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Come scegliamo la persona da amare (e perché cambiamo idea)

Cosa determina la scelta di una persona come partner? Cosa invece ci fa cambiare idea e ci porta a chiudere una relazione?

Di Annalisa Balestrieri

Pubblicato il 28 Ago. 2023

Introduzione

Ci siamo, nella nostra vita è comparsa la persona che avevamo sempre sognato! Può essere che questa persona ci corrisponda o può essere che non sia così. Può essere un amore felice o denso di nubi. Specialmente in questo secondo caso ci capiterà di domandarci: ma perché proprio lui/lei?

In genere tendiamo ad attribuire la colpa/merito di questo incontro al destino, siamo portati a pensare che tutto sia successo unicamente per caso, senza che noi potessimo minimamente influenzare il fato. Ci siamo trovati in un certo posto, in un determinato momento, e il destino (solo lui) ci ha fatto incontrare.

In realtà, le cose non stanno proprio così. La scelta della persona da amare non sarebbe affatto casuale ma sarebbe frutto di una nostra attenta, anche se inconsapevole, ricerca. Siamo noi, quindi, a stabilire il nostro destino e farlo compiere. Ma cosa determina questa nostra scelta?

Ci guida una “Love Map”

Esiste un qualcosa di misterioso che ci spinge a scegliere una persona fra mille altre, che ci fa trovare attraente proprio quella certa persona, che fa sì che la notiamo in mezzo a tutte quelle con cui ci capita quotidianamente di entrare in contatto.

John Money parla di una “love map” che ciascuno di noi ha codificato nel suo cervello e che identifica quello che ci piace e quello che non ci piace, i colori (degli occhi, dei capelli), il timbro della voce, il modo di sorridere, l’aspetto fisico. Questa mappa delinea anche i tratti della personalità che più si adatta a noi: affettuosa, forte, di poche parole, chiacchierona…

In pratica quindi, questa mappa ci fornisce delle caratteristiche tipo che deve possedere il nostro partner ideale. Crea, a livello inconscio, un modello a cui facciamo riferimento nelle nostre scelte e che ci orienta in una direzione piuttosto che nell’altra. A ciò si aggiunge che ciascuno di noi ha una certa capacità inconscia di valutare il modello dell’altro e di provare attrazione per chi si ritiene possa avere un progetto complementare al nostro.

Le caratteristiche di questo modello si delineano già nell’età infantile. Le esperienze vissute ci forniscono dei parametri di riferimento che permettono di valutare le nostre necessità, la nostra capacità di interagire con gli altri, le loro risposte e le caratteristiche altrui che meglio si combinano alle nostre per ottenere il risultato di un rapporto il più soddisfacente e gratificante possibile. La formazione del nostro modello risente anche in gran parte della forte influenza esercitata dalle figure genitoriali, molto spesso cerchiamo negli altri quello che trovavamo in esse e pretendiamo di ritrovare nel partner alcune caratteristiche (siano esse fisiche o caratteriali) proprie dei nostri genitori.

Meglio simili o diversi?

Ma torniamo a esaminare cosa cattura il nostro interesse. Sentiamo spesso dire che gli opposti si attraggono, è veramente così? Probabilmente sì, ma solo in parte. In genere si cerca qualcuno che stia vivendo o abbia vissuto esperienze simili alle nostre, ma anche che presenti differenze con il nostro modo di essere. Nel partner cerchiamo un’immagine che rispecchi noi stessi (anche fisicamente simili), ma anche qualcosa che ci completi, quindi almeno in parte diverso da noi.

La maggior parte di noi è circondata da persone della stessa sfera sociale, questo implica che ci troviamo a frequentare persone che vivono nella nostra stessa città, che hanno alle spalle un tipo di educazione simile alla nostra e condividono degli obiettivi in linea di massima equivalenti ai nostri. Generalmente ci troviamo a nostro agio con queste persone, sentiamo di avere una base comune che fa sì che ci possiamo intendere e capire a vicenda.

Ma esiste anche un’esigenza opposta. Oltre che di una certa affinità, di un certo grado di intesa, abbiamo bisogno di compensazione, ovvero di qualcuno che manifesti dei tratti di personalità che andranno a pareggiare i nostri. Ad esempio, una persona che ama parlare molto avrà bisogno di qualcuno che sa ascoltare, una persona più aggressiva o esuberante cercherà qualcuno più tranquillo, che possa bilanciare i suoi eccessi. Questa ricerca di equilibrio ci spinge anche a cercare qualcuno da cui possiamo imparare qualcosa che ci può essere utile, per esempio qualcuno che, pur avendo vissuto esperienze simili alle nostre, ha sviluppato dei comportamenti, ha trovato delle risposte, diverse da quelle che abbiamo avuto noi. Questo rappresenterà una grande opportunità di apprendimento facendoci conquistare una completezza a livello psicologico, che difficilmente potremmo raggiungere contando solo sulle esperienze vissute in prima persona.

Su queste basi ci muoveremo quando saremo alla ricerca di una persona da amare. Spesso il voler attribuire al destino la causa di un incontro e di un rapporto è anche un modo per dare un’impronta più romantica al sentimento e non voler vedere il risvolto utilitaristico che ogni rapporto deve soddisfare per poter essere desiderabile.

