza, può essere utile riflettere su ciò che spinge a creare tali dinamiche. Talvolta, potremmo tendere a dare eccessivamente, convinti che il compiacere gli altri sia il fine ultimo della nostra esistenza. Potremmo, inoltre, trarre soddisfazione dal sentirci desiderati o utili. Oppure, potrebbe essere una questione di autostima, credendo che tali relazioni siano ciò che meritiamo nella nostra vita. Indipendentemente dalla ragione, è cruciale comprendere che meritiamo relazioni sane che contribuiscano al nostro sviluppo e benessere personale.

Le separazioni costituiscono momenti delicati, tuttavia, permettono di aprire spazi nelle nostre vite al fine di coltivare relazioni autentiche, sane e significative. La selezione delle nostre relazioni interpersonali ci consente di offrire un contributo molto più profondo. Proprio come le amicizie vere ci apportano nutrimento e sostegno, altrettanto possiamo donare loro in cambio.

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