Il ciclo mestruale costituisce un insieme di processi psicofisici che si verificano nella maggior parte della popolazione femminile. Tale fenomeno può incidere su molti ambiti della vita quotidiana, tra cui i processi decisionali.
Partendo da tale presupposto, alcuni scienziati hanno formulato un quesito di particolare interesse: esiste una specifica fase del ciclo mestruale durante la quale le donne tendono a scegliere un partner poiché interpretano i suoi comportamenti maschili come più attraenti? L’incidenza delle varie fasi del ciclo mestruale nelle preferenze di scelta dei partner maschili è stata oggetto di controversie.
Esistono prove secondo le quali, quando le donne si trovano in fase fertile, e quindi in corrispondenza dei giorni di ovulazione, interpretano specifici segnali comportamentali degli uomini come più attraenti rispetto a quando sono in fase luteale, ovvero quando si trovano tra la fase di ovulazione e l’inizio delle mestruazioni. Ciò è asserito, ad esempio, da Gangestad e colleghi, i quali hanno ipotizzato il Good-Genes-Ovulatory-Shift Hypothesis – GGOSH, che sostiene che le preferenze di partner nelle donne differirebbero a seconda del contesto di accoppiamento. Il modello GGOSH, sostiene che quando le donne si trovano in fase fertile, preferiscono uomini con caratteristiche che indicano la presenza di buoni geni, e che quindi garantirebbero una potenziale prole sana; queste preferenze dovrebbero invece risultare assenti nella fase luteale (Gangestad et al.2007).
Diversi studi hanno inoltre evidenziato che le preferenze per gli uomini che mostrano dominanza comportamentale, sicurezza e presenza sociale cambiano durante il ciclo ovulatorio (Gangestad et al., 2007; Lukaszewski&Roney, 2009). Ad esempio, sembrerebbe che le donne che si trovano in fase fertile mostrino preferenze per le espressioni facciali di flirt (Morrison et al., 2010).
Tuttavia, recenti ricerche hanno messo in dubbio tali risultati. Tra queste, due meta-analisi sono giunte a conclusioni sorprendentemente divergenti sull’esistenza di effetti del ciclo (Gildersleeve et al., 2014; Wood et al., 2014).
Proprio per questo motivo, Stern, Gerlach e Penke hanno realizzato uno studio che ha affrontato questo dibattito avvalendosi di misurazioni dei livelli ormonali nelle due fasi del ciclo in oggetto.
Centocinquantasette partecipanti di sesso femminile eterosessuali hanno valutato l’attrattività percepita dalla visione di video di interazioni di coppia. In ogni video figuravano un partecipante di sesso maschile che conversava con un’attraente compagna di sesso femminile. Ciascun video è stato filmato da una telecamera posta sopra la spalla dell’attrice.
Gli autori dello studio hanno ipotizzato che avrebbero osservato negli uomini differenti tipi di comportamento, tra cui l’attrattività, l’autoesposizione, il contatto visivo. L’attrattività comportamentale può essere vista come uno sforzo da parte degli uomini per apparire attraenti in un modo più sottile e indiretto rispetto al flirt. I comportamenti di autoesposizione possono essere visti come un tentativo di impressionare la partner durante la conversazione, indicizzando comportamenti simili al corteggiamento, e sono correlati a livelli di testosterone più elevati (Roney, Lukaszewski e Simmons, 2007; Roney, Mahler e Maestripieri, 2003). È stato altresì riportato che la quantità di contatto visivo sia un indicatore di presenza sociale che può incidere sulle preferenze femminili (Gangestad et al., 2004). Inoltre, il dominio maschile, l’arroganza, l’assertività, la rispettabilità sociale e la probabilità di vincere una lotta fisica sono variabili che possono incidere sulle preferenze femminili durante alcune fasi del ciclo (Gangestad et al., 2007).
I confronti multilivello tra gli ormoni relativi alle due fasi del ciclo rilevati dopo la visione dei video hanno indicato che le preferenze relative alla scelta del partner basata sui comportamenti attuati dagli uomini non sono variate nelle due fasi per alcun tipo di comportamento maschile messo in atto. I livelli ormonali delle donne e lo stato della relazione in cui si trovavano non hanno influenzato questi risultati (Stern, Gerlach&Penke, 2020).
Pertanto, gli esiti dell’attuale studio non forniscono prove a supporto del modello GGOSH, dimostrando che la fase del ciclo in cui una donna si trova non necessariamente influenza l’interpretazione di comportamenti maschili durante la scelta del partner.