E invece è proprio così. Anche se ci piace pensare che l’amore sia frutto solo di un’irrazionale attrazione per una e una sola determinata persona, in realtà le cose vanno un po’ diversamente. Il fine dell’innamoramento è lo stesso di tutto ciò che ci si trova a desiderare, e cioè migliorare la propria vita. La pulsione che ci spinge è sempre la ricerca di una condizione migliore.

Differenze fra uomini e donne: le ragioni storiche

Helen Fisher ha scoperto che il cervello di uomini e donne si comporta diversamente quando questi sono innamorati. Gli uomini sono più portati a guardare e a dare importanza a quello che vedono, le donne a fantasticare, e quindi sono più attratte da chi sa suscitare in loro una fantasia che soddisfa meglio le loro aspettative. Un’altra differenza è che gli uomini si innamorano più velocemente delle donne.

Queste diversità trovano una spiegazione in abitudini che risalgono a milioni di anni fa e che sono evidentemente rimaste nel nostro DNA. Quando lo scopo della coppia era visto come semplice mezzo per la riproduzione, l’uomo sceglieva la donna in base a dei requisiti che la indicassero come idonea ad avere figli sani, si basava quindi sullo sguardo: una donna giovane, in buona salute, con certe caratteristiche fisiche (come ad esempio fianchi larghi) sembrava rispondere meglio a questi requisiti e quindi era preferita. Per la donna il discorso era più complicato. Lei cercava non solo un compagno per riprodursi, ma qualcuno in grado di darle sicurezza, di proteggerla e di starle vicino durante tutto il tempo necessario all’allevamento dei figli. Un progetto più a lungo termine, per il quale un’occhiata non poteva essere sufficiente.

Perché l’interesse si spegne?

Abbiamo visto cosa determina la nascita di un interesse e la scelta di una determinata persona come nostro partner.

A volte, però, quello che si credeva essere il grande amore, la passione eterna, la persona con la quale avremmo voluto passare tutta la vita, si rivela un fuoco di paglia. Tutte le affinità che avevamo trovato, a un certo punto sembrano scomparire, ci ritroviamo di fronte una persona che sembra diventata un’estranea, che non ha più niente da dirci e alla quale non abbiamo più niente da dire.

Cos’è successo? La nostra valutazione era sbagliata?

Può essere che qualcosa in quella persona ci abbia colpito a tal punto da appannare la nostra capacità di giudizio, ma può anche essere che quella persona fosse veramente come ci era sembrata. La stessa persona che ci era piaciuta, con la quale ci trovavamo tanto bene, sulla quale avevamo tanto investito, a un certo punto non corrisponde più alle nostre necessità.

Il motivo è semplice, anche se un po’ crudele: il tempo passa, le persone cambiano e non sempre il cambiamento di due persone segue la stessa direzione. A volte le strade percorse prendono diverse direzioni, indipendentemente dalla nostra volontà. Quando ci si rende conto di non riuscire più a comunicare all’altro i nostri sentimenti, quando capiamo che i suoi comportamenti non ci sono più così familiari come in passato, cominciano a nascere problemi.

Succede che  una coppia si divida anche se, all’inizio del loro rapporto, tutti avrebbero scommesso che fossero la coppia perfetta, questo dimostra che la fine di un amore non è la conseguenza di una scelta iniziale sbagliata, ma è piuttosto la conseguenza dell’incapacità di prevedere il futuro, i cambiamenti che subentreranno e i nuovi bisogni che insorgeranno.

Robert Sternberg ha proposto una suddivisione delle qualità che sembrano aumentare di importanza con il passare del tempo e di quelle che, invece, perdono importanza o rivestono un’importanza variabile.

Identifica le qualità che aumentano di importanza nelle seguenti:

  • condivisione di valori e credo religioso
  • desiderio di cambiare in sintonia con il partner
  • tolleranza dei difetti altrui

Le qualità che tendono a perdere importanza vengono identificate in:

  • personalità interessante
  • attenzione per l’altro
  • rapporti con i familiari

Le qualità che possono assumere un’importanza variabile sono state individuate in:

  • attrazione fisica
  • sessualità
  • capacità di entrare in empatia
  • predisposizione ad esprimere i propri sentimenti
  • livello intellettuale simile

Il problema è riuscire a predire quale di queste caratteristiche sarà più importante, a lungo termine, nella nostra relazione e come il nostro partner si evolverà sotto questi punti di vista.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Balestrieri, A. (2022). Dipendenze affettive, idoli e modelli di riferimento Milano, Independently published.
  • Money, J. (1986). Lovemaps. Prometheus Books
  • Fischer, H. (1996). Anatomia dell’amore. Storia naturale della monogamia, dell’adulterio e del divorzio, Milano, I tascabili degli editori TEA
  • Sternberg,R.J. (1998). La freccia di cupido. Come cambia l’amore: teorie psicologiche, Gardolo, Edizioni Erikson
  • Sternberg,R.J., Barnes, M. (2002). La psicologia dell’amore, Milano, Bompiani Editore
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